BONUS DI 1.400 EURO AI DIPENDENTI FCA
Fino a un massimo di 10.700 euro in 4 anni in caso di superamento degli obiettivi Marchionne vede i sindacati: «Basta contrapposizioni tra capitale e lavoro»
Svolta dei contratti alla FiatChrysler: bonus da 1.400 euro, legato ai risultati, fino a un massimo da 10 mila 700 euro in quattro anni in caso di superamento degli obiettivi.
TORINO Gli investimenti. Le assunzioni e, gradualmente, la fine della cassa integrazione. Ora gli aumenti salariali. Consistenti: si comincia dai 48.500 dipendenti di tutte le fabbriche auto, che riceveranno mediamente un bonus massimo di 10.700 euro nel quadriennio 2015-2018, si replicherà poi con i circa 20 mila lavoratori degli stabilimenti di componentistica. È questo l’annuncio che Sergio Marchionne aveva in serbo per i segretari di Cisl e Fim, Uil e Uilm, Fismic, Quadri. Questa la ragione per cui li ha invitati con brevissimo preavviso al Lingotto, ieri sera, «incastrando» l’incontro tra la prima assemblea olandese di Fiat Chrysler Automobiles e la prevista apertura del tavolo per il rinnovo contrattuale. Era e rimane in agenda questa mattina, quando a vedersi saranno gli uomini delle relazioni industriali Fca e i rappresentanti dei metalmeccanici ( tutti tranne la Fiom, ancora congelata dal suo rifiuto di firmare il contratto di gruppo). È chiaro però che l’asso calato dal leader Fca – che non a caso a Torino ha invitato i segretari nazionali – già segna e cambia il tono della partita. E non solo di quella. Perché, se la mossa di ieri sera li ha colti di sorpresa, quegli stessi interlocutori ammettono che è stata una sorpresa piacevole. Di più. Come sintetizza Annamaria Furlan, numero uno Cisl, con parole che ricorrono in tutte le altre dichiarazioni: «Rendere partecipi i lavoratori, e da protagonisti, è il vero risultato di nuove relazioni industriali, un risultato che credo possa essere un modello per il Paese». È la reazione – unanime – che Marchionne si aspettava. Sul piatto ha messo cifre pesanti, cui sarà complicato pure per la Fiom dire eventualmente «no» e che all’Fca della ritrovata produttività anche in Italia costeranno fino a un massimo di 600 milioni nel quadriennio: i bonus medi previsti vanno da un minimo di 1.400 euro l’anno per il 2015-2016-2107 e di 2.800 per il 2018, fino a un massimo di 1.900 e 5 mila euro negli stessi periodi. Se, poi, nessuno dei due traguardi legati a efficienza produttiva e risultati economici venisse centrato, ci sarebbe comunque un’erogazione minima di 300 euro. Ma il punto, al di là dei consistenti bonus, è proprio questo. Marchionne, insieme al capo di Fca in Europa Alfredo Altavilla, ai sindacati l’ha introdotto così: «Il nuovo sistema retributivo è un significativo passo avanti nel coinvolgimento delle persone per raggiungere gli obiettivi del piano industriale. Se saranno raggiunti – e ne sono sicuro – tutti i nostri lavoratori in Italia avranno vantaggi economici di assoluto rilievo e tutti, con l’introduzione di precisi criteri nella definizione delle retribuzioni, potranno verificare i frutti del proprio lavoro». Perciò è anche al principio, che applaudono i sindacati. Per dirla con il segretario Uil, Carmelo Barbagallo: «È un’operazione da valutare positivamente. Noi parteciperemo affinché si realizzi». Marchionne non può che incassare soddisfatto. Dalla prima assemblea Fca ad Amsterdam – a margine della quale, a una domanda sui contatti con Gm, ha parlato al passato di «una serie di discussioni con molti concorrenti su moltissime questioni, non c’è niente da dire e nulla da annunciare» – aveva detto: «Siamo in Olanda, ma pensiamo all’Italia». I bonus salariali, dopo le assunzioni e gli investimenti, li aveva già definiti.