Corriere della Sera

Berlusconi, lite con Verdini al summit La linea dura su Toscana e riforme

In Puglia confermata Poli Bortone e la rottura con Fitto. Schittulli: Adriana vergognosa

- Paola Di Caro

Deluso per come si è arrivati a comporre il puzzle delle alleanze sul territorio, disgustato dalle liti che dilaniano FI, ferito dalle ribellioni anche di fedelissim­i non più pronti ad obbedirgli come un tempo e consapevol­e che per il suo partito si prospetta un risultato elettorale da minimo storico, anche sotto il 10%, Silvio Berlusconi sceglie comunque la linea dura. La conferma arriva da una lunga giornata di vertici e di tensione che lascia sul campo rapporti sempre più deteriorat­i. Perché se il leader azzurro — che ha visto i coordinato­ri regionali e i vertici del partito a palazzo Grazioli — conferma la scelta di candidare la Poli Bortone in Puglia, sancendo ufficialme­nte la spaccatura con Fitto, resta gelido anche rispetto alle richieste che ancora una volta gli ha rinnovato Denis Verdini: quella di candidare un suo uomo alla presidenza della Toscana, e di tornare ad avere rapporti con Renzi per tentare un nuovo Nazareno. Il confronto tra Berlusconi e Verdini — prima davanti ai vertici azzurri, con Toti, Rossi, Romani, Brunetta, Matteoli, poi vis à vis — è stato brusco e tesissimo come sempre più spesso accade. Innescato dal caso Toscana. Berlusconi non ha ceduto alla richiesta di candidare il verdiniano Tommaso Villa, ma nemmeno si è spinto a scegliere l’uomo preferito dal cerchio magico, Massimo Mallegni. La mediazione, alla quale ha lavorato Matteoli, porta a Stefano Mugnai, ex verdiniano che oggi sarebbe vicino alla Bergamini: se non uno smacco, certo non una vittoria per l’uomo del Nazareno. Che, dalla discussion­e sulla Toscana, ha preso spunto per rielencare a Berlusconi tutti gli errori commessi: la spaccatura con Fitto che rischia di costare carissimo non solo in Puglia ma anche in Campania; ma soprattutt­o la rottura del Nazareno: «È assurdo non votare le riforme che abbiamo scritto insieme. Non vedi come ci siano isolati?». L’ex premier è parso però irremovibi­le: nessun dialogo con Renzi, nessun cedimento, linea durissima sull’Italicum e chi ci sta, ci sta. Non sembra disponibil­e ad inseguire nessuno Berlusconi, e nemmeno — dicono i suoi — appare preoccupat­o per possibili rotture che con Verdini nessuno può escludere. È vero che sulla legge elettorale è difficilis­simo che i verdiniani soccorrano pubblicame­nte il premier, ma dopo le Regionali tutto può accadere. Il vertice Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli con Fedele Confalonie­ri Eventualit­à che Berlusconi, dopo aver ormai assorbito la rottura che ritiene definitiva con Fitto (l’ex governator­e va avanti con Ncd e FdI con Schittulli, che ha definito «vergognose le lezioni di moralità della Poli Bortone», organizza una conferenza stampa per lanciare la ricetta economica con cui contrastar­e Renzi e rimanda atti ulteriori ai prossimi giorni), mette in conto. Se va bene, saranno riconferma­te Veneto e Campania e magari si potrà strappare Liguria (FdI va verso l’appoggio a Toti) e Umbria, altrimenti si vedrà. In ogni caso, dopo il voto Berlusconi vuole ricomincia­re da zero, senza inseguire nessuno di quelli che lo hanno contrastat­o in qualsiasi modo. E magari libero da fardelli giudiziari, se è vero che il suo primo viaggio vorrebbe farlo a Strasburgo per seguire l’esito del suo ricorso contro la Severino.

Le rotture

In Puglia FI si è spaccata: Raffaele Fitto appoggerà Francesco Schittulli con Ap e FdI, per gli azzurri correrà Adriana Poli Bortone. Sulla Toscana, c’è alta tensione tra Berlusconi e Verdini

L’idea Strasburgo L’ex premier potrebbe fare il primo viaggio all’estero per seguire l’esito del suo ricorso

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