«No all’eterologa a pagamento» Il giudice boccia la Lombardia
Il Consiglio di Stato: è una discriminazione. La Regione: difenderemo la nostra scelta
«È una discriminazione far pagare l’eterologa interamente alle coppie». Il Consiglio di Stato con questa motivazione ha annullato il provvedimento deciso dalla Regione Lombardia, equiparandola al resto delle regioni italiane. I trattamenti di fecondazione assistita, che prevedono l’impiego di gameti (spermatozoi e ovociti) donati da una persona estranea ai genitori, dovranno essere gratuiti anche in tutti i centri pubblici di procreazione assistita che rientrano sotto l’amministrazione del governatore Roberto Maroni.
A settembre la giunta aveva remato controcorrente stabilendo che il pacchetto di cure sarebbe stato escluso dai Lea, la lista delle prestazioni rimborsate al cittadino, «fino all’arrivo di una legge nazionale». Invece i tribunali sono stati più veloci nell’esaminare i ricorsi presentati da due associazioni, Sos infertilità e Medicina democratica. Dopo il no del Tar che lo scorso dicembre aveva legittimato la delibera lombarda, la situazione è stata ribaltata. Con una nota ufficiale la Regione Lombardia ha ribadito che «difenderà nelle prossime udienze le sue scelte fondate su motivazioni di ordine legislativo e non economico»
Il Consiglio di Stato sostiene che i costi a carico della coppia avrebbero creato una disparità rispetto a chi non ha bisogno di una donazione e può accedere gratuitamente alla fecondazione omologa. In attesa del giudizio di merito, l’atto della Regione è stato sospeso perché nel frattempo quanti non possono permettersi di pagare di tasca propria (fino a 4 mila euro la cifra da prevedere nel bilancio familiare) sarebbero costretti ad aspettare rischiando di superare l’età fertile. I giudici insistono: «Quanto al diritto alla salute inteso come comprensivo della salute psichica oltre che fisica non sono dirimenti le differenze» tra i due tipi di fecondazione (con o senza donazione).
Era preparata a questo epilogo la ministra Beatrice Lorenzin: «Non mi stupisce. L’eterologa è stata reintrodotta in Italia proprio perché la Consulta riteneva ci fosse una discriminazione economica fra le coppie». Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni, rimarca: «Abbiamo lavorato per la tutela delle persone che vorrebbero avere una famiglia con bambini».
L’eterologa è gratuita in tutta Italia, salvo ticket. Solo la Campania non ha preso decisioni su come applicare il documento sottoscritto dalla Conferenza delle Regioni a settembre. Il ministero ha ultimato il lavoro sulle nuove linee guida per l’applicazione della legge 40 (procreazione assistita) e sta per trasmetterle al Consiglio superiore di sanità. Erano ferme al 2004, prima che il testo fosse stravolto da tribunali e Corte costituzionale. La prossima settimana la Consulta potrebbe far cadere l’ultimo puntello dell’originario impianto. Il divieto che impedisce alle coppie fertili con malattie genetiche trasmissibili la possibilità di eseguire la diagnosi preimpianto sugli embrioni, per sperare di avere figli sani.