Corriere della Sera

Il grattaciel­o Intesa Sanpaolo «Simbolo dell’integrazio­ne»

Bazoli: l’etica nel nostro modo di fare banca. Applausi per Salza

- DALLA NOSTRA INVIATA Paola Pica

Seduto sui gradini della serra bioclimati­ca che ha voluto in cima alla torre, alberi fioriti e tappeti di timo, Renzo Piano dice che «il futuro è dove dobbiamo andare» e la scommessa che nei 166 metri di questo grattaciel­o tra i più sostenibil­i al mondo tiene insieme una banca e una città, Torino, è «vivere la nostra contempora­neità, interpreta­rla senza retoriche nostalgie del passato». Pochi minuti dopo e alcuni piani più in basso, nell’auditorium a geometrie variabili, tocca a Giovanni Bazoli mettere in fila passato e futuro, aprendo il convegno d’inaugurazi­one della torre costata quasi mezzo miliardo di euro e non pochi mal di pancia dentro e fuori la banca. «La realizzazi­one del grattaciel­o è stata parte integrante della fusione da cui è nata Intesa Sanpaolo» afferma il presidente del consiglio di Sorveglian­za e fondatore della Il grattaciel­o L’edificio è stato realizzato da Renzo Piano, è alto 166 metri ed è costato circa 500 milioni Un’altra seduta positiva per il titolo Saipem, che ieri ha guadagnato un altro 1%. Dall’inizio del mese di aprile, da quando cioè è stato sciolto il nodo del nuovo consiglio di amministra­zione con la designazio­ne di Stefano Cao (foto) come Ceo (e Paolo Colombo presidente), il titolo della società di servizi petrolifer­i (posseduta dall’Eni con il 43% del capitale) è risalito del 16%. La corsa è stata agevolata anche dal rialzo del prezzo del barile, che tra alti e bassi è comunque risalito dai minimi di metà-fine gennaio fino a riportarsi (ieri) alla quota dei 57 dollari. Con Saipem, sul listino italiano, son saliti anche i titoli di Tenaris e della stessa Eni. superbanca insieme con l’allora numero uno del Sanpaolo di Torino, Enrico Salza. Proprio alla determinaz­ione di quest’ultimo, salutato da un caldo applauso della sala, che si deve la realizzazi­one di un progetto contrastat­o a più riprese fuori e dentro la banca. « Il nuovo gruppo nasceva con le iniziative del grattaciel­o da realizzare, anche se nessuno sottovalut­ava difficoltà e oneri», racconta Bazoli. I costi sono stati «monitorati costanteme­nte» ma l’obiettivo è rimasto fermo sulla costruzion­e di un’opera di «rilevanza civile», spazio-simbolo aperto ai cittadini,«segno dei tanti domani». L’affermazio­ne, dice Bazoli, «di un modo di essere che ci differenzi­a da chi ritiene che la missione sia quella di massimizza­re il risultato economico senza attenzione ad altro. Sono convinto che se un banchiere risponde anche a una sensibilit­à di tipo etico la banca ne trarrà benefici». Per il consiglier­e delegato Carlo Messina il grattaciel­o è il simbolo «di una banca che fa le cose e nel 2015 erogherà 37 miliardi di euro di crediti, una cifra superiore a quella della manovra». Gian Maria Gros-Pietro, presidente (torinese) del consiglio di gestione, del nuovo direzional­e che accoglie 2 mila dipendenti sottolinea il «rispetto dell’ambiente. La nostra banca è e vuole essere sempre più rispettosa, nel senso più ampio del termine, quello fisico e sociale in cui opera». La giornata lascia spazio anche a qualche consideraz­ione sulle vicende editoriali, in vista di una decisione sulla direzione del Corriere della Sera. Con l’adesione di Intesa Sanpaolo alla lista di maggioranz­a di Rcs si ripristina la coesione tra i soci», osserva Bazoli. «Mi auguro che tra gli azionisti di Rcs ci sia condivisio­ne su una rosa di candidati a ricoprire il ruolo di direttore del Corriere».

L’edificio

Il grattaciel­o di Intesa Sanpaolo a Torino (166 metri) è il nuovo centro direzional­e. Ospita 2.000 dipendenti

Si tratta di un’opera realizzata in 5 anni con mezzo miliardo di investimen­to (

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