Caccia al papà in fuga col figlio neonato
Visto in Spagna, soffre di turbe psichiche. La moglie: aveva accettato di riprendere le cure
Portano in Spagna le ultime tracce di Enzo Costanza, il padre torinese che da martedì è in fuga con il figlio, un neonato di poco più due settimane. L’uomo, 38 anni, impiegato in un’azienda privata, non si è fatto trovare dalla moglie all’uscita di un centro commerciale ed è sparito con il bambino: dopo aver trascorso la notte a Lione, ha fatto acquisti con carte di credito a Valencia. Da tempo soffre di disturbi psichici ed era in cura da uno specialista.
Un uomo si avvicina alla cassa del free shop in un’area di servizio a Valencia, acquista latte in polvere e pannolini per bambino e paga settanta euro con la carta di credito. Sono le 9 di ieri mattina. Secondo gli investigatori quell’uomo è Enzo Costanza, l’impiegato di 38 anni di Orbassano (Torino) che martedì è fuggito portando con sé Matteo, suo figlio, neonato di due settimane. Quel barattolo di latte liofilizzato rappresenta la prova che alimenta la speranza: Matteo è vivo. Pochi minuti dopo, la telecamera di sicurezza del distributore inquadra Costanza che fa il pieno al suo Fiat Freemont e poi riparte. Le immagini riprese dagli occhi elettronici in Spagna sono state acquisite dalla Guardia Civil, che da ieri partecipa alle ricerche coordinate dal comando provinciale di Torino, e in una di queste compare un «ovetto portabimbi» sul sedile posteriore del Suv.
L’allerta è massima in tutta la Spagna, dove sono stati allestiti diversi posti di blocco e il lavoro degli investigatori italiani prosegue senza sosta, seguendo passo passo il percorso del 38enne, ricostruito grazie a quella carta di credito che fino a ieri sera l’uomo aveva usato almeno tre volte: a Modane per fare il pieno, poi sulla strada per Lione, infine a Valencia. Sempre nella giornata di ieri la polizia spagnola ha diffuso un avviso a tutti gli hotel del Paese nel quale si invitano gli albergatori a segnalare la presenza, tra i clienti, di uomini soli con un bambino al seguito: ogni dettaglio può rivelarsi prezioso.
La fuga di Enzo Costanza è cominciata martedì. In mattinata, prima di sparire, l’uomo — che da qualche anno soffre di disturbi psichici — si era recato dal suo medico, accompagnato da moglie e figlio. Costanza aveva deciso autonomamente di interrompere la terapia farmacologica cui era sottoposto, benché lo specialista gli avesse consigliato di riprenderla. All’uscita dallo studio, in centro a Torino, la coppia si era diretta a Rivalta presso i magazzini Euronics per acquistare un giocattolo per un nipotino. Enzo Costanza e il piccolo sono rimasti in auto, e quando la moglie è tornata nel parcheggio, il Suv non c’era più. La donna ha chiamato il marito al cellulare, ma lui ha messo giù e poco dopo ha spento il telefonino. Preoccupata, ha attivato il sistema di localizzazione dell’iPad, che ha individuato subito il segnale a Ulzio.
Costanza era sull’A32, diretto a Bardonecchia. Poi, oltrepassato il confine al Frejus (dove il Freemont è stato visualizzato dalle telecamere alle 14.20), il segnale è svanito. Do- po una sosta a Modane per fare benzina, l’uomo è ripartito per Lione. È qui che, nella notte tra martedì e mercoledì, Costanza e il bambino hanno trascorso la notte, in una stanza dell’hotel Ibis Caluire. È qui che un testimone, Manuele Vecchi, un manager genovese, è sicuro di aver visto Costanza e il piccolo Matteo. E secondo il suo racconto, il neonato stava bene. «Sono a Lione per lavoro — ha detto — e ieri mattina (mercoledì 15, ndr) ho visto quell’uo- mo uscire dall’hotel, che si trova proprio di fronte al centro congressi di Lione. L’ho visto dirigersi verso un parcheggio. Spingeva un passeggino su cui era installato un ovetto. Ho avuto modo di osservare il bebè. Sembrava in buona salute». Una testimonianza confortante, quella del manager: «L’uomo — ha sottolineato Vecchi — aveva con sé una borsa porta documenti e anche un sacchetto di nylon di quelli che si usano per fare la spesa, con dentro degli oggetti. Il neonato aveva una tutina e un berrettino, mi sembra che la tutina fosse azzurra».
Dalla Francia in Spagna, mercoledì mattina Costanza è ripartito e solo ieri è stato localizzato a Valencia. Poi più nulla. Vane le ricerche anche sulle strade che conducono in Portogallo, dove Costanza avrebbe potuto recarsi per raggiungere Fatima: di recente, infatti, l’uomo aveva abbracciato la fede religiosa, era divenuto cattolico praticante e si era ipotizzato che volesse raggiungere quel lontano luogo di preghiera. La fuga dell’impiegato torinese continua solitaria e inspiegabile, mentre cresce l’angoscia di Stefania Ciasullo, la giovane mamma del piccolo Matteo.
Il testimone Un manager italiano è sicuro di aver visto entrambi a Lione: «Il piccolo stava bene»