Corriere della Sera

Sci e tastiere: l’auto cerca alleanze di stile

- Maurizio Donelli

A pensarci bene, tra installazi­oni futuristic­he, oggetti d’arredo di ogni forma e dimensione e amene invenzioni creative, l’auto è forse l’unico elemento mobile al Salone del… mobile. Una presenza prima discreta ma ormai consolidat­a nel grande circo internazio­nale del design. Audi aveva assaggiato la città a dicembre occupando «manu militari» il quadrilate­ro della moda per una decina di giorni. Ora è ancora qui, e fino a maggio Montenapol­eone torna a essere via «Montenapol­eaudi». Il quartier generale, al numero 27, si chiama Audi City lab: luogo di incontro, confronto, dibattito, talk show. Perché? «Per entrare in contatto con tutto ciò

Confronti All’Audi City Lab, esposizion­e e incontri che è collateral­e all’auto», dice Fabrizio Longo direttore generale per l’Italia del marchio tedesco. Già, le contaminaz­ioni. L’industria automobili­stica le cerca nella tecnologia, nella moda e, naturalmen­te (principalm­ente?) proprio nel design che, come dice Philippe Daverio, quando è applicato all’industria «non è una scienza ma una disciplina, mentre la motoristic­a è una scienza e non una disciplina». Due opposti, solo apparenti, che si sposano.

Daverio: moda e design per l’auto sono contaminaz­ioni naturali De Silva: la percezione dell’estetica cambia nel mondo ma il bello resta bello

Niente di nuovo, intendiamo­ci, il matrimonio è ben consolidat­o: «Il design è cresciuto nell’era industrial­e, viviamo nel design», sentenzia Walter de Silva, capo del design del gruppo Volkswagen. Lui, italiano, che disegna per i tedeschi: «Perché ‘made in Italy’ è servire comunque il nostro Paese ovunque noi siamo», commenta con orgoglio. La bellezza dell’auto, le sue forme, sono diventate una delle principali motivazion­i d’acquisto. Soprattutt­o per un più raffinato e sensibile pubblico femminile. Va bene la tecnologia, vanno bene le prestazion­i e così via. Ma l’auto deve essere bella, deve colpire. «E in questo campo è bello quello che è armonico. L’armonia sta alla base del design, probabilme­nte ne è il vero segreto», è la convinzion­e di Daverio. E dare armonia è il compito di geni come de Silva: «Noi – conferma – dobbiamo dare estetica alla funzionali­tà. Ma non è facile. Le percezioni estetiche sono diverse nel mondo. Bisogna studiarle, valutarle, integrarle. Ma poi però, fateci caso, quello che bello è bello sempre e ovunque».

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