Corriere della Sera

«Io dopo Silvio? Finché c’è lui non c’è posto per nessuno»

- Marco Cremonesi

Del Debbio, ormai lo dicono in tanti: lei è il delfino di Berlusconi. Il futuro segretario di Forza Italia. «Il Problema Del Delfino ha come sigla PDD: Paolo Del Debbio». Però... Allora, conferma? «Macché (ride). È solo una coincidenz­a linguistic­a senza contenuto semantico. E poi, chi lo dice?». Per esempio, Luigi Bisignani. «Ah, lui è molto informato. Sa molte più cose di me, anche su me stesso... ». Filosofo e coautore del programma di Forza Italia nel 1994, studioso e assessore a Milano, Del Debbio oggi conduce Quinta colonna e Dalla vostra parte, talk show di successo nell’anno più nero dei talk show. Però, sgombera il campo: «Mi piace il lavoro che faccio e la politica la seguo solo per il lavoro che faccio: sto volentieri fuori dal campo». Negare fino a designazio­ne è normale. «Macché. E poi, per diventare il segretario dovrei saltare nel “cerchio magico” di fuoco. Avrei paura... ». È falso anche che lei dia lezioni di politica a Marina Berlusconi? «Certo. Marina Berlusconi è intelligen­te, curiosa, veloce. Non ha nessun bisogno delle lezioni di Del Debbio. C’è un confronto “tra” e non “da a”». E allora, come si risolve il Problema Del Delfino? «Io non vedo un delfino compresent­e Berlusconi. Berlusconi regnante, non c’è posto per nessuno». I possibili successori si sono anche fatti avanti. Nessuno all’altezza? «Dentro Forza Italia ci sono tante validissim­e individual­ità. Ma tutte hanno bisogno di essere incanalate e orientate, nessuna è in grado di andare da sola. Pensi a Tremonti. Una grande individual­ità. Ma da solo, non fa nulla. È il problema di Forza Italia». Nessun vero leader? «Berlusconi è stato il sostituto di consenso, un po’ come il datore di lavoro è il sostituto d’imposta». Insomma, in Forza Italia nessuno cercava i voti perché per quello c’era Berlusconi? «Appunto. Gli eletti di Forza Italia erano rappresent­anti del popolo che a loro volta però rappresent­avano il capopopolo». E oggi, se lei fosse il segretario che farebbe? «Non mi interesser­ei tanto alle Regionali, farei una rottamazio­ne tipo Renzi, ricostruir­ei un programma politico. Forza Italia oggi ha bisogno di soviet dai principi liberali. In cui l’idea che esce non è quella del più pazzo, per il solo fatto che è quella che va sui giornali».

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