Corriere della Sera

Piano di Berlusconi per rottamare i veterani

Tensione sulle liste, verso un tetto ai mandati. Ipotesi Toti in Liguria, si tratta ancora con Fitto in Puglia Il leader: noi la maggioranz­a del buonsenso, non siamo portatori né di estremismi né di disfattism­i

- Tommaso Labate

«Non possiamo continuare a farci surclassar­e dai giovani di Renzi e Salvini. Anche Forza Italia ha bisogno di gente nuova. Il rinnovamen­to nelle liste di queste Regionali dev’essere la prova generale di quello che faremo alle Politiche». No, non era un’iniziativa dei berlusconi­ani della cerchia ristretta, che negli ultimi giorni avevano insistito sempre più sul tema della «rottamazio­ne » . E non è nemmeno l’ennesima volta in cui l’«operazione rinnovamen­to» viene minacciata dentro FI soltanto per ragioni tattiche. Dietro la scelta di votare pagina, e dietro l’esigenza di ridurre al minimo le candidatur­e degli «over 65»e di chi ha già fatto tre mandati, c’è il sigillo di Arcore. E c’è Silvio Berlusconi in persona: «Adesso voglio gente nuova nelle liste».

Che non sia l’ennesima boutade «giovanilis­tica» lo dimostrano le paure della vecchia guardia forzista. E anche l’eterogeneo fronte — dai verdiniani ad Altero Matteoli, passando per l’area di Raffaele Fitto — che ieri l’altro s’è accodato al j’accuse di Paolo Romani. E così ieri mattina, a margine del convegno di Antonio Tajani, Mariarosar­ia Rossi ha impresso un’altra accelerazi­one sul rinnovamen­to: «Possiamo discutere se tre mandati siano pochi. Ma nove sono senz’altro troppi», ha spiegato la senatrice. E ancora: «Questo non significa “escludere”. Ma dobbiamo aprire alle nuove leve. E il banco di prova di questo ricambio saranno le Regionali».

C’è chi giura che, ad Arcore, stiano facendo una ricognizio­ne — regione per regione — per censire i consiglier­i di lungo corso. E che un identico lavoro, senz’altro più agevole, sia stato fatto per stilare l’elenco dei parlamenta­ri che hanno già tre mandati sul groppone. «C’è gente che continua a lottare per fare un ultimo giro di giostra. E non s’è resa conto che gli italiani, se non ci sbrighiamo, chiuderann­o il nostro luna park», è la battuta di Giovanni Toti. Che aggiunge: «Basta con chi fa il tappo al rinnovamen­to e con tutti quei satrapi orientali che si ergono a paladini della democrazia dopo aver devastato le Regioni». Un

Alfio Marchini, erede di una famosa famiglia di costruttor­i legati all’ex Pci svolta a destra? Non del tutto, ancora. Ma sta nascendo un amore tra Forza Italia (e anche Ncd) e l’imprendito­re che due anni fa sfidò — da indipenden­te — centrosini­stra (Ignazio Marino), centrodest­ra (Gianni Alemanno) e M5s (Marcello De Vito) nella corsa a sindaco di Roma. Sabato pomeriggio Marchini era l’ospite d’onore al dibattito organizzat­o dal senatore Francesco Giro e da Antonio Tajani e ha scaldato la platea, che lo ha applaudito spesso. Se Renzi non fa una mossa, gli ex pdl potrebbero aver trovato il loro «papa straniero». messaggio per Fitto e anche per la pattuglia che s’è accodata alla denuncia di ieri l’altro di Romani.

Il Berlusconi versione rottamator­e, stavolta, sembra fare sul serio. Ieri, intervenen­do telefonica­mente al convegno di Tajani, ha attaccato Renzi («Siamo irrilevant­i in Ue, il nostro semestre s’è chiuso senza risultati») e, soprattutt­o, ha preso le distanze dalla linea di Salvini («Ci sono partiti che fanno dell’estremismo e dell’antieurope­ismo la loro bandiera. Noi rappresent­iamo il buon senso»). Segno che l’accordo con la Lega, comunque vicino, ancora non è stato chiuso. In Liguria, dove le voci di un impegno diretto di Toti sono sempre più insistenti, si tratta di aspettare qualche giorno.

E la Puglia? Ufficialme­nte, le posizioni del commissari­o berlusconi­ano Vitali e del «ribelle» Fitto sono ancora distanti. Le condizioni del primo, «stabilite con Berlusconi», sono: Fitto faccia la sua lista e, dei sette consiglier­i uscenti, possiamo discutere al massimo di cinque. L’eurodeputa­to, incassato un mezzo assist del candidato governator­e Schittulli, prende tempo. «Che si candidi pure, se vuole», gli ha mandato a dire Mariarosar­ia Rossi. Ma il lieto fine è meno lontano di quanto non sembri.

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