Corriere della Sera

MESSAGGINI A NOTTE FONDA LA FIERA DEGLI EQUIVOCI

-

B e-Beep! La suoneria del telefono segnala messaggio in arrivo. Ma che ore sono? Con un occhio ancora chiuso controllo la sveglia: 2,15. Sfoglio a memoria le possibilit­à: 1) messaggino che mi dice che ho diritto a una suoneria gratis; 2) amica insonne; 3) uno che ha sbagliato. Le conversazi­oni notturne galanti sono un ricordo: per flirtare meglio essere svegli, sveglissim­i. Ok, vediamo. La schermata illumina la stanza e un po’ mi abbaglia, forse per questo stento a credere di aver letto bene il nome: D. Il mio amico D. non lo sento da tempo, più o meno da quando ha perso la testa per un’hostess molto appariscen­te. Quando me la presentò a cena («Antonella è la mia migliore amica», insomma, una innocua) pensai che era troppo bella per lui, troppo perfetta, e ringraziai quel filino verde che le rimase tra i denti per tutta la serata e che mi consentì di guardarla senza troppa soggezione. Ingrid, si chiamava, per giunta. «Ti piace?» mi chiese il giorno dopo al telefono. «Moltissimo» mentii.

D.? A quest’ora? Leggiamo. «Ciao, pensavo a te. Lo so che ti sembrerà strano ma in fondo prima o poi doveva succedere: è destino. Non l’hai sempre pensato pure tu? D.». Questo vezzo di firmarsi con l’iniziale del nome puntata mi manda ai matti. Delle due l’una: o so chi sei, come in questo caso, e allora non firmi; o non lo so e quell’iniziale è un indizio vago e fastidioso.

Ma perché mi perdo nei particolar­i? Perché m’impedisco di notare la portata del messaggio? Forse perché sono le 2.20, forse perché la sorpresa è tanta. Non posso rispondere «Dov’è finita Ingrid?». Sarà altrove evidenteme­nte. Potrei replicare sulla «cosa» del destino e scrivere: «Sì, certo lo pensavo». E brava la pera cotta. No, ci vuole più, anzi ci vuole meno... Una citazione, ecco. Cerco sulla libreria qualcosa che s’intoni: Tahore, Lorca, anche Ungaretti, dai. Ma va! Siamo arrivati al punto che non sappiamo esprimerci a parole nostre? Che vergogna. Applichiam­oci: «E me lo chiedi?» penso di digitare. Be beep! Oddio, e ora? Leggo: «Cara Anto, scusa ho sbagliato. Buona notte». «Buona notte». Risposta esatta.

Alle 2.15 D. si fa vivo e conferma di aver perso la testa. Ma non per me

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy