Corriere della Sera

Mancini a Verona un girone dopo per capire se l’Inter dà segni di vita

Thohir: «I nostri tifosi sono fantastici, meritano il meglio e lo avranno»

- Fabio Monti

Il Verona dirà se la festa del lavoro nerazzurro, durata una settimana intera, Pasqua compresa (allenament­o alle 8), è servita a far uscire l’Inter dal tunnel nel quale si è infilata con gli ultimi risultati di San Sirio: 1-1 con il Cesena, 1-1 con il Parma giusto una settimana fa. Nemmeno il Verona (non batte l’Inter in casa da 23 anni) viene da un risultato brillante: vinceva 3-0 con il Cesena in casa ed è finita 3-3, ma se Icardi non segna dall’8 marzo (a Napoli), Toni è in forma splendida (doppietta al Cesena e 15 gol come l’attaccante interista). All’andata (9 novembre), il 2-2 di InterVeron­a era costato la panchina a Mazzarri; cinque mesi dopo, Mancini, che tutto ha provato e riprovato, faticando come mai in carriera, non è ancora riuscito a vedere la luce di un nuovo giorno e di un nuovo gioco. Qualche segnale c’era stato, a inizio anno (pareggio di Torino con la Juve e vittoria con il Genoa) e poi a febbraio con i tre successi consecutiv­i con Palermo, Atalanta e Cagliari, ma adesso la situazione appare in totale involuzion­e.

Mancini ha cercato di cancellare gli alibi: «Ci sta un momento di arrabbiatu­ra, è normale soprattutt­o dopo una gara come quella con il Parma. Ma il presidente pensa sempre positivo, è convinto che possiamo vincere tante partite. Il presidente può essere fisicament­e lontano, ma la società non è affatto allo sbando; non si perde o si vince perché Thohir è lontano». E ha spiegato il cambio di strategia personale: Roberto Stracca nel cuore di tutti noi, un giornalist­a di talento che se n’è andato troppo presto, a 40 anni, il 16 novembre 2010. Un bravo cronista sportivo del Corriere della Sera che martedì 14 aprile alle 14.30, nella sala Montanelli di via Solferino, verrà ricordato con il Premio giornalist­ico a lui intitolato. Presenze prestigios­e come il commissari­o tecnico della nazionale Antonio Conte (foto), il suo braccio destro dirigenzia­le, Lele Oriali, team manager della squadra azzurra, e «Avevo un approccio diverso perché i giocatori si sono sempre impegnati in allenament­o. Questa settimana è stata più dura; i giocatori sanno che si può fare di più». Se le ultime nove partite devono rappresent­are un test anche per capire chi è da Inter, la situazione è meno semplice di quanto possa apparire: «I giocatori sentono questo peso, non sono tutti tranquilli e sicuri. Sono dispiaciut­i, ma devono prendersi delle responsabi­lità. Servono carattere e voglia di vincere». Serve anche che Kovacic cresca: «La società ha molta fiducia in lui, lo dimostra il rinnovo. Ma ci sono momenti in cui i giocatori devono Mario Macalli, il presidente della Lega Pro, che da anni ormai accompagna il Corriere della Sera in questa iniziativa rivolta al talento giornalist­ico. Saranno presenti il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e il vicedirett­ore Venanzio Postiglion­e. Il premio giornalist­ico «Roberto Stracca» nasce quattro anni fa: a vincere questa edizione Elisabetta Invernizzi. La sua collega Federica Andrea De Cesco si è aggiudicat­a il Premio Lega Pro, ovviamente legato al nome e al che ci siano 25 giocatori da cambiare».

Per cercare di dare un senso a questo finale di campionato , è intervenut­o anche il presidente Thohir. Da Giacarta: «Comprare l’Inter è stato un onore per me, ma anche una responsabi­lità; per questo sto cercando di fare del mio meglio e continuerò a farlo, perché i tifosi nerazzurri sono fantastici e si meritano il meglio. Lavoriamo per accontenta­rli». ricordo di Roberto. A far da linfa vitale al premio Stracca è la scuola di giornalism­o «Walter Tobagi» di Milano: le due vincitrici appunto, Invernizzi e De Cesco, sono studentess­e della Tobagi. A corollario del Premio un dibattito su «Sport & informazio­ne». L’incontro di martedì 14 aprile nella Sala Montanelli di via Solferino è aperto al pubblico. Per partecipar­e è necessaria la prenotazio­ne alla mail: premiostra­cca@corriere.it.

Più lavoro e impegno «Questa settimana è stata più dura, perché i giocatori capiscano che si può fare di più»

Cinque mesi Roberto Mancini, 50 anni, è all’Inter dal 14 novembre 2014, quando ha sostituito Mazzarri, dopo il 2-2 di San Siro con il Verona, all’11ª giornata (16 punti). In 18 partite, i nerazzurri hanno raccolto 22 punti. Nel primo quadrienni­o all’Inter Mancini aveva vinto 7 trofei (3 scudetti e 4 coppe)

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