ESPROPRIO CREATIVO DODICI GIOVANI ARTISTI ALL’OPERA NELL’EX FABBRICA: «RIPENSIAMO IL RAPPORTO TRA UOMO E CITTÀ »
In un mondo in cui i giovani reclamano spazi per vedere la luce dei loro sogni più artistici, Fondazione Bracco riapre le porte del suo stabilimento storico. Un capannone di 4 mila metri quadri su due livelli, oltre a una piazza di 3 mila metri all’aperto dove un gruppo di street artist sta sparando dalle sue bombolette un murales di 60 metri quadri di benvenuto.
Posti così a Berlino o Zurigo li hanno inventati da tempo. Fanno parte del tessuto sociale e attirano come calamite fuori dal centro più storico la meglio gioventù locale. A Milano era necessario. «Mostrami Factory @Folli50.0» sarà un cantiere artistico, culturale e sociale. Nasce da un incontro, casuale e per questo intenso e produttivo, con il collettivo di giovani artisti Mostrami. Un movimento nato nel 2010 e che oggi riunisce la creatività di 730 artisti emergenti e una community di oltre 23 mila appassionati d’arte contemporanea.
«Noi avevamo un immenso spazio industriale a cui volevamo dare un senso riconvertendolo, loro cercavano un contenitore per i loro progetti» racconta Elisabetta Patti, responsabile dei progetti culturali della Fondazione Bracco. «Folli 50.0 » nasce per esprimere l’identità storica del luogo, rimarcando l’aspirazione al futuro prossimo e all’innovazione. Via Folli è una piccola strada nel cuore del quartiere di Lambrate a Milano, stretta tra il fiume Lambro e la tangenziale est. Una volta qui c’era solo erba.
L’aperitivo del Salone, dal 13 al 19 aprile, sarà la vetrina di un progetto che poi resterà nutrimento urbano (come il titolo della collettiva che inaugura lunedì), con attività diverse ogni giorno, dal 14 maggio al 1 nolazione vembre. «Nel senso che sarà un progetto pilota anche per noi, che inizia aprendo le porte ai creativi di tutto il mondo che verranno a Milano in questi mesi, ma magari potrà camminare anche nelle stagioni primaverili anche dopo Expo » spiega Patti.
Durante i mesi di Expo giovani gli artisti di Mostrami allestiranno una grande mostra tematica collettiva al mese, affiancata da installazioni, personali e attività collaterali come corsi e laboratori di arte, musica, teatro, design e fotografia.
«Nutrimento Urbano» unirà i lavori di 12 artisti, per indagare la complessa e delicata interazione tra l’uomo e la città, intesa per una volta non come grigio aggregatore di costruzioni discordanti e discutibili ma come un insieme di situazioni in grado di spingere i soggetti a riscoprire la bellezza di associarsi. Di fare qualcosa di nuovo insieme. Sotto i riflettori non ci sono solo centri abitativi, ma soprattutto uomini che ambiscono ad essere animali sociali. La mostra sarà uno degli eventi più attesi del FuoriSalone. Altro spazio sarà dedicato a «I Want To Tell You», progetto curato da Fiammetta Cavalleri: un’instal- con 600 volti di persone comuni. Il visitatore esaminerà la galleria dei ritratti e se rimarrà colpito da un volto offrirà un contributo devoluto in beneficenza. Sotto lo stesso tetto saranno poi esposti i volti degli operai, la fabbrica e le produzioni che hanno ceduto il passo a questa nuova avventura. Un’installazione composta da scatti storici che incroceranno una videoproiezione dell’avanzamento dei lavori del cantiere.
Due mondi che si uniscono proiettandosi nel futuro. E poi «Il sabato del villaggio», un progetto curato da Matteo Balduzzi: la storia di SNIA Viscosa, dei suoi cambiamenti. Da società di navigazione a stabilimento chimico per la produzione di tessuti artificiali. Una mostra che racconterà le trasformazioni dei suoi collaboratori accompagnata da un lungo dialogo con gli abitanti del Villaggio SNIA a Cesano Maderno.
Ma in questo immenso cantiere creativo ci saranno anche laboratori per bambini, workshop per famiglie, cibo di strada, concertini jazz, grandi schermi per riscoprire classici del cinema e potenti dj-set nel capannone dove negli anni ’60 si confezionavano farmaci e tutto intorno c’era solo aperta campagna. Poi la città ha inglobato la fabbrica, Lambrate è diventato un distretto del design più sperimentale e Bracco si è ritrovata a creare un laboratorio in un contesto che sembra cucito su misura.
L’idea nasce dal desiderio della famiglia Bracco di regalare alla città un contenitore artistico durante i mesi di Expo. Riconvertendo uno spazio che negli ultimi anni era stato abbandonato e dando spazio e fiducia ai giovani. Ogni evento, mostra o laboratorio sarà gratuito. Dice Diana Bracco, presidente della Fondazione che porta il suo nome: «Questo è il modo per rinnovare il legame tra la nostra famiglia e la città che 88 anni fa accolse mio nonno. Lo facciamo aprendo le porte ai giovani e usando l’arte contemporanea come motore di crescita sociale e culturale».