Corriere della Sera

Max, un 17enne a 300 all’ora «La Formula 1, poi la patente»

Verstappen, figlio d’arte: «Imparo più alla Toro Rosso che a scuola»

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a papà: avevo 4 anni. Gli chiesi di salire su un kart e lui rispose che dovevo aspettare i 6 anni. Vinsi io: ci salii a 4 e mezzo».

Si è mai immaginato a fare altro?

«Pensare ad altri lavori? Ma se ho appena cominciato questo! Prima devo annoiarmi dei motori».

Un pilota spera di imporsi. Ha un secondo sogno?

«Se il primo è vincere, il secondo è vincere il Mondiale».

Ha davanti una Mercedes, una Ferrari, una Red Bull e una McLaren: a prescinder­e dalla loro forma attuale, su quale sale?

«Su quella più veloce. E se è la Toro Rosso ad andare forte, non la mollo».

I consigli arrivano più dal papà o dalla mamma?

«Da mio padre, che diamine. Sono figure ingombrant­i? No, sono buoni genitori. Ma devono restare entro dei limiti».

È vero che una volta fece arrabbiare di brutto Jos?

«Verissimo. Feci una cavolata e rovinai il kart che aveva preparato per due anni. Tornammo a casa, in Olanda, in furgone: silenzio per il viaggio e per tutta la settimana».

Non le è mancata la vita da adolescent­e?

«No. Non stravedo per i party o per le cose che si fanno da ragazzi: io amo le corse. E si impara di più sul marciapied­e della vita, vicino agli adulti, che stando a scuola».

Ha in squadra Carlos Sainz: è possibile che due piloti rampanti siano amici?

«È possibile. Con Carlos siamo in sintonia. Però sappiamo anche che solo uno dei due, un giorno, passerà alla Red Bull».

Tra poco potrà finalmente prendere la patente. Riderà in faccia all’esaminator­e?

«No, sarò uguale agli altri. La parte teorica l’ho già superata, mi manca… l’esame pratico». ( Risata).

Lo sa che Vettel è arrabbiato perché lei ha detto che

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