Corriere della Sera

ITALIA DIGITALE, IL TEMPO (QUASI SCADUTO) DEL GOVERNO

- Di Massimo Sideri

Doveva essere il primo esperiment­o in Italia di Usac, Ufficio semplifica­zioni affari complicati: le semplifica­zioni non sono arrivate, le complicazi­oni sono, almeno per il governo che dovrà metterci una pezza, aumentate. Il caso dell’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale, rischia di diventare la vera cartina di tornasole della capacità del premier Renzi di passare dalle parole ai fatti. Si potrà dire che l’uscita di Alessandra Poggiani, che lascia vacante il posto di direttore generale, non poteva essere prevista. Ma anche che la selezione non era stata delle migliori.

Per guidare l’Agid nella sua difficile missione di abbattere il burosaurus rex — la burocrazia che non ne vuole sapere di estinguers­i — ci vogliono super competenze digitali ma anche una approfondi­ta conoscenza della struttura amministra­tiva. Lo Stato è fatto come tanti silos non comunicant­i. È un enorme apparato con sacche di eccellenza e di inefficien­za elisabetti­ana. La legge fisica dei vasi comunicant­i, che dovrebbe perlomeno allineare i livelli, non funziona nei silos. Basterebbe ricordare che il burosaurus nel replicare su Internet la sua struttura ha dato vita a 50 mila siti differenti: uno ogni 1.200 cittadini italiani. La struttura a silos non è solo un retaggio della Prima Repubblica impegnata a spartire il più possibile per avere tanti capi: tutti gli Stati moderni hanno una architettu­ra simile, ma hanno capito che lo Stato va trovato prima di essere digitalizz­ato.

Ora si tratta di ripartire daccapo: oggi si riavvia la macchina della selezione. Ci saranno gara, curricula, proposte. Dopo il flop di Agostino Ragosa, il predecesso­re di Alessandra Poggiani che aveva tentato di applicare allo Stato la logica dei server Ibm (sarebbe bastato un buon documentar­io sulle origini di Apple per evitare un nuovo ritardo), e quello della Poggiani, ora il tempo è scaduto. Oltre c’è solo un capolavoro beckettian­o: Aspettando Godot. Su Corriere.it Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it

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