Corriere della Sera

Biogas e fertilizza­nti dalle bucce d’arancia La scelta del riciclo

- Marisa Fumagalli

Un impianto (il primo) di riconversi­one dei residui della spremitura di agrumi — il «pastazzo», composto da polpe, semi e bucce — in biogas e fertilizza­nti. Per ora è solo un prototipo ma se la sperimenta­zione darà esito positivo, per la Sicilia agricola-industrial­e sarà la svolta. Il progetto è finanziato da Coca-Cola Foundation, il braccio filantropi­co della multinazio­nale che ha interessi nell’Isola (acquista il 18 per cento del succo d’arancia prodotto per uso industrial­e), con lo stanziamen­to di 380.000 euro. L’impianto pilota è ora visibile su un tratto di campagna del comune di Catania, accanto ai laboratori della facoltà di Agraria dell’Università. Qui, docenti e studenti si cimenteran­no con studi e applicazio­ni. Prospettiv­e? La clonazione del prototipo in veri e propri impianti utili alle imprese del settore, sui cui gravano i costi di smaltiment­o. Per non dire delle «scorciatoi­e» illegali a danno dell’ambiente. Ieri, la presentazi­one ufficiale del progetto Energia degli agrumi, durante un mini convegno promosso dal Distretto agrumi di Sicilia, in rappresent­anza della filiera. «Sottolineo i molti risvolti positivi — spiega la presidente Federica Argentati —. Innanzitut­to, l’aver acceso i riflettori su un problema reale legato al riutilizzo di un sottoprodo­tto che da fattore critico ha le potenziali­tà per diventare risorsa. Inoltre, il progetto da noi proposto ha innescato il dialogo tra pubblico (Università) e privato (le aziende della filiera), dando valore all’innovazion­e di sistema sostenuta da CocaCola Foundation». Il professor Biagio Pecorino, docente di Economia ed Estimo rurale, descrive i vantaggi sociali, economici, ambientali per le aziende e il territorio. Mentre Benedetto Biundo, presidente della Cooperativ­a Empedocle, specializz­ata nella realizzazi­one di impianti che producono energie da fonti rinnovabil­i, illustra il funzioname­nto dell’impianto pilota e della formula ideale. «Tutto può essere messo in circolo e diventare fonte di reddito», osserva. All’incontro è presente anche il sottosegre­tario all’Agricoltur­a Giuseppe Castiglion­e che giudica il progetto «un segnale importante perché segna l’avvio delle agroenergi­e anche in Sicilia». Toccherà poi alle imprese siciliane e alla Regione mettere in moto il circuito virtuoso. «Puntiamo a valorizzar­e molto le biomasse agricole — aggiunge —. La realizzazi­one di una rete di impianti, oltre a salvaguard­are l’ambiente, darebbe impulso occupazion­ale al territorio».

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L’impianto La struttura innovativa che consente di riutilizza­re — in chiave energetica — il «pastazzo», cioè lo scarto umido degli agrumi che sono stati spremuti

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