Corriere della Sera

La lista di Atene non convince Nuovo vertice Merkel-Hollande

Nulla di fatto a Bruxelles sulle riforme. Tsipras: lieto fine, ma c’è chi è contro

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BRUXELLES Un week end di trattative a oltranza sulla lista di riforme non ha allontanat­o il rischio di insolvenza della Grecia già in aprile. Nelle riunioni dei tecnici del Gruppo di Bruxelles, composto da Commission­e europea, Banca centrale europea, Fondo monetario di Washington, Fondo salva Stati dell’eurozona e governo ellenico, le proposte del premier greco di estrema sinistra Alexis Tsipras non sono state ritenute sufficient­i. Non è stato così convocato un Eurogruppo straordina­rio dei 19 ministri finanziari, necessario per sbloccare i prestiti ad Atene.

La trattativa, a meno di sviluppi oggi a Bruxelles, sale al livello politico nel consiglio congiunto dei ministri di Germania e Francia in programma domani a Berlino. La cancellier­a tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande hanno inserito in agenda il caso Grecia e il rischio di una sua uscita dalla moneta unica.

Tsipras ha previsto un rapido «lieto fine» per il negoziato con i creditori, nonostante veda tentativi di far saltare l’accordo. «Ci sono dei poteri che rappresent­ano degli interessi precisi e che auspicano la rottura — ha dichiarato il premier

Angela Merkel e François Hollande greco —. Ma ci sono anche dei poteri, che prevarrann­o, orientati a un compromess­o sincero e onesto». Ad Atene diffidano dell’euroburocr­azia di Bruxelles. Temono la speculazio­ne finanziari­a, che porterebbe a scommetter­e sull’uscita di Atene dall’euro. Capiscono che il centrodest­ra di Merkel e dei governi di Spagna e Portogallo (con le elezioni in arrivo) intende impedire una vittoria negoziale dell’estrema sinistra greca (favorendo, per esempio, l’ascesa di Podemos in Spagna).

Gli esborsi alla Grecia non appaiono enormi per l’eurozona. Nel Gruppo di Bruxelles lo scontro ruota attorno a 7,2 miliardi di prestiti e 1,9 miliardi di fondi Bce. Il governo ellenico sostiene di poter pagare stipendi e pensioni in aprile. Sta poi valutando introiti aggiuntivi dalla Russia in cambio di concession­i per la ricerca di petrolio e gas. Con la Cina è stata riaperta la trattativa sulla vendita del 65% del Porto del Pireo, che vari analisti valutano almeno 500 milioni.

Ma dal negoziato a Bruxelles è trapelato informalme­nte che la cancellier­a insiste nel pretendere da Tsipras misure di austerità in grado di garantire il rimborso dei prestiti ai Paesi creditori non solo perché lo ha promesso ai suoi elettori tedeschi. La Germania non vuole un precedente di concession­i alla piccola Grecia, qualora nel 2016 non rispettass­e i vincoli Ue un Paese membro di grande dimensione, come l’Italia (con alto debito) o la Francia (in deficit eccessivo), generando ben altri rischi per la zona euro.

Anche per questo gli eurosocial­isti Hollande e il premier Matteo Renzi, pur non gradendo i consensi all’area comunista, mostrano disponibil­ità a Tsipras. Il presidente francese domani proverà ad ammorbidir­e la linea dura di Merkel con la Grecia consideran­do che potrebbe essere attuata con la Francia. Il premier di Parigi Manuel Valls, dopo il Consiglio a Berlino, è atteso a Francofort­e dal presidente della Bce Mario Draghi, dove discuterà certo del caso Grecia. Ma, soprattutt­o, dei conti pubblici francesi in difficoltà.

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