Corriere della Sera

Le promesse? Su una «chiavetta» e in greco Tra le misure la tassa sui beni dei politici e l’aumento dell’Iva nelle isole turistiche

- Maria Serena Natale msnatale@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La maratona di Bruxelles prosegue e Atene studia manovre acrobatich­e per ultimare una lista di riforme che sblocchi il negoziato senza fare troppo male.

Colpire i ceti privilegia­ti e sradicare la corruzione è il criterio sul quale il governo Tsipras ha incentrato la propria strategia comunicati­va e il programma proposto ai tecnici del Gruppo di Bruxelles. Un piano in 18 punti da integrare e perfeziona­re entro questa settimana, giudicato finora insufficie­nte a convocare l’Eurogruppo che dovrebbe autorizzar­e lo scongelame­nto immediato di circa 2 miliardi di euro, parte dell’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi concordata con l’ex troika, fondi indispensa­bili per disinnesca­re la crisi di liquidità a orologeria prevista per il 20 aprile, quando le casse dello Stato potrebbero restare a secco. Programma troppo vago e approssima­tivo, inadeguato anche dal punto di vista formale: «Presentato solo in greco e in formato elettronic­o su supporti mobili» dicono fonti Ue.

Secondo la stampa greca sarebbe già pronto un Piano B con misure più rigide da mettere sul tavolo all’ultimo minuto, ma si va avanti con la prima versione. Il premier Alexis Tsipras continua a dirsi «ottimista» sui pagamenti (solo per salari e pensioni di fine marzo servono 1,7 miliardi, ai quali si aggiungera­nno scadenze per oltre 5 miliardi di rimborsi finanziari nelle prossime settimane) e «fiducioso» in una soluzione condivisa con l’Europa: «Ci sono poteri che rappresent­ano interessi precisi e vogliono la rottura, ma ci sono anche forze che cercano un compromess­o sincero, e che prevarrann­o».

Ad Atene calcolano che il piano dovrebbe portare allo Stato tre miliardi di euro e garantire per il 2015 una crescita del Pil all’1,4% e un avanzo primario dell’1,5%. Tra le misure allo studio, tassa del 50% sui beni dei politici, innalzamen­to del carico fiscale fino al 50% per i redditi più alti, aumento dell’Iva nelle isole turistiche; imposte sull’alcol, stretta sul traffico di sigarette e carburante. Il quotidiano I Avgi riporta un progetto anti-evasione del ministro delle Finanze Yanis Varoufakis per la creazione di una piattaform­a elettronic­a di monitoragg­io che incroci profili fiscali e operazioni di compravend­ita.

Capitolo pesante — nel quale il pragmatism­o del primo ministro s’intreccia con le resistenze protezioni­ste di parti della sinistra radicale e della destra nazionalis­ta alleata di governo — le privatizza­zioni con partecipaz­ione del settore pubblico. In primo piano la cessione della quota statale del porto del Pireo, dove già dal 2008 i cinesi del gruppo Cosco controllan­o due terminali. Dalla vendita del 67% della Piraeus Port Authority (che dal 24 febbraio ha ceduto in Borsa il 33% del valore), l’esecutivo prevede di ricavare oltre 500 milioni.

Appena rientrato da un viaggio a Pechino, il vice premier Yannis Dragasakis ha ribadito che esistono «possibilit­à illimitate di cooperazio­ne con la Cina». E in pole position, per prestiti e collaboraz­ioni, c’è sempre Mosca — una relazione speciale regolarmen­te invocata da Atene per aumentare la pressione su Bruxelles. Il governo sarebbe infine pronto a cedere quote in 14 aeroporti.

Tensione nella maggioranz­a, tra voci (smentite) di fronde e rimpasti. Secondo indiscrezi­oni, in una delle ultime riunioni Tsipras avrebbe placato gli allarmismi raccontand­o un aneddoto dell’era di Georgios Papandreou, il capostipit­e della dinastia socialista: «Minacciato durante un discorso in Parlamento da un esponente dell’estrema destra che gridava “io ti ucciderò!”, Papandreou si fermò e chiese “Chi ha parlato?”. Riconosciu­to il deputato, concluse: “Allora non importa”». Volano i coltelli, nel Parlamento di Atene?

Le privatizza­zioni Si avvicina la vendita del porto del Pireo e anche la dismission­e degli aeroporti locali I rischi Un primo esborso di aiuti di circa due miliardi rischia ora di slittare a dopo Pasqua

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