La favola di Eder, il gol che ti cambia la vita
Dallo Stato di Santa Catarina a Empoli, azzurro grazie al bisnonno veneto, l’esplosione alla Samp Ha salvato Conte: «La Nazionale un ripiego? Assolutamente no, ho segnato una rete italiana»
Il brasiliano compatto che tifa per la Seleçao e inseguiva la convocazione di Dunga ha dato un calcio ai sogni del passato e evitato a Conte la prima brutta sconfitta della sua carriera azzurra. «È un gol italiano», racconta orgoglioso Citadin Martins, conosciuto come Eder, raccogliendo dentro di sé l’orgoglio dopo le polemiche che hanno accompagnato il suo battesimo azzurro.
L’acuto è un pezzo di bravura: un destro secco, forte, angolato, specialità della casa. Semplicemente perfetto, il primo in azzurro, «dove voglio rimanere a lungo», promette senza nascondersi le difficoltà: «Non mi esalto perché so che il difficile viene adesso». Un conto è stato convincere il c.t. a provarlo dopo l’eccellente stagione nella Sampdoria, condita da 9 gol, l’ultimo all’Inter di Mancini, e 5 assist che hanno fruttato 17 punti. Un altro rimanere in pianta stabile nel gruppo che tra quindici mesi andrà (dovrebbe) all’Europeo. «Quello è il mio obiettivo», racconta con la determinazione di chi viene da lontano nella zona mista del Levski Stadium, nel gelo di una notte infernale. Ma lui, colmo di felicità, il freddo quasi non (a.b.) Conte trova due azzurri in più per l’Inghilterra, due terzini, uno dell’Inter e uno del Milan: Davide Santon (foto) e Ignazio Abate, che si sono uniti al gruppo ieri mattina e nel pomeriggio si sono allenati allo stadio Olimpico. Buffon ha smaltito la febbre, Bertolacci ha superato i guai alla spalla e il ginocchio di Florenzi ha smesso di fare i capricci. Oggi, dentro lo Stadium, il tecnico azzurro proverà l’Italia anti Inghilterra. lo sente ed è così felice che evita di alzare i toni nei confronti di chi lo avrebbe tenuto fuori dal giro azzurro, a cominciare da Roberto Mancini: «Non ho risposto male all’allenatore dell’Inter perché rispetto le opinioni di tutti. Anche se lo stesso rispetto lo chiedo per me. La polemica sugli oriundi è inutile ma continuerà in eterno».
Eder è nato nello Stato di Santa Catarina, si è messo in luce nel Criciuma, è stato portato in Italia dall’Empoli quando aveva 17 anni e ha preso il passaporto del nostro Paese grazie al bisnonno Battista Righetto partito da Nove, un paesino del Veneto. L’Italia, intesa come Nazionale, più che una scelta del cuore è un’occasione professionale dopo anni di polvere e provincia, ora anche una sfida da vivere a cento all’ora e non è un caso che, dopo aver segnato al primo tiro in porta di una partita complicata, sia corso ad abbracciare Conte. Subito dopo ha dato il cinque all’italianissimo Pellè, che ha fatto il percorso inverso e la gloria l’ha trovata in Inghilterra. «Sono contento per Eder, abbiamo giocato insieme nella Sampdoria e gli ho lasciato la maglia numero 17, con cui ho segnato al debutto contro Malta. È una Inevitabile, in un momento così caldo della stagione, un turnover massiccio. Buffon tornerà titolare dentro il suo stadio; nella difesa (a tre) probabile l’impiego di Ranocchia e Moretti ai lati di Bonucci. A centrocampo, nonostante sia stato deludente contro la Bulgaria, la regia dovrebbe toccare ancora a Verratti, mentre gli interni potrebbero essere Soriano a destra e uno tra Florenzi e Parolo a sinistra con il romanista favorito se darà garanzie fisiche. Gli esterni nel 3-5-2 potrebbero essere Cerci e Santon anche se in corsa resta pure Abate. Pellè e Eder le punte sperimentate ieri. Intanto monta l’attesa per la sfida del cuore con l’Inghilterra, domani sera alle 20,45. Torino sta rispondendo bene: sono già stati venduti 25 mila biglietti ed è facile immaginare che si arriverà almeno a 35 mila.. coincidenza, certo, ma sono contento per lui. Ci saranno sempre quelli pro e quelli contro gli oriundi, ma noi siamo felici di avere un giocatore umile come Eder», racconta il gigante Graziano.
Eder e Pellè potrebbe essere la coppia titolare domani sera allo Stadium contro l’Inghilterra, la medicina per provare a guarire dal mal d’attacco vista l’involuzione dei titolari Zaza e Immobile. Ieri, dentro l’Olimpico granata, Conte ha provato il centravanti del Southampton accanto al doriano, che nel fisico e un po’ nei movimenti assomiglia a Tevez ma che di strada per raggiungere Carlitos ne dovrà fare parecchia. Però Eder è un ragazzo sereno e determinato, totalmente a proprio agio nella nuova realtà: «Sono proprio felice di aver segnato un gol che ci ha evitato la sconfitta su un campo tradizionalmente ostico per l’Italia come quello di Sofia».
Ora il Brasile è davvero più lontano «e l’Italia non è un ripiego», assicura in attesa della prima maglia titolare e di una nuova vita. Magari, in estate, anche di una nuova squadra. Un gol, a volte, può cambiarti la vita.