La lezione di Mortillaro, sindacalista d’impresa E Callieri: ha cambiato le relazioni industriali
Contratto metalmeccanici in salita, difficile la piattaforma comune Fiom, Fim, Uilm
«L’impresa non è un luogo di antagonismo ma un contesto di approccio al benessere comune». La pensava così Felice Mortillaro, storico dirigente di Ferdermeccanica, ricordato ieri dal figlio Duccio, durante un incontro voluto dalla Fondazione Corriere della Sera. «Con i contratti del ‘79 e del ‘90 Mortillaro ha rivoluzionato il modo di fare relazioni industriali», ha spiegato Carlo Callieri, già vicepresidente di Confindustria, ma anche direttore del personale di Fiat Auto nel 1980, ai tempi della marcia dei 40 mila. Nonostante la fama da falco, ieri Callieri, ricordando l’amico-collega, non ha nascosto la commozione.
Quelle di Mortillaro sull’azienda come luogo della costruzione del benessere comune sono parole scritte oltre vent’anni fa. Un’eredità ideale sempre più difficile da far vivere nei fatti. Lo ha dimostrato bene il botta e risposta tra i protagonisti delle relazioni industriali di oggi, riuniti per ricordare il manager-professore scomparso nel ‘95. Parla chiaro il presidente di Federmeccanica Fabio Storchi quando si tratta di tracciare le linee guida del prossimo contratto della categoria. «Con la crisi abbiamo perso il 30% della produzione, il 25% della capacità produttiva e 300 mila addetti», fotografa Storchi sul palco dell’incontro a cui hanno partecipato anche il direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli e il giuslavorista Tiziano Treu. Morale: «Il prossimo sarà un contratto di garanzia Niente ricchezza da redistribuire.
Il presidente di Federmeccanica si augura che a firmare il contratto ci sia la Fiom insieme con Fim e Uilm. A giudicare da quanto sentito ieri l’obiettivo non è a portata di mano. «Il contratto riusciremo a salvarlo se la Fiom si prende la responsabilità di garantire un milione e mezzo di lavoratori», ha sottolineato Rocco Palombella a capo della Uil. « Voglio una piattaforma che abbia chance di diventare un contratto», è entrato nel merito Marco Bentivogli della Fim. Senza risparmiare critiche alla Fiom: «Fare un sindacato velleitario e di opposizione politica vuol dire aiutare Confindustria». Lui, Maurizio Landini, unico in maglioncino nocciola tra cravatte e grisaglie, non si è scomposto. E si è detto convinto che il progetto della coalizione sociale non metta in discussione l’unità sindacale. D’altra parte, lo aveva detto Felice Mortillaro in una delle sue ultime interviste citata dallo storico Giulio Sapelli: «E’ stato un errore lasciare scorrere con poco profitto gli anni ‘80 in cui c’erano le condizioni per riformare la società». Ora è tutto più difficile.