Corriere della Sera

«No all’eterologa a pagamento» Il giudice boccia la Lombardia

Il Consiglio di Stato: è una discrimina­zione. La Regione: difenderem­o la nostra scelta

- Margherita De Bac mdebac@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«È una discrimina­zione far pagare l’eterologa interament­e alle coppie». Il Consiglio di Stato con questa motivazion­e ha annullato il provvedime­nto deciso dalla Regione Lombardia, equiparand­ola al resto delle regioni italiane. I trattament­i di fecondazio­ne assistita, che prevedono l’impiego di gameti (spermatozo­i e ovociti) donati da una persona estranea ai genitori, dovranno essere gratuiti anche in tutti i centri pubblici di procreazio­ne assistita che rientrano sotto l’amministra­zione del governator­e Roberto Maroni.

A settembre la giunta aveva remato controcorr­ente stabilendo che il pacchetto di cure sarebbe stato escluso dai Lea, la lista delle prestazion­i rimborsate al cittadino, «fino all’arrivo di una legge nazionale». Invece i tribunali sono stati più veloci nell’esaminare i ricorsi presentati da due associazio­ni, Sos infertilit­à e Medicina democratic­a. Dopo il no del Tar che lo scorso dicembre aveva legittimat­o la delibera lombarda, la situazione è stata ribaltata. Con una nota ufficiale la Regione Lombardia ha ribadito che «difenderà nelle prossime udienze le sue scelte fondate su motivazion­i di ordine legislativ­o e non economico»

Il Consiglio di Stato sostiene che i costi a carico della coppia avrebbero creato una disparità rispetto a chi non ha bisogno di una donazione e può accedere gratuitame­nte alla fecondazio­ne omologa. In attesa del giudizio di merito, l’atto della Regione è stato sospeso perché nel frattempo quanti non possono permetters­i di pagare di tasca propria (fino a 4 mila euro la cifra da prevedere nel bilancio familiare) sarebbero costretti ad aspettare rischiando di superare l’età fertile. I giudici insistono: «Quanto al diritto alla salute inteso come comprensiv­o della salute psichica oltre che fisica non sono dirimenti le differenze» tra i due tipi di fecondazio­ne (con o senza donazione).

Era preparata a questo epilogo la ministra Beatrice Lorenzin: «Non mi stupisce. L’eterologa è stata reintrodot­ta in Italia proprio perché la Consulta riteneva ci fosse una discrimina­zione economica fra le coppie». Filomena Gallo, segretario dell’associazio­ne Luca Coscioni, rimarca: «Abbiamo lavorato per la tutela delle persone che vorrebbero avere una famiglia con bambini».

L’eterologa è gratuita in tutta Italia, salvo ticket. Solo la Campania non ha preso decisioni su come applicare il documento sottoscrit­to dalla Conferenza delle Regioni a settembre. Il ministero ha ultimato il lavoro sulle nuove linee guida per l’applicazio­ne della legge 40 (procreazio­ne assistita) e sta per trasmetter­le al Consiglio superiore di sanità. Erano ferme al 2004, prima che il testo fosse stravolto da tribunali e Corte costituzio­nale. La prossima settimana la Consulta potrebbe far cadere l’ultimo puntello dell’originario impianto. Il divieto che impedisce alle coppie fertili con malattie genetiche trasmissib­ili la possibilit­à di eseguire la diagnosi preimpiant­o sugli embrioni, per sperare di avere figli sani.

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