Alfredo Pontecorvi
Professore di endocrinologia, Università Cattolica, Policlinico Gemelli, Roma
Gli ormoni tiroidei sono essenziali per la vita, perché sono coinvolti in tutti meccanismi metabolici dell’organismo. A volte, però, la tiroide è un po’ pigra o, al contrario, troppo attiva. In quest’ultimo caso si parla di ipertiroidismo, condizione da non sottovalutare, in particolare negli anziani, nei quali può compromettere ulteriormente un quadro cardiologico spesso già delicato. «L’ipertiroidismo rientra nell’ampio capitolo delle tireotossicosi, condizioni caratterizzate da livelli eccessivi di ormoni tiroidei nel sangue — spiega Alfredo Pontecorvi, professore di endocrinologia all’Università Cattolica e al Policlinico Gemelli di Roma —. L’ipertiroidismo è provocato da una maggiore produzione di ormoni da parte della tiroide. Livelli elevati di ormoni tiroidei nel sangue possono derivare anche da somministrazione esterna (per esempio, c’è chi li usa in modo illecito per dimagrire) o da infiammazioni della tiroide (come la tiroidite subacuta), in cui cellule tiroidee danneggiate si rompono e rilasciano in circolo gli ormoni. Può esserci quindi tireotossicosi senza ipertiroidismo». Quali sono le cause più frequenti? «La malattia di Graves-Basedow è la forma più diffusa di ipertiroidismo. È causata da autoanticorpi che si legano alle cellule tiroidee e le stimolano. Ha una predilezione per le donne, soprattutto tra i 20 e i 40 anni, ed esordisce spesso in modo rapido e violento. Altra causa frequente è l’adenoma di Plummer. In questo caso il fattore scatenante è un nodulo benigno che produce troppi ormoni tiroidei. Un’altra forma di ipertiroidismo, conseguenza di carenza cronica di iodio alimentare, è il gozzo multinodulare tossico, causato da più noduli iperfunzionanti. L’ipertiroidismo si instaura lentamente e per questo si manifesta più spesso in età avanzata. Va curato bene perché può complicare un quadro cardiologico spesso già compromesso dall’età e da altre malattie intercorrenti». Quali sono i sintomi caratteristici? «Quando l’ipertiroidismo si instaura in modo graduale sono sfumati. La malattia di GravesBasedow invece di solito dà disturbi più evidenti, fra cui aumento di volume della tiroide (gozzo), aumento della frequenza cardiaca, (che può richiedere un tempestivo intervento specie quando si trasforma in fibrillazione atriale, una perdita di ritmo da parte del cuore che pompa sangue in modo caotico), sudorazione eccessiva, rapido dimagrimento (anche 5-7 Kg in un mese), tremori, insonnia, nervosismo e stanchezza profonda e, infine, sintomi oculari, come gli occhi in fuori ( esoftalmo). Con il tempo possono comparire diarrea, perdita dei capelli, alterazioni mestruali». Quali sono le cure possibili? «Si può ricorrere a tre strategie terapeutiche principali: trattamento farmacologico, terapia radio-metabolica e chirurgia. In prima battuta si ricorre alla terapia medica, che prevede principalmente la somministrazione di farmaci (metimazolo) che bloccano la sintesi degli ormoni tiroidei. In caso di tireotossicosi senza ipertiroidismo, per esempio in presenza di una tiroidite subacuta, si usa il cortisone per ridurre l’infiammazione. La terapia radio-metabolica, basata sulla somministrazione orale di una dose di iodio radioattivo, che si concentra nelle cellule tiroidee iperfunzionanti distruggendole, è di solito usata nei pazienti anziani che non rispondono alla terapia medica o presentano rischi per l’intervento chirurgico. L’approccio chirurgico prevede in genere l’asportazione dell’intera tiroide o di un solo lobo tiroideo nel caso dell’adenoma di Plummer»
3 T3 e T4
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TSH
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