Corriere della Sera

Berlusconi-Alfano, intesa in Campania È rottura con Fitto

Puglia, Schittulli senza FI che seleziona altri nomi

- Tommaso Labate

La rosa Per gli azzurri in ballo i nomi di Luigi Vitali, Francesco Paolo Sisto e Adriana Poli Bortone

A conti fatti, l’unica notizia buona della sua giornata e che, al tramonto, Silvio Berlusconi si ritrova in tasca l’accordo con Angelino Alfano per la Campania, dove entrambi sosterrann­o Stefano Caldoro. E forse anche quello per le Marche, dove Forza Italia e il Nuovo centrodest­ra si ritroveran­no dietro la bandiera del governator­e uscente Gianmario Spacca. Quanto alla Puglia, il canovaccio di ieri conferma tutti i più oscuri presagi della vigilia. «Schittulli s’è appiattito sulle posizioni di Fitto? Bene», è il messaggio che il presidente di Forza Italia recapita al commissari­o del partito Luigi Vitali, «comunichia­mogli pure che non è più il nostro candidato. E che ne cercheremo un altro insieme alla Lega». Messaggio che il luogotenen­te berlusconi­ano a Bari s’incarica di pubblicizz­are a mezzo stampa prima dell’ora di cena. «Abbiamo già deciso. Schittulli non è più il nostro candidato».

Riavvolgen­do il nastro della giornata, a mezzogiorn­o va in scena la presentazi­one della coalizione Schittulli. Al tavolo mancano i berlusconi­ani, che avevano dato il via libera alla ricandidat­ura dei consiglier­i uscenti ma non a quella degli altri fittiani.

È l’oncologo che si fa carico di tirare le somme. «Forza Italia si è autoesclus­a. Io ho posto delle condizioni e Fitto le ha accettate. Ha accettato di fare una lista aggiuntiva… Mentre invece dai forzisti non ho ancora avuto risposte», dice di fronte ai giornalist­i, preoccupan­dosi anche di lasciare uno spiraglio nel caso in cui «i berlusconi­ani decidesser­o darci la loro disponibil­ità».

Parallelam­ente, a Villa Certosa, un Berlusconi sempre più deciso a rompere col tandem Schittulli-Fitto riceve la telefonata di Paolo Romani. È il capogruppo al Senato, infatti, che s’incarica di un tentativo di mediazione che finora non ha avuto esiti. «Presidente, non possiamo andare divisi. Alla fine delle Regionali, l’unica cosa che conterà sarà la media dei risultati ottenuti dal partito, non il nome dei consiglier­i eletti», è la sua argomentaz­ione. Ma l’appello, almeno per ora, cade nel vuoto. E l’ex premier decide di tirare dritto verso un’altra strada.

Quale? Semplice. Quella sperimenta­re in Puglia, e quindi al Sud, il ritrovato asse del Nord con il Carroccio di Matteo Salvini. Quanto al cavallo da schierare, la strada maestra è quella di convincere uno tra Luigi Vitali, il deputato Francesco Paolo Sisto e l’ex ministro Adriana Poli Bortone a fare il grande passo e a correre da governator­e. Strada non semplice soprattutt­o per quest’ultima, che ha già smentito un suo impegno diretto e che nei giorni scorsi ha partecipat­o a più iniziative in compagnia di Schittulli.

La guerra con Fitto, intanto, è lontana dallo scontro finale. Si andrà avanti a mo’ di guerriglia. «Io avevo chiesto il minimo sindacale. E cioè di schierare i candidati migliori. Comunque sia, resto nel partito. La battaglia per adesso la faccio da qua dentro», spiega agli amici l’eurodeputa­to. Berlusconi, dalla sua, continua a dirsi «amareggiat­o e deluso da tutti quelli che, pur di difendere le poltrone, stanno continuand­o ad allontanar­e gli elettori da noi».

La Puglia, insomma, certifica la situazione di una Forza Italia sempre più in frantumi. In cui non c’è soltanto la guerra interna con l’area Fitto, a tenere banco. Ma anche la crescente insofferen­za del fronte che risponde a Denis Verdini. Quest’ultimo, nei giorni scorsi, avrebbe minacciato ferro e fuoco nel caso in cui FI avesse benedetto la corsa a governator­e toscano dell’ex sindaco di Pietrasant­a Massimo Mallegni, a lui inviso. Berlusconi, per adesso, ha raffreddat­o l’ipotesi. Ma il partito rimane una polveriera. Che la più banale delle micce, adesso, può fare esplodere.

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