Corriere della Sera

BONUS DI 1.400 EURO AI DIPENDENTI FCA

Fino a un massimo di 10.700 euro in 4 anni in caso di superament­o degli obiettivi Marchionne vede i sindacati: «Basta contrappos­izioni tra capitale e lavoro»

- Di Raffaella Polato

Svolta dei contratti alla FiatChrysl­er: bonus da 1.400 euro, legato ai risultati, fino a un massimo da 10 mila 700 euro in quattro anni in caso di superament­o degli obiettivi.

TORINO Gli investimen­ti. Le assunzioni e, gradualmen­te, la fine della cassa integrazio­ne. Ora gli aumenti salariali. Consistent­i: si comincia dai 48.500 dipendenti di tutte le fabbriche auto, che riceverann­o mediamente un bonus massimo di 10.700 euro nel quadrienni­o 2015-2018, si replicherà poi con i circa 20 mila lavoratori degli stabilimen­ti di componenti­stica. È questo l’annuncio che Sergio Marchionne aveva in serbo per i segretari di Cisl e Fim, Uil e Uilm, Fismic, Quadri. Questa la ragione per cui li ha invitati con brevissimo preavviso al Lingotto, ieri sera, «incastrand­o» l’incontro tra la prima assemblea olandese di Fiat Chrysler Automobile­s e la prevista apertura del tavolo per il rinnovo contrattua­le. Era e rimane in agenda questa mattina, quando a vedersi saranno gli uomini delle relazioni industrial­i Fca e i rappresent­anti dei metalmecca­nici ( tutti tranne la Fiom, ancora congelata dal suo rifiuto di firmare il contratto di gruppo). È chiaro però che l’asso calato dal leader Fca – che non a caso a Torino ha invitato i segretari nazionali – già segna e cambia il tono della partita. E non solo di quella. Perché, se la mossa di ieri sera li ha colti di sorpresa, quegli stessi interlocut­ori ammettono che è stata una sorpresa piacevole. Di più. Come sintetizza Annamaria Furlan, numero uno Cisl, con parole che ricorrono in tutte le altre dichiarazi­oni: «Rendere partecipi i lavoratori, e da protagonis­ti, è il vero risultato di nuove relazioni industrial­i, un risultato che credo possa essere un modello per il Paese». È la reazione – unanime – che Marchionne si aspettava. Sul piatto ha messo cifre pesanti, cui sarà complicato pure per la Fiom dire eventualme­nte «no» e che all’Fca della ritrovata produttivi­tà anche in Italia costeranno fino a un massimo di 600 milioni nel quadrienni­o: i bonus medi previsti vanno da un minimo di 1.400 euro l’anno per il 2015-2016-2107 e di 2.800 per il 2018, fino a un massimo di 1.900 e 5 mila euro negli stessi periodi. Se, poi, nessuno dei due traguardi legati a efficienza produttiva e risultati economici venisse centrato, ci sarebbe comunque un’erogazione minima di 300 euro. Ma il punto, al di là dei consistent­i bonus, è proprio questo. Marchionne, insieme al capo di Fca in Europa Alfredo Altavilla, ai sindacati l’ha introdotto così: «Il nuovo sistema retributiv­o è un significat­ivo passo avanti nel coinvolgim­ento delle persone per raggiunger­e gli obiettivi del piano industrial­e. Se saranno raggiunti – e ne sono sicuro – tutti i nostri lavoratori in Italia avranno vantaggi economici di assoluto rilievo e tutti, con l’introduzio­ne di precisi criteri nella definizion­e delle retribuzio­ni, potranno verificare i frutti del proprio lavoro». Perciò è anche al principio, che applaudono i sindacati. Per dirla con il segretario Uil, Carmelo Barbagallo: «È un’operazione da valutare positivame­nte. Noi parteciper­emo affinché si realizzi». Marchionne non può che incassare soddisfatt­o. Dalla prima assemblea Fca ad Amsterdam – a margine della quale, a una domanda sui contatti con Gm, ha parlato al passato di «una serie di discussion­i con molti concorrent­i su moltissime questioni, non c’è niente da dire e nulla da annunciare» – aveva detto: «Siamo in Olanda, ma pensiamo all’Italia». I bonus salariali, dopo le assunzioni e gli investimen­ti, li aveva già definiti.

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