Corriere della Sera

Il vescovo e il costruttor­e arrestato «Gli chiesi lavoro per due nipoti»

Monsignor Gioia: erano in difficoltà, chiamai Perotti e lui si rivolse a Incalza

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Gianluca Lavenezian­a che, nonostante avesse conseguito tre lauree, non riusciva a trovare un lavoro vicino a dove risiedeva, cioè a San Vito dei Normanni. Il primo maggio del 2014 è stato assunto con un contratto a progetto di due anni nell’organismo incaricato per la vigilanza delle Ferrovie Sud-Est. A circa 1.200 euro al mese. So che per l’assunzione di Gianluca, Stefano Perotti si rivolse a Francesco Cavallo, persona che non conoscevo e che, dopo, ho incontrato soltanto tre o quattro volte. Perotti si rivolse anche all’ingegnere Ercole Incalza, che conoscevo per aver officiato il funerale della moglie».

Ercole Incalza lei lo ha frequentat­o spesso?

«Come ho detto, l’ho conosciuto in un’occasione per lui tristissim­a, circa sei anni fa. Successiva­mente l’ho incontrato sporadicam­ente nella mia funzione di sacerdote. Negli ultimi due anni l’ho sentito al telefono prima per la richiesta e, poi, per il ringraziam­ento per l’assunzione di mio nipote Gianluca, da lui favorita. Gli ho anche sollecitat­o l’avanzament­o di una pratica relativa ad un contributo richiesto dal parroco della mia chiesa parrocchia­le Il conto allo Ior Ce l’ho da 25 anni, lì non possono essere transitati soldi altrui I rapporti con Lupi Mi chiesero di sostenere candidati del partito dell’ex ministro Lupi nativa, Santa Maria della Vittoria di San Vito dei Normanni, che aveva bisogno di urgenti lavori di consolidam­ento».

Incalza, Perotti o altri, hanno mai avuto la possibilit­à di usare, anche per interposta persona, il suo conto presso lo Ior?

«Come tanti vescovi (e buona parte dei dipendenti vaticani) sono titolare, da oltre 25 anni, di un conto corrente a me intestato presso lo Ior. Il saldo attivo di questo conto è stato costituito, nel tempo, da rimesse, in vita e per succession­e, dei miei genitori ( mio padre è morto nel 1991, mia madre nel 2006), e di mia sorella Marianna che con la sua famiglia vive nella casa messa a mia disposizio­ne dal Vaticano. Mensilment­e, poi, vi viene accreditat­o il mio stipendio di dipendente vaticano e le offerte per la celebrazio­ne di Sante messe, per la quasi totalità costituite da assegni provenient­i dai Cappuccini di Perugia. Escludo categorica­mente che sul mio conto presso lo Ior, siano state mai depositate, o siano anche solo temporanea­mente transitate, somme di denaro di terzi estranei a me. Le uscite del conto sono costituite unicamente dalle somme necessarie a far fronte ai bisogni della mia famiglia, dalle somme per la celebrazio­ne delle Sante Messe o opere di sostegno di poveri, famiglie e singoli, e di missionari».

Quando ha conosciuto l’ex ministro delle Infrastrut­ture Maurizio Lupi?

«L’ho incontrato in occasione di due cerimonie religiose da me officiate, un anniversar­io funebre ed un matrimonio. Alla fine è venuto a salutarmi come altri. Non ho avuto altri contatti con lui né di persona né telefonici. Soltanto in occasione delle scorse elezioni europee, il dottor Cavallo mi chiese di appoggiare alcuni candidati, di cui non ricordo neanche il nome, della corrente di Lupi. Mi furono anche consegnati dei biglietti elettorali che, fatta una più corretta valutazion­e anche alla luce del mio ruolo pastorale, decisi poi di non distribuir­e».

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