Corriere della Sera

Dal supplente all’impiegata: i 7 carneadi di M5S

Regionali, chi sono i candidati selezionat­i via web. Ma c’è chi avrebbe voluto nomi già noti

- Emanuele Buzzi

«Nel 2016 dovremo riconquist­are il Comune con un candidato sindaco che sarà la sintesi della nostra storia». Per finire: «Da Milano poi faremo ripartire anche l’Italia, dove siamo la maggioranz­a vera e naturale».

I sostenitor­i dell’ipotesi spiegano che le elezioni per il successore di Giuliano Pisapia cadranno subito la fine della sospension­e del leader azzurro dopo la sospension­e per due anni dai pubblici uffici. Certo, Berlusconi avrebbe ottant’anni. Ma alla scadenza della legislatur­a, nel 2018, sarebbero sarebbero 82. La candidatur­a a sindaco potrebbe essere una scintillan­te e anche generosa conclusion­e

L’allarme l’ha lanciato Gianrobert­o Casaleggio un paio di settimane fa, con l’accusa rivolta ai media di «ignorare totalmente la presenza del Movimento» alle Regionali «nonostante — ha detto lo stratega — siamo stati i primi a identifica­re i candidati». Per i Cinque Stelle si preannunci­a una campagna elettorale ostica. I sondaggi in gran parte delle sette Regioni chiamate al voto indicano risultati confortant­i (superiori per intenderci al 13% strappato in Emilia Romagna a novembre), ma al tempo stesso ridimensio­nano le chance di vittoria. Eppure militanti e simpatizza­nti sognano di strappare un feudo, sopratutto in quelle aree dove il M5S si è distinto negli ultimi anni.

Proprio per questo, negli ultimi mesi, alcuni di loro hanno invocato la discesa in campo di un nome forte (Luigi Di Maio in Campania) o la creazione di alleanze con segmenti diversi della società civile (Liguria). I candidati — Valeria Ciarambino (in Campania), Alice Salvatore (Liguria), l’esperto di comunicazi­one Giovanni Maggi (Marche), Giacomo Giannarell­i (Toscana), la laureanda in architettu­ra Antonella Laricchia (Puglia), Laura Alunni (Umbria),

Veneto

Jacopo Berti, 31 anni, di Padova, è il candidato 5 Stelle per la poltrona di governator­e di cambiament­o — continua Salvatore commentand­o i numeri ventilati che oscillano tra il 16 e il 23% —, perché la Liguria è in disfacimen­to». I sondaggi? «Utili per pulire il vetro della macchina» per Berti, che non mostra alcun timore dalla sfida con Luca Zaia, Flavio Tosi e Alessandra Moretti: «Se la sfida è difficile, rendo meglio», commenta l’imprendito­re che ha una start-up per il commercio online. E lancia le sue proposte per il Veneto: «Con l’abolizione dei vitalizi finanziare il microcredi­to per le imprese. E lanciare il referendum per l’autonomia della Regione».

Ciarambino invece si dice «felice di doversi confrontar­e con cariatidi della politica come De Luca e Caldoro», teme l’astensioni­smo e sottolinea la forte componente femminile della pattuglia Cinque Stelle: «Da noi non esistono le quote rosa: per me sono un’offesa alla donne, rischiano di ghettizzar­le. Il nostro metodo le premia. Gli altri, quelli con le quote rosa in Campania mettono le donne in ruoli marginali, io sono la prima candidata governatri­ce nella storia della Regione».

Il caso Di Maio Nel movimento in molti avrebbero preferito in Campania la candidatur­a di Di Maio

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