Corriere della Sera

L’iniziativa

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Il 19 marzo il premier francese Manuel Valls (foto) ha presentato un disegno di legge che consente all’intelligen­ce di monitorare telefono e email di ogni presunto terrorista

Il governo francese è chiamato a due imprese quasi impossibil­i: reagire con tempismo agli attentati jihadisti di gennaio senza apparire frettoloso e dominato dall’emotività; usare le nuove tecnologie nella lotta al terrorismo senza violare le libertà individual­i. Il rischio, come si dice in Francia, è volere il burro e i soldi del burro (versione locale della botte piena e la moglie ubriaca), e da questo paradosso nascono le dure proteste contro il nuovo progetto di legge sulle attività di intelligen­ce.

L’Assemblea nazionale ha cominciato a esaminare gli articoli chiave in vista dell’approvazio­ne solenne prevista per il 5 maggio; poi il testo passerà al Senato con procedura di urgenza — anche questa circostanz­a è molto criticata — per un’entrata in vigore entro l’estate.

« Di fronte al terrorismo, quando si tratta di assicurare la sicurezza dei nostri compatriot­i preservand­o al tempo stesso le nostre libertà fondamenta­li, è il senso dello Stato che deve prevalere», ha dichiarato ieri il primo ministro Manuel Valls invitando tutti i deputati a dare il loro assenso. I socialisti al potere e il centrodest­ra all’opposizion­e sono in maggioranz­a favorevoli, in una dimostrazi­one dell’unità nazionale subito invocata dopo i morti di Charlie

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