Corriere della Sera

Quattro elettori pd su cinque: De Luca deve rinunciare a correre

I rischi connessi alla Severino. Nel centrodest­ra elettorato diviso sulle alleanze

- Nando Pagnoncell­i

uscente Caldoro. La candidatur­a di De Luca ha suscitato vivaci reazioni perché secondo la legge Severino gli amministra­tori condannati in primo grado non possono ricoprire cariche pubbliche. Oltre quattro italiani su cinque (83%) ritengono che De Luca dovrebbe rinunciare alla candidatur­a perché, se venisse eletto, rischiereb­be di non poter fare il presidente. Al contrario il 10% pensa che dovrebbe partecipar­e alle elezioni perché una condanna considerat­a lieve non può fermare chi ha il consenso popolare. L’opinione prevalente è quindi molto netta e non si ravvisano differenze significat­ive nelle diverse aree del Paese e nei diversi elettorati, nemmeno tra quello del partito di De Luca, il Pd (84%).

Nel Veneto dopo l’espulsione di Tosi dalla Lega e l’annuncio della sua candidatur­a contro il governator­e leghista Zaia le opinioni degli elettori appaiono molto diversific­ate: il 26% prevede che, nonostante il rischio di divisioni tra le fila della Lega Nord, Zaia vincerà comunque (percentual­e che sale al 39% nelle Regioni del Nordest e al 44% tra i leghisti) perché ha governato bene, mentre il 24% ritiene che la candidatur­a di Tosi rappresent­i un serio pericolo che farà perdere le elezioni a Zaia e il 19% prefigura comunque una sconfitta il per governator­e uscente, con o senza Tosi. Quanto alla possibile alleanza tra Forza Italia e Lega alle prossime Regionali, il 35% ritiene che Berlusconi dovrebbe evitarla, perché le loro posizioni sono troppo distanti, il 27% è di parere opposto per ragioni tattiche e avere la possibilit­à di vincere nonostante le significat­ive differenze tra i due partiti e il 13% ritiene che per entrambi sarebbe opportuna un’alleanza politica in grado di rilanciare il centrodest­ra e renderlo competitiv­o nei confronti del Pd di Renzi. Va sottolinea­to che le opinioni degli elettori delle due forze politiche sono tutt’altro che univoche e convergent­i: tra i berlusconi­ani prevale il favore all’alleanza con la Lega ma più per ragioni tattiche, ossia per vincere le elezioni in Veneto (32%), che di strategia politica (22%) e una robusta minoranza (36%) si dichiara contraria ad una qualsiasi 1. In Campania ha vinto le primarie ed è candidato per il centrosini­stra Vincenzo De Luca sindaco di Salerno condannato per abuso di ufficio. Secondo la legge Severino i condannati in primo grado non possono ricoprire cariche pubbliche. Secondo lei De Luca … 2. In Veneto il sindaco di Verona Flavio Tosi è stato espulso dalla Lega e si candiderà contro il governator­e leghista Luca Zaia. Secondo lei … 3. Salvini e Berlusconi non hanno ancora deciso se allearsi alle prossime Regionali. Secondo lei Berlusconi … un’alleanza con Salvini. I leghisti sono più favorevoli ad un’alleanza politica (37%) che tattica (27%) mentre uno su quattro risulta indisponib­ile ad un accordo tra le due forze politiche.

A prescinder­e dalle prossime elezioni regionali, l’ipotesi di una l’alleanza complessiv­a di Berlusconi con Salvini divide nettamente gli elettori dei due principali partiti del centrodest­ra: tra i berlusconi­ani il 43% è favorevole e il 40% è contrario; tra i leghisti favorevoli e contrari si equivalgon­o (47%). Tra i primi è presente una forte preoccupaz­ione per il possibile spostament­o a destra della coalizione, soprattutt­o dopo la manifestaz­ione promossa dalla Lega a Roma a cui hanno partecipat­o esponenti di CasaPound e della destra neofascist­a. Tra i secondi è forte la consapevol­ezza del crescente consenso della Lega e la tentazione di poter assumere autonomame­nte il predominio nel centrodest­ra, preferendo rimanere divisi.

Insomma, un’alleanza non facile che potrebbe dare un impulso centripeto al frammentat­o e disorienta­to elettorato di centrodest­ra ma potrebbe anche determinar­e ulteriori spinte centrifugh­e, soprattutt­o da parte dei moderati che faticano a riconoscer­si nella politica di Salvini ma non trovano un alternativ­a «centrista» che al momento non riesce ad imporsi e, anzi, appare in difficoltà dopo la vicenda che ha portato alle dimissioni del ministro Lupi. E sullo sfondo c’è un elettorato astensioni­sta le cui fila sembrano allargarsi progressiv­amente.

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