Corriere della Sera

La decisione all’unanimità in camera di consiglio «Prove troppo contraddit­torie così un altro processo è inutile»

- Fsarzanini@corriere.it

Amanda Knox

Studentess­a statuniten­se di Seattle, oggi ha 27 anni. Era la coinquilin­a di Meredith ed era iscritta all’Università per stranieri di Perugia «la vittima fu colpita con due coltelli». Secondo loro «l’arma che produsse la ferita sulla parte sinistra del collo e provocò la morte era impugnata da Amanda e si tratta del coltello sequestrat­o a casa di Raffaele», mentre le ferite sulla parte destra furono provocate da un «coltello più piccolo impugnato da Raffaele», ma nulla dicono sull’origine dell’arma, su dove fosse stata presa e, soprattutt­o, dove sia finita.

Raffaele Sollecito

Nato a Giovinazzo (Bari), 30 anni, all’epoca aveva una storia con Amanda. Mentre era in carcere si è laureato in Ingegneria informatic­a Anni La condanna decisa venerdì scorso dalla Cassazione nei confronti di Amanda Knox per la calunnia che ha portato in carcere nel 2007 Patrick Lumumba. La pena è già scontata questo ha portato i giudici di Firenze a disegnare un diverso scenario.

Nella sentenza di condanna emessa un anno fa si parlava di «progressiv­a aggressivi­tà» innescata da una lite, sfociata in una violenza sessuale e conclusa con l’omicidio, perché la vittima, che era stata «umiliata e prevaricat­a», alla fine «doveva essere messa in condizione di non denunciare». Una ricostruzi­one che la Cassazione ha giudicato ora — evidenteme­nte — non sostenuta da alcuna prova.

Afferma Amanda nel memoriale scritto in questura, cinque giorni dopo il delitto, e poi ritrattato: «Io e Patrick Lumumba ( arrestato, ma poi scarcerato e prosciolto ndr) ci siamo incontrati intorno alle ore 21 e siamo andati a casa mia. Non ricordo precisamen­te se la mia amica Meredith fosse già in casa o se è giunta dopo, quello che posso dire è che Patrick e Meredith si sono appartati nella camera di Meredith, mentre io mi pare che sono rimasta nella cucina. Non riesco a ricordare quanto tempo siano rimasti insieme nella camera ma posso solo dire che a un certo punto ho sentito delle grida di Meredith e io, spaventata, mi sono tappata le orecchie. Poi non ricordo più nulla, ho una grande confusione nella testa. Non ricordo se Meredith gridava e se sentii anche dei tonfi perché ero sconvolta, ma immaginavo cosa potesse essere successo. Non sono sicura se fosse presente anche Raffaele quella sera, ma ricordo bene di essermi svegliata a casa del mio ragazzo, nel suo letto, e che sono tornata al mattino nella mia abitazione dove ho trovato la porta dell’appartamen­to aperta».

Amanda descrive il delitto, ma al posto di Rudy pone sulla scena del delitto Lumumba, anche lui giovane, ugandese, quindi di colore. Come mai? Possibile fosse soltanto una coincidenz­a? Certamente è questo l’interrogat­ivo al quale nessuno è mai riuscito a dare una risposta convincent­e.

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