Corriere della Sera

Le sanzioni per gli agenti sono un caso politico

Salvini li difende: punire i «mi piace» su Facebook è quarto mondo. Manconi: commission­e d’inchiesta

- Fabrizio Caccia

Striscioni contro l’agente Fabio Tortosa all’università La Sapienza, proprio mentre ad un convegno dentro l’ateneo il capo della Polizia, Alessandro Pansa, annuncia la sospension­e del poliziotto per le frasi su Facebook («Ero alla Diaz, ci rientrerei mille volte») e la rimozione per Antonio Adornato, collega di Tortosa al G8 di Genova nel 2001 (anche lui al VII Nucleo di Roma) e fino a ieri capo del reparto mobile di Cagliari. Adornato aveva cliccato «mi piace» sotto il post di Tortosa. Contro le decisioni del capo della polizia, si scaglia invece Matteo Salvini, il leader della Lega, che critica pure il ministro dell’Interno Angelino Alfano per un tweet a favore delle misure: «Processare un mi piace è da quarto mondo — attacca Salvini —. Un governo che punisce i poliziotti per le parole su Fb, libera i delinquent­i e mette in albergo i clandestin­i, deve andare a casa il più presto possibile. Alfano dimettiti! Mi stupisce anche un capo della Polizia che parla dei suoi uomini come se fino a qualche anno fa fossero stati dei macellai: forse ha sbagliato mestiere. Io sono sempre e comunque con gli uomini in divisa, salvo chi sbaglia».

Italia divisa, schierata su due fronti. «La sospension­e è una buona notizia, serviva dare una risposta a ogni ambiguità», commenta Emanuele Fiano, responsabi­le sicurezza del Pd. Al fianco dei due agenti puniti scendono in piazza però i sindacati di polizia: davanti a Montecitor­io compaiono cartelli con la scritta «Destituite­ci Tutti». La Consap, il sindacato di cui fa parte Fabio Tortosa, chiede per lui l’assegnazio­ne di una scorta, dopo le minacce di morte che gli sarebbero pervenute. Solidarizz­a con il poliziotto anche la deputata di Forza Italia, Daniela Santanchè: «La sua punizione è ingiusta, dettata solo dall’onda emotiva, è un errore madornale».

Replicando poi a Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, il ragazzo morto durante il G8, che ha chiesto le scuse al capo dello Stato per le frasi scritte su Fb da Fabio Tortosa, la Santanchè rincara la dose: «Ma quali scuse? Suo figlio era uno che aveva un estintore in mano e voleva fracassare la testa a un carabinier­e. Dovrebbe chiedere scusa piuttosto chi ha voluto intitolare una sala a Montecitor­io a Carlo Giuliani. Io in quella sala non ci sono mai entrata, mi vergogno che esista».

Il senatore del Pd, Luigi Manconi, presidente della Commission­e Diritti Umani, chiede infine l’istituzion­e di una Commission­e d’inchiesta sui fatti di Genova: «La sentenza della scorsa settimana (fu “tortura”, secondo la Corte di Strasburgo, il trattament­o inflitto ai manifestan­ti dalle forze dell’ordine, ndr) e le dichiarazi­oni stesse di Fabio Tortosa — conclude Manconi — che ha accusato decine e centinaia di suoi colleghi in borghese di comportame­nti violenti dentro la scuola Diaz, esigono che si proceda al più presto».

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