Corriere della Sera

Quella famiglia troppo perfetta e la malattia tenuta nascosta

Nessuno sapeva dei disturbi di lui. Che ultimament­e aveva interrotto le cure

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Stefania, ha preso in braccio il bimbo, l’ha mostrato al dottor Alfonso Mastropiet­ro, e hanno commentato assieme tutti e tre: «Un bambino magnifico, una responsabi­lità enorme e un motivo in più per riprendere di nuovo le pastiglie. Sospenderl­e è stato un errore». «Sembrava convinto» ha spiegato poi lei, «col bambino è sempre stato molto affettuoso, protettivo. Non è mai stato un violento».

Stefania se l’è chiesto un milione di volte, in questi due giorni: «Chissà cosa gli sta passando per la testa...». Nei loro anni di vita assieme (sono sposati dal 2011) non ha mai avuto un motivo per un rimprovero anche piccolo. Figuriamoc­i se ora riesce a immaginare l’ipotesi che Enzo, il suo amatissimo uomo, potrebbe fare del male a Matteo... Ma lei sa anche che l’uomo in fuga per l’Europa in questo momento non è lo

Il fuggitivo Enzo Costanza, il papà in fuga con il figlio neonato stesso di cui si era innamorata qualche anno prima di sposarlo. Perché senza le medicine Enzo diventa fragile, con tendenza alla depression­e, facilità alla stanchezza e sonno zero. È seguendo questi sintomi che lei si è accorta che qualcosa non andava. E ha visto giusto.

È successo che un mese prima del parto alcuni problemi l’hanno costretta al ricovero forzato. Niente di serio o che potesse compromett­ere la gravidanza, la salute sua o del bambino. Ma per la prima volta da quando erano fidanzati, Enzo è rimasto solo. Un mese a casa, con il tempo diviso fra il lavoro da impiegato, a Rivoli, e l’ospedale per stare accanto a sua moglie. Un po’ di stanchezza era normale, certo, ma quando Stefania è tornata a casa col neonato ha capito che c’era altro. Domenica 12 si è preoccupat­a per la prima volta. Lui è sparito tutto il giorno. « Sono andato in Francia a comprare cibo» si è giustifica­to ricomparen­do. Sono bastate poche domande a svelare cos’era successo veramente: «Ho smesso di prendere i farmaci» ha confessato alla fine Enzo.

Era da una quindicina di giorni che non si curava più, anche se lo psichiatra glielo aveva detto: «Dovrai prenderli per tutta la vita». A lui sembrava di stare bene, così ha smesso. Lunedì la telefonata al medico: «Ho di nuovo dei problemi, non mi sento bene, vorrei che ci vedessimo». L’appuntamen­to il giorno dopo e Stefania con lui, come sempre. Per dimostrarg­li una volta di più di essere innamorata, di non volerlo lasciare solo.

Alla fine del colloquio lo psichiatra ha quadruplic­ato la dose di mantenimen­to del farmaco e ha spiegato a Enzo perché non può e non potrà farne più a meno. Così, uscendo dallo studio, Stefania ed Enzo sembravano di nuovo la coppia inseparabi­le e felice che i loro amici descrivono. Lui aveva in tasca la prescrizio­ne e qualche dose regalata dal medico, lei doveva solo fermarsi dieci minuti per un piccolo acquisto e poi sarebbero tornati a casa, nella loro

La telefonata Due settimane fa aveva chiamato il medico: «Non sto bene, possiamo vederci?»

bella casa di Orbassano, a riprenders­i la vita.

«Lo troveranno e andrà tutto bene» si ripetono i genitori di lui, nella casa di Rivalta, pochi chilometri da Orbassano. Don Paolo, il parroco che conosce la famiglia da vent’anni e che ieri è andato a trovarli, dice che «sono preoccupat­i ma sanno anche che Enzo non può fare del male al bambino, che è un padre amorevole e che torneranno a casa presto. Semmai il loro pensiero va al dopo. Si chiedono cosa succederà quando saranno tornati». Perché l’ipotesi che non tornino non è contemplat­a.

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