Corriere della Sera

Vettel, il lusso di sognare in rosso

Hamilton in pole, poi c’è Seb. Dissidio Raikkonen -Arrivabene che lo riprende: «Più concentrat­o»

- DALLA NOSTRA INVIATA

La lezione della Malesia, comunque finirà la gara, è che la Ferrari può permetters­i di sognare. L’anno scorso non veniva nemmeno voglia. Certo, serve che la Mercedes non sia perfetta e serve la pioggia, come si è visto ieri, quando Sebastian Vettel ha confermato di essere uno dei piloti più forti in qualifica (e sul bagnato), magari anche meglio di Fernando Alonso (ma in gara i valori sono diversi), che, 18° non per colpa sua con la McLaren, snobba il risultato dell’erede in rosso: «Sono qui per lottare un giorno per la pole, non per la prima fila».

L’istinto da killer di Seb sul giro secco è un bel punto fermo per i ferraristi, storicamen­te in difficoltà il sabato. L’anno scorso, con la Red Bull e sempre con le gomme intermedie, Vettel era finito nella stessa identica posizione: 2° dietro Hamilton a un decimo di distacco. A dimostrazi­one che, in questo risultato, c’è molto di suo. «Ha tirato fuori ogni singolo centesimo dalla macchina», commenta felice il d.t. James Allison. Un giro perfetto come quello che, sotto la pioggia, fece a Monza nel 2008 con la Toro Rosso, per la sua prima pole: chi si compliment­ava in cuffia, era lo stesso ingegnere di oggi, Riccardo Adami.

Così, la conquista della prima fila dopo 38 Gp (l’ultimo era stato Massa, in Malesia nel 2013), dietro al solo Hamilton e 4 decimi davanti a Rosberg, resterà nella storia minima di questa stagione. Così come resterà il primo dissidio tra Kimi Raikkonen e Maurizio Arrivabene, che hanno fornito in mondovisio­ne due interpreta­zioni opposte del cattivo risultato del finlandese, costretto a partire 11°. Per Kimi è colpa della squadra: l’ha mandato fuori

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