Matteoli: un grandissimo errore perdere Raffaele
Senatore Altero Matteoli, nonostante la sua mediazione, in Puglia è rottura.
«Leggo anch’io le dichiarazioni, ma non mi arrendo. I “culi di pietra” come me sono abituati a lavorare fino all’ultimo minuto utile».
Non sembrano esserci margini per una ricucitura...
«In politica ce ne sono sempre: bisogna che la gente si parli, si incontri e ragioni. Abbiamo già avuto troppe divisioni — Ncd, Fdi, abbandoni come quello di Bondi — non possiamo permetterci altre perdite».
Da molti Fitto è considerato fuori da FI da tempo.
«Finché leggo, come in questa agenzia delle 15.42, Fitto dire “resto in FI anche se stiamo subendo un’epurazione”, per me è dentro».
I fittiani chiedono che sia lei a garantire sulle liste, e a firmarle in Puglia al posto della Rossi.
«Ma questo non si può fare, è un potere della Rossi che eventualmente delegherà ai vari coordinatori sul territorio per ragioni pratiche. Ma se ci accorderemo non ci sarà bisogno di patti scritti: in politica le intese si fanno sulla parola, Fitto potrà fidarsi».
Chi ha ragione in questa guerra?
«Raffaele è troppo intelligente per tirare troppo la corda. Chiede la ricandidatura di suoi amici, se hanno le carte in regola non la trovo una pretesa irragionevole».
Dai vertici del partito replicano che è ora di rinnovare.
«Ma qualcuno se lo ricorda che, nel 2008, insieme a vecchietti come me al governo andarono 5 ministri sotto i 40 anni? Abbiamo sempre rinnovato, ma con logica. Pietro Ingrao rimase in Parlamento per 42 anni mentre nel Pci vigeva la regola dei due mandati: i bravi non si mandano via».
Sta rispondendo a chi come la Rossi, alludendo anche a lei, annuncia la regola del massimo di tre mandati?
«Parlo per tutti, l’età non è una colpa nè un merito. C’è gente che non vede l’ora di andare in pensione e gente che vorrebbe lavorare fino all’ultimo giorno di vita. Io, comunque, ho sempre pensato che non sarebbe mai stato il mio partito a mandarmi a casa, ma nel caso gli elettori».
Se alla fine perderete Fitto, che succederà?
«Sarebbe un grandissimo errore, perché sono convinto che il centrodestra come l’abbiamo visto in passato non tornerà più, visto che da una parte c’è l’Ncd che sta al governo e dall’altra una Lega contro l’euro e il Ppe. Dovremo ricominciare da soli, da FI per ricostruire i moderati, e per farlo non possiamo perdere pezzi, o non conteremo nulla. Già con la rottura del Nazareno, constato, siamo praticamente usciti dalla scena politica».
È colpa di Berlusconi, sta sottovalutando il peso di una possibile scissione?
«Berlusconi ha fatto cose straordinarie nella sua vita, non ragiona come noi politici “normali”, e dunque non può affrontare queste vicende con l’umiltà che è necessaria per risolverle. Tocca a noi farlo».
Si chiede di rinnovare? Sì ma con logica. L’età non è una colpa: a casa non deve mandarmi il partito ma gli elettori