Corriere della Sera

«Sono un renziano E non mi fermerò Se mi sospendono governa il vice»

- Di Marco Demarco

Ancora gobettiano? «Sì». Liberale rivoluzion­ario? «Certo». E renziano? «Anche». Vincenzo De Luca, l’ex sindaco di Salerno vincitore delle primarie per le Regionali in Campania, attraversa il secolo con disinvoltu­ra. Perché Gobetti? «Perché fu lui a dire che il moralismo è sempre utilitaris­tico». E perché Renzi? «Perché è un grande modernizza­tore». E che anche Renzi possa aver usato il moralismo in chiave utilitaris­tica, questa è un’altra storia: ci torniamo dopo.

Intanto, De Luca è in campo e si nota. Giuliano Ferrara ne parla e si esalta («Il mio amico De Luca... Lui sì che...»). Marco Travaglio lo punta e si indigna («Condannato in primo grado per abuso d’ufficio, prescritto per smaltiment­o abusivo di rifiuti, imputato in altri processi per associazio­ne a delinquere, truffa, peculato e abusi vari, sospeso per la legge Severino, reintegrat­o dal Tar, e decaduto perché da sindaco faceva pure il sottosegre­tario di Letta»). Enrico Mentana lo cita in diretta tv e scommette («Vedrete, il Pd gli chiederà di farsi da parte»).

Allora, De Luca, lei è o non è il candidato del Pd?

«Lo sono da quando ho vinto le primarie». Eppure... «Eppure niente. Ho incontrato Luca Lotti e Lorenzo Guerini. Nessun problema».

Nel 2010 lei ha già sfidato, perdendo, il berlusconi­ano Caldoro. Perché insiste?

«Altri tempi, altro contesto. Il sindaco La mia storia è diversa dalle altre. Lupi non poteva restare al suo posto un minuto di più

4. E lei preferireb­be che Berlusconi si alleasse con Salvini oppure no?

20%

59% E poi io feci un miracolo: 200 mila voti più della coalizione».

Già, ma poi abbandonò il campo per tornare nella sua Salerno.

«Ero più utile lì. E ricordo che per ritornare al Comune ho rinunciato al vitalizio sicuro e a 15 mila euro al mese».

Però lei non avvertì prima gli elettori. Se ne guardò bene. «Avrebbe portato sfiga». Ora, se eletto, per lei scatterà la sospension­e prevista dalla legge Severino.

«Se scatterà la sospension­e farò ricorso al Tar e sarò reintegrat­o».

Che scatti la sospension­e è certo, incerto è semmai l’esito del suo ricorso. E poi la Cassazione potrebbe decidere sull’incompeten­za dei Tar.

«Non cambia nulla. Chi vince governa».

Nel senso che il voto popolare prevale sulla legge? Non era Berlusconi a dire così?

«Sì, era lui. Io dico un’altra cosa. E cioè che il voto deve spingere il legislator­e a rivedere le leggi fatte con i piedi».

Ma intanto, per governare lei dovrà insediarsi. Chi lo farebbe durante la sua sospension­e?

«Avrò il tempo di nominare un vice e gli assessori...».

Le sembra una bella prospettiv­a?

«Quante storie! Non sarà mica per l’eternità! Con Caldoro abbiamo avuto per cinque anni un governator­e assente. Ed ecco i risultati: siamo ultimi in tutto e primi solo per disoccupaz­ione. Piuttosto, perché non prendere atto che la mia è una battaglia di civiltà. La Severino va cambiata, punisce i sindaci e i governator­i e non i ministri e i parlamenta­ri, viola il principio dell’uguaglianz­a di fronte alla legge, ingessa il Paese».

Un sondaggio che pubblichia­mo oggi dice che per l’84% degli elettori pd lei farebbe meglio a rinunciare.

« Per me valgono i voti veri, quelli delle primarie».

Comunque le leggi vanno

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