L’ok per le armi (solo al poligono) nonostante i dubbi dei carabinieri
Il numero è il «290600» e la lettera di serie la «N». Il libretto «290600-N» ( in foto) rilasciato il 4 maggio 2011 dalla Questura di Milano racconta la risposta a una domanda: il motivo per cui Claudio Giardiello possedeva regolarmente un’arma. Il libretto lo autorizzava all’esercizio dello sport del tiro a volo e al porto di fucile. La richiesta per l’ottenimento fu avanzata ai carabinieri di Brugherio nel 2009. L’assassino era già in possesso del permesso per la detenzione di armi. I carabinieri, nel girare per competenza la pratica alla polizia, si riservarono una considerazione: Giardiello potrebbe non essere idoneo per reati in corso. Quali erano i reati? Estorsione con violenza, a detta dei carabinieri, violenze e truffa, a detta della Questura. L’esame della pratica da parte della polizia durò un anno e mezzo, fino alla conclusione il 4 maggio 2011. In quell’anno e mezzo, sostengono le forze dell’ordine, le accuse si conclusero con il parere «negativo» dei giudici che archiviarono tutti i diversi casi. Dunque per la polizia, normative alla mano, non sussistevano ostacoli per la concessione. Non fu un’anomalia in quanto la prassi, piaccia o no, è questa: piuttosto è la regola comune per le centinaia di licenze concesse ogni anno (i dinieghi scatenano ricorsi al Tar puntualmente accolti e che obbligano lo Stato al risarcimento). Erano necessari, ai fini dell’ottenimento dei permessi, accertamenti su corpo e psiche di Giardiello? La «regola» prevede il certificato del medico di famiglia portato all’Asl. Siccome poi, a pratica in corso, era passato del tempo dalla visita iniziale, Giardiello ne fece un’altra. Esito identico. Alla fine, dalla Questura, ci fu un’unica avvertenza: l’obbligo delle lenti. Sempre secondo le normative in materia non sarebbero servite «verifiche» periodiche (il libretto ha come naturale scadenza il 2017). Che cosa contempla l’autorizzazione per l’esercizio del tiro a volo? Che l’arma rimanga senza colpi in una custodia e che così arrivi al poligono. L’autorizzazione non è un porto d’armi, che invece può «accompagnare» quasi ovunque il proprietario. Claudio Giardiello, con il libretto «290600-N», aveva chiesto e ottenuto anche il porto di fucile. Ma nelle sua denuncia di armi detenute c’era soltanto la pistola della strage in Tribunale, una Beretta 98.