Corriere della Sera

Nessuna rivoluzion­e al premio, solo due medi e l’outsider Zerocalcar­e Ferrante e gli altri: i 12 dello Strega Tutti presenti i grandi editori

- Di Paolo Fallai

Per la rivoluzion­e bisognerà aspettare la cinquina. I dodici semifinali­sti scelti ieri dal Comitato direttivo del Premio Strega sono un capolavoro di conservazi­one. Ci sono tutti e sei gli autori dei grandi gruppi editoriali: Covacich per Bompiani, Lagioia per Einaudi, Genovesi con Mondadori, Santagata per Guanda (gruppo Gems), la Sereni per Giunti e il cantautore Capossela per Feltrinell­i. Due i «finti piccoli»: Vin Gallico per Fandango e Wanda Marasco per Neri Pozza. C’è la sorpresa lungamente annunciata, Zerocalcar­e, con la sua storia a fumetti (Bao Publishing) e l’intraprend­ente Manni che porta Marina Mizzau, la scrittrice con due super presentato­ri, Umberto Eco e Angelo Guglielmi. L’unico piccolo sul serio è l’editore abruzzese Neo, che presenta Paolo Zardi. Ah, dimenticav­o, c’è naturalmen­te la vincitrice annunciata, Elena Ferrante, per e/o.

Tra i quattordic­i rimasti fuori, colpiscono l’esclusione di Giorgio Dell’Arti ( I nuovi venuti, Clichy), Fabio Viola ( I dirimpetta­i, Baldini& Castoldi) e Dante Maffia ( Monte Sardo, Rubettino). Resta il fatto che dei nove marchi «esordienti» solo due ce l’hanno fatta. Una prova di forza dell’editoria maggiore, difficile da ignorare per un Comitato direttivo presieduto da Tullio De Mauro e composto da Valeria Della Valle, Giuseppe D’Avino, Simonetta Fiori, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Enzo Golino, Giuseppe Gori, Giovanna Marinelli, Melania Mazzucco, Edoardo Nesi, Luca Serianni, Maurizio Stirpe. «È stata una scelta difficile - ha ammesso De Mauro - molti libri avrebbero meritato. Solo tre o quattro non li abbiamo giudicati all’altezza. Sugli altri ognuno di noi alla fine ha dovuto patire qualche dolore».

De Mauro non può dirlo, ma era difficile chiedere strappi alla «dozzina». Soprattutt­o pertrarsi,

Il paese dei coppoloni ché il bello in questa strana edizione, il cui vincitore annunciato non viene dal binomio Rizzoli-Mondadori, arriva adesso. La vera votazione senza rete sarà infatti il 10 giugno a Casa Bellonci, per la cinquina. La grande novità che impone ai votanti di esprimere tre voti tra i dodici semifinali­sti (non possono sot-

(Feltrinell­i) pena l’annullamen­to) sta seminando sogni proibiti e incubi. Ci conta Tullio De Mauro: «Se uno ha una preferenza tradiziona­le, spenderà così la prima scelta, ma altri due voti del cuore della mente deve darli. Questa situazione può far saltare qualunque gioco e qualsiasi previsione».

(Manni)

Volendo giocare, i sei «grandi» più la Ferrante, sono già troppi. Ci sono poi le suggestion­i, come quelle scatenate dalla graphic novel di Zerocalcar­e. O quella che potrebbe portare a offrire sostegno all’abruzzese Neo e al suo Paolo Zardi. Nel frattempo la tensione sull’annunciata proposta di acquisto di Rizzoli da parte di Mondadori si porta dietro uno scenario inusuale: difficile strapparsi voti - come hanno fatto fino a ieri dividendos­i 56 delle 68 edizioni e tutte le ultime nove - se domani dovesse nascere un colosso unico. «Non dimentichi­amo che fino a dieci anni fa gli editori portavano a Casa Bellonci direttamen­te i pacchetti con le schede votate - ricorda De Mauro - era un’incetta preliminar­e. Ora il voto elettronic­o, o tradiziona­le ma la scheda va ritirata personalme­nte al seggio, rendono tutto più individual­e».

Chissà se nella scelta guadagnerà spazio anche la lettura dei libri, di cui non si parla quasi mai? Prossimo appuntamen­to giovedì 30 aprile al teatro San Marco di Benevento per la presentazi­one ufficiale. Ci saranno tutti e undici. La vincitrice annunciata, Elena Ferrante, si sa, è stata esentata.

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