Corriere della Sera

Iannone: «Casa e movida. E il bello deve venire»

«Sono nel mio momento migliore, la Ducati è ottima.Vita monacale? Proprio no»

- Alessandro Pasini

dimostrare qualcosa in più, sapendo che non si vincono le partite perché siamo l’Inter». Al di là di tutto, resta la passione di Mancini per l’Inter, la stessa che lo aveva portato in nerazzurro nel 2004, quando aveva detto di sì con entusiasmo vero al richiamo di Moratti. Sono passati dieci anni e mezzo e l’Inter resta in testa ai pensieri di Mancini, che non pensa al trasloco, nemmeno se a giugno arrivasse l’offerta di un club che fa la Champions League (magari con prospettiv­e di arrivare in fondo): «Io sono al rider affidabile di oggi, la sua è stata un’evoluzione complessa.

«Fondamenta­le è stata la gavetta. In Moto2 ho lottato per il Mondiale (e vinto 8 Gp in tre stagioni, ndr). In MotoGp sono partito nel 2013 in salita per un infortunio, ma il team Ducati Pramac mi ha aiutato a crescere. Ora sento che mi sono guadagnato tutto ciò che ho: è il momento del raccolto».

Quanto ha inciso un cambiament­o nella vita privata, meno movida a Milano, più Vasto, una relazione stabile?

«Cavolate. Io mi sono divertito sempre e lo faccio ancora. Ma è bastato stare un po’ di più a Vasto e tutti a dire che me ne vado da Milano. Tutto falso!». Nessuna vita monacale. «Direi proprio di no». La famiglia invece per lei conta eccome.

«Decisiva. Dialogo con i miei, anche quando faccio cavolate. Sono fortunato».

In passato papà Regalino, che la segue sempre con suo già in un grande club. Credo si possa tornare competitiv­i. Se staremo fuori dalle coppe per un anno non sarà un dramma. Il problema è che continuiam­o ad alternare ottime partite ad altre pessime, ma fa parte di questo percorso di sofferenza, che coinvolge anche i tifosi. Li capisco, ma anche loro devono avere un po’ di pazienza, perché l’Inter tornerà competitiv­a in tempi brevi. Ho parlato di rivoluzion­e, perché a volte serve un cambiament­o deciso, ma non significa fratello Angelo, ha messo in piedi pure il suo team.

«Ha venduto tutto per sostenermi. Gli devo tutto».

Ha iniziato a 3 anni su una minimoto in un parcheggio di Vasto.

«La domenica con Angelo e gli amici mettevamo giù le vecchie gomme, creavamo un pistino e si girava. Ci passo ancora

Ducati Andrea Iannone, 25 anni (Getty) davanti tutte la mattine».

Immaginava allora di arrivare fino a qui?

«All’inizio lo fai solo per divertirti. Poi capisci che ce l’hai nel sangue, cominci a vincere e ci provi»

Ma che ci fa un abruzzese in un mondo di emiliano-romagnoli? «Un pesce fuor d’acqua» Legatissim­o alla sua terra: l’ha ricordata spesso sui caschi e nel supporto alle vittime del terremoto del 2009.

«Già. Vorrei fare tanto per il mio Abruzzo ma vorrei che l’Abruzzo mi desse una mano. Non ci sono piste né strutture, invece a me piacerebbe aiutare chi vuole correre». Come l’Academy di Rossi? «Non proprio. Lui prende giovani già fatti, e poi in quelle zone è più facile andare in moto che giocare a pallone. Io penso anche solo a semplici tracciati per amatori». Lei e Rossi siete amici. «Frequento il suo Ranch, abbiamo un ottimo rapporto, è uno dei più forti di sempre».

E con Dovizioso come va? Siete come il giorno e la notte.

«Abbastanza bene. L’ho sempre stimato e continuo a farlo».

A Losail Marquez ha battuto il suo record di velocità: 350.5 kmh contro 349.9 del Mugello 2014. Ma che succede a quelle velocità?

«Difficile da descrivere. Pensa che a volte ti sembra che la moto non vada. In Qatar la sentivo ferma, le dicevo ‘dai’ e invece stavo quasi a 350... Ma noi piloti abbiamo sviluppato criteri percettivi diversi».

Come ci si riconverte alla lentezza della vita normale?

«Per me senza problemi. Per fortuna».

Tripletta italiana a Losail: è l’inizio di una nuova era?

« Speriamo, ma non sarà semplice ripetersi». Il suo 2015 sarà grande se… «Se raccoglier­ò tutti i frutti seminati. E vi dico che saranno grandi frutti».

Ora sento che mi sono guadagnato tutto ciò che ho: è il momento del raccolto Perché non ambire a risultati più grandi? Voglio stare stabilment­e nei primi 5

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