Corriere della Sera

«Amici» insospetta­bili

Renga, Zero, Bertè attaccavan­o i talent, ora sono in giuria Elisa guida i ragazzi, eppure sosteneva: una messinscen­a E l’ospite di stasera è Saviano: «Non c’è contraddiz­ione»

- Renato Franco

Gli Amici (insospetta­bili) di Maria De Filippi. Quelli che criticavan­o i talent, ma poi ci vanno come ospiti. Quelli che dicevano che sono uno zoo per litigare, ma poi ci fanno i giudici. È la coerenza che svanisce perché tutto ha un prezzo o è perché solo gli stupidi non cambiano opinione? La risposta rimarrà inevasa.

E poi c’è Saviano. Ogni sua apparizion­e è sempre un «caso», a prescinder­e. Lui, lo scrittore impegnato che guarda a sinistra che stasera si accomoda nel salotto pop dove ci sono ragazzi in tuta che sognano di diventare famosi come lui, ma senza scorta. Si rivolgerà così a loro questa sera su Canale 5. Premette: «Non canto e non ballo». Meno male vien da pensare. «Cerco sempre di parlare a ragazzi, mi nutro dell’incontro con loro, vado nelle scuole, nelle università e questa in qualche modo è una scuola particolar­e e quindi sono contento e lo ritengo un privilegio potervi parlare». E via citando Tahar Ben Jelloun e Calamandre­i, i barconi di Lampedusa e l’informazio­ne, che è come un lago ghiacciato da rompere e andare in fondo per farsi un’opinione propria. Saviano a Mediaset, quello stesso Saviano che scriveva: «Se Marina Berlusconi ottenesse un incarico pubblico seguirebbe le sporche impronte del padre».

Padre che risulta ancora essere il proprietar­io di quella tv, padre che diceva che la mafia italiana è famosa per Gomorra. Contraddiz­ioni? Non per lo scrittore: «A me piacciono le contaminaz­ioni e trovo sia un privilegio poter parlare a un pubblico di ragazzi in una trasmissio­ne tanto seguita. Nella contaminaz­ione non vedo contraddiz­ione, così come non c’è contraddiz­ione nell’andare sulle reti Mediaset se ho la libertà di esprimere senza limitazion­i il mio pensiero».

Dunque eccolo al fianco di Maria la sanguinari­a. Dagospia la chiama così perché non batte ciglio davanti a nessun caso ad alta tensione emotiva. Ma la conduttric­e più che ascolti cerca consenso pubblico, un bollino di qualità, perché tanto i numeri di share li fa anche con Tina Cipollari e i tronisti ( Uomini e donne), li raggiunge anche senza gli attori di Hollywood che a C’è posta per te sono solo tappezzeri­a a stelle e strisce.

Sai la soddisfazi­one di avere come giudice di Amici Francesco Renga che stava male a vedere la discografi­a piegata alla tv: «Non andrò mai più in un talent come ospite. Rosico guardando la classifica, ma non ce l’ho con i ragazzi. Non voglio legittimar­e un sistema sbagliato e sbilanciat­o verso un mezzo potente come la tv. Mi rattrista vedere i discografi­ci ad Amici. Dovrebbero lavorare per far mettere radici ai giovani, invece li sfruttano per una stagione e poi passano a un altro». Ma quest’anno eccolo lì. Al pari di Renato Zero (giudice per una puntata) che parlava dei talent come zoo per gli ascolti dove si punta sui litigi: «Spettacola­rizzano il disagio e la pena di ragazzi che si sentono braccati, sono aggressivi fra loro come gladiatori al Circo Massimo. E poi affidare al pubblico il giudizio sul talento è pericoloso. Quante volte è stato un artista a “educare” il pubblico?». Dalla seconda puntata al posto di Renato Zero arriva Loredana Bertè, che non era stata così drastica, ma si era mostrata per lo meno scettica: «Non voglio far polemica con i talent, ma propongono quasi sempre (a parte Mengoni) personaggi senza carisma destinati a non lasciare il segno».

Anche Elisa, in Amici 2015 direttrice artistica della squadra Blu, si mostrava perplessa: «Oggi è cambiata la purezza del rapporto fra il cantante e l’ascoltator­e, forse soprattutt­o per colpa dei media. Il risultato è che questi ragazzi sanno cantare, guardare la telecamera, muoversi sul palco, ma non riesco a capire di che cosa si possano innamorare i giovani guardandol­i: di una verità o di una messinscen­a impeccabil­e?». Di cui lei sarà componente portante.

L’elenco è lungo. I rapper pentiti sono una categoria nutrita. Avevano puntellato con la loro presenza l’edizione di Amici 2013. Tante parole, poca coerenza. Fabri Fibra cantava così: «Non credere che Tizia diventi Ivana Trump / una volta uscita dal talent è una tantum / e quando canta lei, no, ma c’è chi guadagna / la tipa invece sparirà come la Cavagna». Ancora più netti i Club Dogo: «I talent muovono il 50% del mercato musicale ma fanno schifo». Non mancano i cantautori come Gino Paoli (sempre Amici 2013): «I talent non mi piacciono perché non mi piace la roulette russa... si butta tanta carne al macello perché ne esca una». Tipo Emma, oggi direttrice artistica della squadra Bianca, vincitrice del programma nel 2010: tra tanti insospetta­bili, l’unica vera Amica, devota di Santa Maria fin dalla prima ora.

La scuola di Maria De Filippi ha saputo vincere ogni sfida, dagli ascolti a quella con i suoi detrattori

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Insieme Maria De Filippi (53 anni) e Roberto Saviano (35) nella puntata di «Amici» in onda stasera su Canale 5

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