Le critiche di Squinzi: i sindacati frenano
«Mi sembra l’annuncio di un nuovo soggetto politico. In termini di democrazia è positivo. Mi auguro solo che sia capace di guardare al futuro e non al passato, dove sono stati fatti già abbastanza danni». A Roma la marcia della Fiom deve ancora partire. Ma a Venezia, dal palco del convegno delle piccole imprese, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi si rivolge direttamente ai sindacati e alla coalizione sociale messa in cantiere da Maurizio Landini. Quali sono i danni fatti dai sindacati? «Hanno frenato tutto», risponde Squinzi. E come esempio cita l’accordo sulla rappresentanza, quelle regole che servono a «pesare» i sindacati per decidere chi può sedersi a discutere i contratti: «Eravamo tutti d’accordo, poi ci hanno fatto disperare per il regolamento applicativo. Se per una cosa così semplice ci sono voluti 18 mesi, traetene le conseguenze». Non è una mossa isolata o lo sfogo di un momento. Perché qui a Venezia si parlerà pure di piccole imprese che devono crescere, di sostegno all’export e all’aggregazione. Ma il tema in cima all’agenda è proprio il corteo di Roma, le sue possibili conseguenze sulla politica economica del Paese. Nel pomeriggio, dal palco di piazza del Popolo, arriva la risposta di Landini: «Questa è una manifestazione politica? Assolutamente sì, ma fatta da un sindacato», dice il segretario dei metalmeccanici della Cgil. Poi aggiunge che «in Italia tutti fanno politica, compresa Confindustria», che il «governo ha già fatto la sua coalizione sociale con la Confindustria e la Bce». E anzi, «Squinzi al governo ci è già andato, il governo sta facendo quello che dice lui e quindi il suo soggetto politico ha avuto molto successo». L’accusa è di aver «dettato» al governo il Jobs act, la riforma del lavoro. Proprio una delle domande alle quali aveva risposto Squinzi in mattinata: «Mai avrei pensato nella mia carriera di imprenditore di arrivare a scrivere le leggi. Avete ascoltato le parole di Giuliano Poletti, ha dimostrato che poteva fare tutto da solo». Il ministro del Lavoro è seduto al suo fianco sul palco di Venezia. E sulla manifestazione di Roma la pensa proprio come lui: «È una scelta legittima ma non condivisibile. Fa riferimento a logiche che non hanno mai ottenuto risultati».