«Io dopo Silvio? Finché c’è lui non c’è posto per nessuno»
Del Debbio, ormai lo dicono in tanti: lei è il delfino di Berlusconi. Il futuro segretario di Forza Italia. «Il Problema Del Delfino ha come sigla PDD: Paolo Del Debbio». Però... Allora, conferma? «Macché (ride). È solo una coincidenza linguistica senza contenuto semantico. E poi, chi lo dice?». Per esempio, Luigi Bisignani. «Ah, lui è molto informato. Sa molte più cose di me, anche su me stesso... ». Filosofo e coautore del programma di Forza Italia nel 1994, studioso e assessore a Milano, Del Debbio oggi conduce Quinta colonna e Dalla vostra parte, talk show di successo nell’anno più nero dei talk show. Però, sgombera il campo: «Mi piace il lavoro che faccio e la politica la seguo solo per il lavoro che faccio: sto volentieri fuori dal campo». Negare fino a designazione è normale. «Macché. E poi, per diventare il segretario dovrei saltare nel “cerchio magico” di fuoco. Avrei paura... ». È falso anche che lei dia lezioni di politica a Marina Berlusconi? «Certo. Marina Berlusconi è intelligente, curiosa, veloce. Non ha nessun bisogno delle lezioni di Del Debbio. C’è un confronto “tra” e non “da a”». E allora, come si risolve il Problema Del Delfino? «Io non vedo un delfino compresente Berlusconi. Berlusconi regnante, non c’è posto per nessuno». I possibili successori si sono anche fatti avanti. Nessuno all’altezza? «Dentro Forza Italia ci sono tante validissime individualità. Ma tutte hanno bisogno di essere incanalate e orientate, nessuna è in grado di andare da sola. Pensi a Tremonti. Una grande individualità. Ma da solo, non fa nulla. È il problema di Forza Italia». Nessun vero leader? «Berlusconi è stato il sostituto di consenso, un po’ come il datore di lavoro è il sostituto d’imposta». Insomma, in Forza Italia nessuno cercava i voti perché per quello c’era Berlusconi? «Appunto. Gli eletti di Forza Italia erano rappresentanti del popolo che a loro volta però rappresentavano il capopopolo». E oggi, se lei fosse il segretario che farebbe? «Non mi interesserei tanto alle Regionali, farei una rottamazione tipo Renzi, ricostruirei un programma politico. Forza Italia oggi ha bisogno di soviet dai principi liberali. In cui l’idea che esce non è quella del più pazzo, per il solo fatto che è quella che va sui giornali».