Piano di Berlusconi per rottamare i veterani
Tensione sulle liste, verso un tetto ai mandati. Ipotesi Toti in Liguria, si tratta ancora con Fitto in Puglia Il leader: noi la maggioranza del buonsenso, non siamo portatori né di estremismi né di disfattismi
«Non possiamo continuare a farci surclassare dai giovani di Renzi e Salvini. Anche Forza Italia ha bisogno di gente nuova. Il rinnovamento nelle liste di queste Regionali dev’essere la prova generale di quello che faremo alle Politiche». No, non era un’iniziativa dei berlusconiani della cerchia ristretta, che negli ultimi giorni avevano insistito sempre più sul tema della «rottamazione » . E non è nemmeno l’ennesima volta in cui l’«operazione rinnovamento» viene minacciata dentro FI soltanto per ragioni tattiche. Dietro la scelta di votare pagina, e dietro l’esigenza di ridurre al minimo le candidature degli «over 65»e di chi ha già fatto tre mandati, c’è il sigillo di Arcore. E c’è Silvio Berlusconi in persona: «Adesso voglio gente nuova nelle liste».
Che non sia l’ennesima boutade «giovanilistica» lo dimostrano le paure della vecchia guardia forzista. E anche l’eterogeneo fronte — dai verdiniani ad Altero Matteoli, passando per l’area di Raffaele Fitto — che ieri l’altro s’è accodato al j’accuse di Paolo Romani. E così ieri mattina, a margine del convegno di Antonio Tajani, Mariarosaria Rossi ha impresso un’altra accelerazione sul rinnovamento: «Possiamo discutere se tre mandati siano pochi. Ma nove sono senz’altro troppi», ha spiegato la senatrice. E ancora: «Questo non significa “escludere”. Ma dobbiamo aprire alle nuove leve. E il banco di prova di questo ricambio saranno le Regionali».
C’è chi giura che, ad Arcore, stiano facendo una ricognizione — regione per regione — per censire i consiglieri di lungo corso. E che un identico lavoro, senz’altro più agevole, sia stato fatto per stilare l’elenco dei parlamentari che hanno già tre mandati sul groppone. «C’è gente che continua a lottare per fare un ultimo giro di giostra. E non s’è resa conto che gli italiani, se non ci sbrighiamo, chiuderanno il nostro luna park», è la battuta di Giovanni Toti. Che aggiunge: «Basta con chi fa il tappo al rinnovamento e con tutti quei satrapi orientali che si ergono a paladini della democrazia dopo aver devastato le Regioni». Un
Alfio Marchini, erede di una famosa famiglia di costruttori legati all’ex Pci svolta a destra? Non del tutto, ancora. Ma sta nascendo un amore tra Forza Italia (e anche Ncd) e l’imprenditore che due anni fa sfidò — da indipendente — centrosinistra (Ignazio Marino), centrodestra (Gianni Alemanno) e M5s (Marcello De Vito) nella corsa a sindaco di Roma. Sabato pomeriggio Marchini era l’ospite d’onore al dibattito organizzato dal senatore Francesco Giro e da Antonio Tajani e ha scaldato la platea, che lo ha applaudito spesso. Se Renzi non fa una mossa, gli ex pdl potrebbero aver trovato il loro «papa straniero». messaggio per Fitto e anche per la pattuglia che s’è accodata alla denuncia di ieri l’altro di Romani.
Il Berlusconi versione rottamatore, stavolta, sembra fare sul serio. Ieri, intervenendo telefonicamente al convegno di Tajani, ha attaccato Renzi («Siamo irrilevanti in Ue, il nostro semestre s’è chiuso senza risultati») e, soprattutto, ha preso le distanze dalla linea di Salvini («Ci sono partiti che fanno dell’estremismo e dell’antieuropeismo la loro bandiera. Noi rappresentiamo il buon senso»). Segno che l’accordo con la Lega, comunque vicino, ancora non è stato chiuso. In Liguria, dove le voci di un impegno diretto di Toti sono sempre più insistenti, si tratta di aspettare qualche giorno.
E la Puglia? Ufficialmente, le posizioni del commissario berlusconiano Vitali e del «ribelle» Fitto sono ancora distanti. Le condizioni del primo, «stabilite con Berlusconi», sono: Fitto faccia la sua lista e, dei sette consiglieri uscenti, possiamo discutere al massimo di cinque. L’eurodeputato, incassato un mezzo assist del candidato governatore Schittulli, prende tempo. «Che si candidi pure, se vuole», gli ha mandato a dire Mariarosaria Rossi. Ma il lieto fine è meno lontano di quanto non sembri.