Corriere della Sera

Le critiche di Squinzi: i sindacati frenano

- DAL NOSTRO INVIATO Lorenzo Salvia @lorenzosal­via

«Mi sembra l’annuncio di un nuovo soggetto politico. In termini di democrazia è positivo. Mi auguro solo che sia capace di guardare al futuro e non al passato, dove sono stati fatti già abbastanza danni». A Roma la marcia della Fiom deve ancora partire. Ma a Venezia, dal palco del convegno delle piccole imprese, il presidente di Confindust­ria Giorgio Squinzi si rivolge direttamen­te ai sindacati e alla coalizione sociale messa in cantiere da Maurizio Landini. Quali sono i danni fatti dai sindacati? «Hanno frenato tutto», risponde Squinzi. E come esempio cita l’accordo sulla rappresent­anza, quelle regole che servono a «pesare» i sindacati per decidere chi può sedersi a discutere i contratti: «Eravamo tutti d’accordo, poi ci hanno fatto disperare per il regolament­o applicativ­o. Se per una cosa così semplice ci sono voluti 18 mesi, traetene le conseguenz­e». Non è una mossa isolata o lo sfogo di un momento. Perché qui a Venezia si parlerà pure di piccole imprese che devono crescere, di sostegno all’export e all’aggregazio­ne. Ma il tema in cima all’agenda è proprio il corteo di Roma, le sue possibili conseguenz­e sulla politica economica del Paese. Nel pomeriggio, dal palco di piazza del Popolo, arriva la risposta di Landini: «Questa è una manifestaz­ione politica? Assolutame­nte sì, ma fatta da un sindacato», dice il segretario dei metalmecca­nici della Cgil. Poi aggiunge che «in Italia tutti fanno politica, compresa Confindust­ria», che il «governo ha già fatto la sua coalizione sociale con la Confindust­ria e la Bce». E anzi, «Squinzi al governo ci è già andato, il governo sta facendo quello che dice lui e quindi il suo soggetto politico ha avuto molto successo». L’accusa è di aver «dettato» al governo il Jobs act, la riforma del lavoro. Proprio una delle domande alle quali aveva risposto Squinzi in mattinata: «Mai avrei pensato nella mia carriera di imprendito­re di arrivare a scrivere le leggi. Avete ascoltato le parole di Giuliano Poletti, ha dimostrato che poteva fare tutto da solo». Il ministro del Lavoro è seduto al suo fianco sul palco di Venezia. E sulla manifestaz­ione di Roma la pensa proprio come lui: «È una scelta legittima ma non condivisib­ile. Fa riferiment­o a logiche che non hanno mai ottenuto risultati».

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