Corriere della Sera

«Abn, bonus immorali», Dijsselblo­em blocca la vendita

Il Tesoro olandese ferma la cessione ai privati della banca salvata con 30 miliardi nel 2008

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it

miliardi di euro, senza considerar­e il debito di 970 milioni di euro che l’azienda ha in pancia. I Benetton — assistiti da BofA Merrill Lynch come advisor finanziari­o e dallo studio legale Bonelli Erede Pappalardo — si sono impegnati ieri sera a cedere a Dufry l’intero loro 50,1% detenuto dalla holding di famiglia Edizione attraverso il veicolo Schema34.

Si chiude così un’operazione industrial­e e finanziari­a che era partita nella primavera del 2013 quando si cominciò a parlare della separazion­e societaria tra le attività di ristorazio­ne e quelle di shopping aeroportua­le, concentrat­e fino ad allora in Autogrill. La decisione dello spin-off è stata positiva per i Benetton e ben apprezzata dal mercato: se a maggio 2013 Autogrill in Borsa valeva 6,5 euro per azione, adesso la somma dei valori di Wdf e Autogrill è superiore ai 20 euro.

Per individuar­e l’acquirente — cui sarebbe stato ceduto un

Anche in Olanda zampetta il gattopardo, cioè spesso si cambia tutto per lasciare tutto immutato. E quello che segue, ne è un esempio edificante. Nel 2008, il governo olandese pagò 30 miliardi — soldi pubblici — per salvare Abn Amro, la maggior banca del Paese clamorosam­ente fallita: che fosse colpa della grande crisi europea appena iniziata, o dell’irresponsa­bilità dei Jeroen Dijsselblo­em, 49 anni, è ministro del Tesoro olandese e presidente dell’ Eurogruppo dirigenti Abn, l’istituto appariva disastrato come la centrale atomica di Fukushima. Per resuscitar­lo, così almeno si spiegò, migliaia di dipendenti furono licenziati o pre-pensionati, e altri si ritrovaron­o lo stipendio decapitato per anni.

Oggi, la banca sta molto meglio, e il governo può e vuole venderla a un consorzio di banche private: prezzo, 15 miliardi, metà di quanto investito. Ma a pochi passi dalla firma finale, quando già si preparava un bel brindisi per quest’estate, tutto si è bloccato. I dirigenti della banca, fra cui alcuni di coloro che nel 2008 colarono a picco il vascello, non gradiscono la riduzione dei bonus promessi a suo tempo: e in compenso chiedono un lieve aumento di stipendio, qualcosa come centomila euro a testa. Deputati, ministri e cittadini hanno qualche perplessit­à. Il ministro delle finanze nonché presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselblo­em, si è preso una pausa

Il caso

I dirigenti di Abn Amro hanno chiesto un aumento di stipendio nel momento in cui il governo olandese sta vendendo la banca a un consorzio di istituti di credito di riflession­e: «Per rispondere a una domanda del genere — ha detto — occorrono calma e fiducia». Poi, la calma deve averla persa, perché ha sbottato «È una questione di moralità», e ha congelato la vendita. I dirigenti Abn, certi del loro buon diritto, reclamano ancora gli aumenti. E la legge del gattopardo trionfa anche nel Paese dei tulipani.

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