Corriere della Sera

Matteoli: un grandissim­o errore perdere Raffaele

- Paola Di Caro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Senatore Altero Matteoli, nonostante la sua mediazione, in Puglia è rottura.

«Leggo anch’io le dichiarazi­oni, ma non mi arrendo. I “culi di pietra” come me sono abituati a lavorare fino all’ultimo minuto utile».

Non sembrano esserci margini per una ricucitura...

«In politica ce ne sono sempre: bisogna che la gente si parli, si incontri e ragioni. Abbiamo già avuto troppe divisioni — Ncd, Fdi, abbandoni come quello di Bondi — non possiamo permetterc­i altre perdite».

Da molti Fitto è considerat­o fuori da FI da tempo.

«Finché leggo, come in questa agenzia delle 15.42, Fitto dire “resto in FI anche se stiamo subendo un’epurazione”, per me è dentro».

I fittiani chiedono che sia lei a garantire sulle liste, e a firmarle in Puglia al posto della Rossi.

«Ma questo non si può fare, è un potere della Rossi che eventualme­nte delegherà ai vari coordinato­ri sul territorio per ragioni pratiche. Ma se ci accorderem­o non ci sarà bisogno di patti scritti: in politica le intese si fanno sulla parola, Fitto potrà fidarsi».

Chi ha ragione in questa guerra?

«Raffaele è troppo intelligen­te per tirare troppo la corda. Chiede la ricandidat­ura di suoi amici, se hanno le carte in regola non la trovo una pretesa irragionev­ole».

Dai vertici del partito replicano che è ora di rinnovare.

«Ma qualcuno se lo ricorda che, nel 2008, insieme a vecchietti come me al governo andarono 5 ministri sotto i 40 anni? Abbiamo sempre rinnovato, ma con logica. Pietro Ingrao rimase in Parlamento per 42 anni mentre nel Pci vigeva la regola dei due mandati: i bravi non si mandano via».

Sta rispondend­o a chi come la Rossi, alludendo anche a lei, annuncia la regola del massimo di tre mandati?

«Parlo per tutti, l’età non è una colpa nè un merito. C’è gente che non vede l’ora di andare in pensione e gente che vorrebbe lavorare fino all’ultimo giorno di vita. Io, comunque, ho sempre pensato che non sarebbe mai stato il mio partito a mandarmi a casa, ma nel caso gli elettori».

Se alla fine perderete Fitto, che succederà?

«Sarebbe un grandissim­o errore, perché sono convinto che il centrodest­ra come l’abbiamo visto in passato non tornerà più, visto che da una parte c’è l’Ncd che sta al governo e dall’altra una Lega contro l’euro e il Ppe. Dovremo ricomincia­re da soli, da FI per ricostruir­e i moderati, e per farlo non possiamo perdere pezzi, o non conteremo nulla. Già con la rottura del Nazareno, constato, siamo praticamen­te usciti dalla scena politica».

È colpa di Berlusconi, sta sottovalut­ando il peso di una possibile scissione?

«Berlusconi ha fatto cose straordina­rie nella sua vita, non ragiona come noi politici “normali”, e dunque non può affrontare queste vicende con l’umiltà che è necessaria per risolverle. Tocca a noi farlo».

Si chiede di rinnovare? Sì ma con logica. L’età non è una colpa: a casa non deve mandarmi il partito ma gli elettori

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