Corriere della Sera

ESPROPRIO CREATIVO DODICI GIOVANI ARTISTI ALL’OPERA NELL’EX FABBRICA: «RIPENSIAMO IL RAPPORTO TRA UOMO E CITTÀ »

- di Stefano Landi

In un mondo in cui i giovani reclamano spazi per vedere la luce dei loro sogni più artistici, Fondazione Bracco riapre le porte del suo stabilimen­to storico. Un capannone di 4 mila metri quadri su due livelli, oltre a una piazza di 3 mila metri all’aperto dove un gruppo di street artist sta sparando dalle sue bombolette un murales di 60 metri quadri di benvenuto.

Posti così a Berlino o Zurigo li hanno inventati da tempo. Fanno parte del tessuto sociale e attirano come calamite fuori dal centro più storico la meglio gioventù locale. A Milano era necessario. «Mostrami Factory @Folli50.0» sarà un cantiere artistico, culturale e sociale. Nasce da un incontro, casuale e per questo intenso e produttivo, con il collettivo di giovani artisti Mostrami. Un movimento nato nel 2010 e che oggi riunisce la creatività di 730 artisti emergenti e una community di oltre 23 mila appassiona­ti d’arte contempora­nea.

«Noi avevamo un immenso spazio industrial­e a cui volevamo dare un senso riconverte­ndolo, loro cercavano un contenitor­e per i loro progetti» racconta Elisabetta Patti, responsabi­le dei progetti culturali della Fondazione Bracco. «Folli 50.0 » nasce per esprimere l’identità storica del luogo, rimarcando l’aspirazion­e al futuro prossimo e all’innovazion­e. Via Folli è una piccola strada nel cuore del quartiere di Lambrate a Milano, stretta tra il fiume Lambro e la tangenzial­e est. Una volta qui c’era solo erba.

L’aperitivo del Salone, dal 13 al 19 aprile, sarà la vetrina di un progetto che poi resterà nutrimento urbano (come il titolo della collettiva che inaugura lunedì), con attività diverse ogni giorno, dal 14 maggio al 1 nolazione vembre. «Nel senso che sarà un progetto pilota anche per noi, che inizia aprendo le porte ai creativi di tutto il mondo che verranno a Milano in questi mesi, ma magari potrà camminare anche nelle stagioni primaveril­i anche dopo Expo » spiega Patti.

Durante i mesi di Expo giovani gli artisti di Mostrami allestiran­no una grande mostra tematica collettiva al mese, affiancata da installazi­oni, personali e attività collateral­i come corsi e laboratori di arte, musica, teatro, design e fotografia.

«Nutrimento Urbano» unirà i lavori di 12 artisti, per indagare la complessa e delicata interazion­e tra l’uomo e la città, intesa per una volta non come grigio aggregator­e di costruzion­i discordant­i e discutibil­i ma come un insieme di situazioni in grado di spingere i soggetti a riscoprire la bellezza di associarsi. Di fare qualcosa di nuovo insieme. Sotto i riflettori non ci sono solo centri abitativi, ma soprattutt­o uomini che ambiscono ad essere animali sociali. La mostra sarà uno degli eventi più attesi del FuoriSalon­e. Altro spazio sarà dedicato a «I Want To Tell You», progetto curato da Fiammetta Cavalleri: un’instal- con 600 volti di persone comuni. Il visitatore esaminerà la galleria dei ritratti e se rimarrà colpito da un volto offrirà un contributo devoluto in beneficenz­a. Sotto lo stesso tetto saranno poi esposti i volti degli operai, la fabbrica e le produzioni che hanno ceduto il passo a questa nuova avventura. Un’installazi­one composta da scatti storici che incroceran­no una videoproie­zione dell’avanzament­o dei lavori del cantiere.

Due mondi che si uniscono proiettand­osi nel futuro. E poi «Il sabato del villaggio», un progetto curato da Matteo Balduzzi: la storia di SNIA Viscosa, dei suoi cambiament­i. Da società di navigazion­e a stabilimen­to chimico per la produzione di tessuti artificial­i. Una mostra che racconterà le trasformaz­ioni dei suoi collaborat­ori accompagna­ta da un lungo dialogo con gli abitanti del Villaggio SNIA a Cesano Maderno.

Ma in questo immenso cantiere creativo ci saranno anche laboratori per bambini, workshop per famiglie, cibo di strada, concertini jazz, grandi schermi per riscoprire classici del cinema e potenti dj-set nel capannone dove negli anni ’60 si confeziona­vano farmaci e tutto intorno c’era solo aperta campagna. Poi la città ha inglobato la fabbrica, Lambrate è diventato un distretto del design più sperimenta­le e Bracco si è ritrovata a creare un laboratori­o in un contesto che sembra cucito su misura.

L’idea nasce dal desiderio della famiglia Bracco di regalare alla città un contenitor­e artistico durante i mesi di Expo. Riconverte­ndo uno spazio che negli ultimi anni era stato abbandonat­o e dando spazio e fiducia ai giovani. Ogni evento, mostra o laboratori­o sarà gratuito. Dice Diana Bracco, presidente della Fondazione che porta il suo nome: «Questo è il modo per rinnovare il legame tra la nostra famiglia e la città che 88 anni fa accolse mio nonno. Lo facciamo aprendo le porte ai giovani e usando l’arte contempora­nea come motore di crescita sociale e culturale».

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