Conte sotto attacco: dubbi, silenzi e la tentazione di andarsene via
Il presidente Figc Tavecchio: «È scosso, si sente vilipeso senza aver colpe»
Ma si può andare avanti così? Con una lotta continua, un c.t. che viene isolato, attaccato «vilipeso fino a sentirsi scosso» (come dice il presidente federale Tavecchio) e che a sua volta contrattacca, lasciando intendere, tra silenzi e mezze frasi, che se ne potrebbe andare, non oggi, ma domani, forse, chissà, al Milan, no, alla Roma. Perché magari il calcio italiano non si merita un c.t. come Antonio Conte, vincente, giovane, preparato, ambizioso. Ma la Nazionale a sua volta non si merita una vita del genere, sempre sotto pressione e mai per questioni che riguardano strettamente il campo. Anche perché dopo una vigilia molto tesa, Azzurra, fiaccata dalla navigazione controvento del comandante
La prova Stadium Martedì proprio a Torino, gli azzurri giocheranno contro gli inglesi in amichevole
Conte, è sembrata una barchetta sballottata dal mare in burrasca.
Conte si alza e se ne va all’ennesima domanda sul caso Marchisio, nella consueta intervista Rai concessa prima della partita. L’incontro con la tv di Stato viene registrato nel pieno delle polemiche, delle domande che vengono dall’alto (John Elkann: «Bisogna chiedersi perché in Nazionale si lavora così tanto») e degli attacchi scomposti dei leoni da tastiera che sovraffollano la tribuna dei social network. «Buon per loro, se hanno tutto questo tempo per accanirsi» dice Conte, riferendosi a quest’ultimi. Il polso reale della situazione si avrà martedì a Torino, quando i tifosi, non necessariamente juventini perché la Nazionale è di
Abbraccio Eder ha appena segnato il 2-2 e festeggia con Conte (Action IMages) tutti, accoglieranno gli azzurri allo Stadium per l’amichevole contro l’Inghilterra: «Cosa mi aspetto? Di abbracciare mia figlia». Perché il c.t. a Torino ci vive e pazienza se il rapporto con la Juventus si è definitivamente compromesso dopo i fatti, le parole, le smentite del venerdì assurdo vissuto dalla Nazionale sul caso Marchisio: «Su questo chi vuole capire, capisce» chiosa Conte, che liquida anche John Elkann, secondo cui un c.t. deve selezionare e non allenare: «Ha ragione, ha ragione…».
Ma è vero il contrario, perché Conte si sente un allenatore, lo ha sempre detto. Non un selezionatore. E uscire da questo dilemma potrebbe voler dire anche uscire dalla Nazionale prima del previsto. Per il presidente Tavecchio, che nel pieno della crisi tecnica ed istituzionale post Brasile aveva accolto Conte come il salvatore (e il parafulmine) della patria calcistica, la situazione è molto difficile da gestire. Per gli attacchi esterni, ma anche per il «fuoco amico» se si vuole eventualmente considerare non perfetta la gestione medica del caso Marchisio: «L’ho visto scosso dopo le polemiche di venerdì — ha detto Tavecchio parlando di Conte —. È infastidito per tutte le cose che sono uscite sui social network. Ci ho parlato a lungo e sereno non è. E questo non ci fa piacere. Questi fatti hanno procurato delle tensioni in un giovane che si vede anche
Il presidente Figc «Noi difendiamo il tecnico: è il meglio che potevamo trovare. Elkann? Non replico»
vilipeso per cose per le quali non ha alcuna colpa. Noi difendiamo il tecnico: è il meglio che potevamo trovare. Elkann? Non ho intenzione di replicare alle sue parole. La Juve ha fatto la storia del calcio italiano, è la prima squadra italiana anche nel ranking europeo e la teniamo in considerazione come tale e la ringraziamo. Lì finisce la questione, ci sono altre 19 squadre che fanno il campionato».
Ma quando chiedono a Conte se l’assenza di Marchisio peserà di più alla Juve o alla Nazionale, lui si alza e se ne va. Ci sarà davvero posto per tutti e due i mondi — quello bianconero e quello azzurro — tra due giorni allo Stadium?
Castellacci 1 Mai parlato di lesione totale, i tre radiologi che hanno scritto il referto sono esperti Castellacci 2 Il nostro è un referto medico, quello della Juve è un comunicato di una società Castellacci 3 Ci sono giocatori che convivono con lesioni parziali continuando a giocare
Da sette mesi a sette giorni (circa) di prognosi, il surreale pomeriggio di Claudio Marchisio che ha lasciato Coverciano all’ora di pranzo con il sospetto che la sua stagione fosse finita ed è uscito dalla clinica Fornaca di Torino alle 11 di venerdì sera con il cuore così gonfio di felicità da accarezzare l’ipotesi di volare in Bulgaria per giocare con la Nazionale. Al di là delle battute, utili a sdrammatizzare un caso che ha esasperato la tensione tra Conte e la Juventus e rischiato di rovinare l’avvicinamento dei bianconeri ai quarti di finale di Champions League contro il Monaco, rimane la guerra dei referti clinici.
È una storia di legamenti per fortuna sani e di rapporti tesi. Fabio Fanfani, responsabile dell’omonima struttura nel cuore di Firenze, una delle più famose della Toscana, in cui Marchisio è stato sottoposto alla prima risonanza magnetica, ribadisce con forza la diagnosi della sua struttura, poi veicolata dal professor Castellacci attraverso la Federcalcio: «Non abbiamo mai parlato di lesione totale, ma subtotale (cioè parziale) del legamento crociato anteriore destro, sottoscritta da tre radiologi che vantano un’esperienza trentennale».
La guerra delle risonanze è clamorosa. Quella dell’istituto di analisi fiorentino è stata inviata in tempo reale sia al professor Castellacci che allo stesso Marchisio ed entrambi la conservano sul telefonino. La Juve, invece, ha negato qualsiasi lesione. Nel mezzo navigano mille ipotesi e ballano le interpretazioni. «Il nostro è un referto medico, quello della Juve un comunicato di una società», precisa il dottor Fanfani che aggiunge: «Ci sono casi di giocatori che convivono con lesioni parziali continuando la propria attività agonistica».
Il ginocchio destro di Marchisio è tormentato: nel 2009 è stato operato di menisco e nell’agosto 2013, durante la Supercoppa italiana, era andato k.o. per una lesione al collaterale mediale. Ma è impensabile che i vecchi infortuni abbiano condizionato il primo esame. E allora cosa può essere cambiato in meno 10 ore? Il professor Castellacci, responsabile medico della Nazionale, è risentito per come è stato tirato in mezzo alla vicenda: « Il nostro comportamento è stato lineare. Abbiamo deciso di sottoporre Marchisio a esami radiologici e subito dopo lo abbiamo rimandato alla Juventus, tutto nella massima trasparenza. Ho fiducia nei colleghi radiologi, sia quelli di Torino che di Firenze. I referti sono diversi e un po’ di dubbi dentro di me li conservo. Se il secondo dice una cosa, non è detto che il primo sia sbagliato…». Resta la soddisfazione di Marchisio, che si è sottoposto a controlli e test di stabilità e ha cominciato le terapie per la distorsione al ginocchio. Il Principino, secondo la Juve, dovrebbe essere pronto già per la sfida prepasquale contro l’Empoli, ma Allegri lo risparmierà: da decidere se il centrocampista tornerà a Firenze nella semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina il 7 aprile o se sarà rilanciato la settimana successiva nell’andata dei quarti di finale della Champions contro il Monaco. La partita più importante della primavera bianconera.