«Abn, bonus immorali», Dijsselbloem blocca la vendita
Il Tesoro olandese ferma la cessione ai privati della banca salvata con 30 miliardi nel 2008
miliardi di euro, senza considerare il debito di 970 milioni di euro che l’azienda ha in pancia. I Benetton — assistiti da BofA Merrill Lynch come advisor finanziario e dallo studio legale Bonelli Erede Pappalardo — si sono impegnati ieri sera a cedere a Dufry l’intero loro 50,1% detenuto dalla holding di famiglia Edizione attraverso il veicolo Schema34.
Si chiude così un’operazione industriale e finanziaria che era partita nella primavera del 2013 quando si cominciò a parlare della separazione societaria tra le attività di ristorazione e quelle di shopping aeroportuale, concentrate fino ad allora in Autogrill. La decisione dello spin-off è stata positiva per i Benetton e ben apprezzata dal mercato: se a maggio 2013 Autogrill in Borsa valeva 6,5 euro per azione, adesso la somma dei valori di Wdf e Autogrill è superiore ai 20 euro.
Per individuare l’acquirente — cui sarebbe stato ceduto un
Anche in Olanda zampetta il gattopardo, cioè spesso si cambia tutto per lasciare tutto immutato. E quello che segue, ne è un esempio edificante. Nel 2008, il governo olandese pagò 30 miliardi — soldi pubblici — per salvare Abn Amro, la maggior banca del Paese clamorosamente fallita: che fosse colpa della grande crisi europea appena iniziata, o dell’irresponsabilità dei Jeroen Dijsselbloem, 49 anni, è ministro del Tesoro olandese e presidente dell’ Eurogruppo dirigenti Abn, l’istituto appariva disastrato come la centrale atomica di Fukushima. Per resuscitarlo, così almeno si spiegò, migliaia di dipendenti furono licenziati o pre-pensionati, e altri si ritrovarono lo stipendio decapitato per anni.
Oggi, la banca sta molto meglio, e il governo può e vuole venderla a un consorzio di banche private: prezzo, 15 miliardi, metà di quanto investito. Ma a pochi passi dalla firma finale, quando già si preparava un bel brindisi per quest’estate, tutto si è bloccato. I dirigenti della banca, fra cui alcuni di coloro che nel 2008 colarono a picco il vascello, non gradiscono la riduzione dei bonus promessi a suo tempo: e in compenso chiedono un lieve aumento di stipendio, qualcosa come centomila euro a testa. Deputati, ministri e cittadini hanno qualche perplessità. Il ministro delle finanze nonché presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, si è preso una pausa
Il caso
I dirigenti di Abn Amro hanno chiesto un aumento di stipendio nel momento in cui il governo olandese sta vendendo la banca a un consorzio di istituti di credito di riflessione: «Per rispondere a una domanda del genere — ha detto — occorrono calma e fiducia». Poi, la calma deve averla persa, perché ha sbottato «È una questione di moralità», e ha congelato la vendita. I dirigenti Abn, certi del loro buon diritto, reclamano ancora gli aumenti. E la legge del gattopardo trionfa anche nel Paese dei tulipani.