Corriere della Sera

Caccia al capo del commando (da Pantelleri­a)

Ucciso l’ideatore dell’attacco del 18 marzo: scoperto da un aereo Usa partito dall’Italia

- di Guido Olimpio @guidoolimp­io © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

WASHINGTON Non possono essere solo coincidenz­e. Nei giorni successivi alla strage del Bardo, per l’intelligen­ce Usa un aereo partito da Pantelleri­a ha dato la caccia ai terroristi sul Jbel Chambi, nell’ovest della Tunisia. Una missione seguita dall’uccisione da parte delle forze locali di una dozzina di militanti. Tra loro vi sarebbe anche Lokmane Abu Shaker, leader della Kataeb Okba ibn Nafa, fazione sospetta di aver organizzat­o l’attacco al museo di Tunisi costato la vita a 22 persone.

Il governo ha precisato che unità speciali sono riuscite a localizzar­e un gruppo di islamisti nella regione di Gafsa, a sud dei monti Chambi. Ne è nata una sparatoria conclusasi con la morte di diversi estremisti. Oltre a Abu Shaker sono caduti nella battaglia Mimoune l’Algerino e Naucer Matri. Perdite che se confermate dai test del Dna — c’è sempre un margine di dubbio — rappresent­ano un colpo duro per il nucleo eversivo. La brigata, dedicata a un condottier­o musulmano del VII secolo, è apparsa con una certa consistenz­a attorno al 2013 e si è resa protagonis­ta di una lunga serie di attacchi.

Secondo alcune valutazion­i Okba conta su circa 150 elementi affiliati, inizialmen­te, ad Al Qaeda nella terra del Maghreb. In settembre però si sarebbe spostata sulle posizioni dell’Isis dichiarand­o supporto ma senza fare il rituale giuramento di fedeltà, il bayat. E — secondo le autorità — l’attentato al Bardo sarebbe rientrato in una strategia di solidariet­à con il Califfato. Un modus operandi che bene inquadra una realtà dove a volte il legame ideologico è meno rigido o comunque suscettibi­le di mutamenti a seconda delle esigenze.

Tunisi ha schierato risorse importanti contro la brigata ottenendo il supporto dei francesi e degli americani. Membri delle Special Forces statuniten­si sarebbero coinvolte in alcuni interventi al fianco delle truppe locali. Ed è in questa cornice che rientra l’attività di un aereo per l’intelligen­ce Usa, un MC12W, versione civile di Beechcraft King Air 350, dotato di sensori, apparati per intercetta­re le comunicazi­oni e altri sistemi piuttosto sofisticat­i. Il velivolo, appartenen­te alla Aircraft Logistic Group LLC, società privata che collabora con il Pentagono, ha usato l’aeroporto di Pantelleri­a come punto d’appoggio. Da qui si è messo in caccia sul Jbel Chambi.

Una presenza segnalata su Internet dal blog «Observatio­ns confidenti­elles » di Baki@7ourMansou­r che ne ha seguito i movimenti sul sito Flighradar­24. È possibile che l’MC12W, impiegato con successo dall’Iraq all’Afghanista­n, abbia scoperto tracce interessan­ti poi usate dai tunisini per localizzar­e i terroristi.

Gli Usa, oltre a Pantelleri­a, hanno utilizzato in chiave antiterror­e le installazi­oni di Sigonella (Sicilia), dove dispongono di unità pronto intervento, droni e aerei. Una presenza con una proiezione tattica verso il Nord Africa, specie in Paesi dove è impossibil­e o difficile avere una base.

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