ITALIA DIGITALE, IL TEMPO (QUASI SCADUTO) DEL GOVERNO
Doveva essere il primo esperimento in Italia di Usac, Ufficio semplificazioni affari complicati: le semplificazioni non sono arrivate, le complicazioni sono, almeno per il governo che dovrà metterci una pezza, aumentate. Il caso dell’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale, rischia di diventare la vera cartina di tornasole della capacità del premier Renzi di passare dalle parole ai fatti. Si potrà dire che l’uscita di Alessandra Poggiani, che lascia vacante il posto di direttore generale, non poteva essere prevista. Ma anche che la selezione non era stata delle migliori.
Per guidare l’Agid nella sua difficile missione di abbattere il burosaurus rex — la burocrazia che non ne vuole sapere di estinguersi — ci vogliono super competenze digitali ma anche una approfondita conoscenza della struttura amministrativa. Lo Stato è fatto come tanti silos non comunicanti. È un enorme apparato con sacche di eccellenza e di inefficienza elisabettiana. La legge fisica dei vasi comunicanti, che dovrebbe perlomeno allineare i livelli, non funziona nei silos. Basterebbe ricordare che il burosaurus nel replicare su Internet la sua struttura ha dato vita a 50 mila siti differenti: uno ogni 1.200 cittadini italiani. La struttura a silos non è solo un retaggio della Prima Repubblica impegnata a spartire il più possibile per avere tanti capi: tutti gli Stati moderni hanno una architettura simile, ma hanno capito che lo Stato va trovato prima di essere digitalizzato.
Ora si tratta di ripartire daccapo: oggi si riavvia la macchina della selezione. Ci saranno gara, curricula, proposte. Dopo il flop di Agostino Ragosa, il predecessore di Alessandra Poggiani che aveva tentato di applicare allo Stato la logica dei server Ibm (sarebbe bastato un buon documentario sulle origini di Apple per evitare un nuovo ritardo), e quello della Poggiani, ora il tempo è scaduto. Oltre c’è solo un capolavoro beckettiano: Aspettando Godot. Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it