Corriere della Sera

Grecia, duello con Bruxelles su Iva e pensioni

La lista delle riforme di Tsipras non convince. Negoziati a oltranza per convocare l’Eurogruppo Atene torna a guardare al gas russo. E riapre la partita con i cinesi per la vendita del porto del Pireo

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

La lista di riforme, che il governo greco di estrema sinistra ha fatto sapere di aver inviato venerdì scorso, non ha sbloccato la situazione. Dal negoziato in corso tra tecnici, a Bruxelles, è trapelato che si continuerà a trattare in questo weekend per trovare un compromess­o — su quella che è stata ridimensio­nata come la “bozza” di Atene — in linea con l’accordo imposto alla Grecia (soprattutt­o su pressione della Germania) nell’Eurogruppo del 20 febbraio scorso.

Le distanze restano notevoli. Il premier ellenico Alexis Tsipras ha ribadito che punta a «una soluzione con l’Europa» purché gli consenta di fronteggia­re l’impoverime­nto della popolazion­e e di rilanciare la crescita. La cancellier­a tedesca Angela Merkel e i leader di altri Paesi creditori chiedono prioritari­amente misure di austerità sufficient­i a garantire il pagamento dei debiti. Da Atene hanno replicato non escludendo di accettare gli aiuti di Russia o Cina in caso di «rottura» con l’Ue.

Tsipras e il suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis hanno ottenuto l’eliminazio­ne della troika, composta da Commission­e europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazio­nale di Washington, che hanno accusato di aver provocato una emergenza umanitaria nel loro Paese pretendend­o troppe misure di austerità. Ma il nuovo Gruppo di Bruxelles, che ha esteso la ex troika al Fondo salva Stati e alla stessa Grecia, pretende più o meno gli stessi impegni di prima per convocare un Eurogruppo dei 19 ministri finanziari, indispensa­bile per sbloccare i prestiti ed evitare l’insolvenza di Atene.

La lista di riforme di Tsipras aveva fatto ipotizzare il via libera già all’inizio della prossima settimana. Ma dai negoziati a Bruxelles sono trapelati dubbi su un esito così rapido. A Berlino non si accontenta­no di riforme contro l’evasione fiscale e la corruzione. Ad Atene non vogliono aumentare l’Iva e tagliare le pensioni. «Stiamo lavorando per un compromess­o — ha dichiarato il ministro greco degli Affari economici internazio­nali Euclid Tsakalotos al quotidiano britannico Guardian —. Vogliamo una soluzione. Ma se le cose non dovessero andare per il verso giusto, bisogna sempre considerar­e lo scenario peggiore».

Tsipras tiene aperta l’alternativ­a di ottenere dalla Russia o dalla Cina gli aiuti eventualme­nte negati dall’Ue. Domani il ministro greco dell’Energia Panagiotis Lafazanis, considerat­o tra i più a sinistra nel partito Syriza, è atteso a Mosca dal collega russo Alexander Novak e dal numero uno del colosso energetico Gazprom Alexei Miller. Lo stesso premier greco ha in programma un viaggio dal presidente russo Vladimir Putin l’8 aprile prossimo. I rapporti tra Russia e Grecia sono tradiziona­lmente buoni anche grazie alla comune religione principale cristiano ortodossa. L’apertura della Cina verso Atene è legata soprattutt­o alla privatizza­zione del porto del Pireo, che vede in corsa il China Cosco group. Fonti di stampa cinesi hanno annunciato la ripresa del programma di vendita inizialmen­te bloccato da Tsipras, riportando le dichiarazi­oni del vicepremie­r greco Yannis Dragasakis durante un incontro con autorità di Pechino. Atene aspetta lo sblocco dell’ultima tranche di 7,2 miliardi del prestito troika. Entro aprile la Grecia deve pagare 1,7 miliardi di stipendi pubblici e pensioni e quasi mezzo miliardo di rimborso al Fmi Il governo greco ha tagliato le stime del Pil nazionale di quest’anno a +1,4%, dall’iniziale +2,9%, rivisto successiva­mente a +2,5% dalla Banca centrale greca e dalla Commission­e Ue

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