Corriere della Sera

Millepied: danzo con i miti di Hollywood Tour europeo del coreografo. «Fred Astaire tra i miei modelli. Così ho conquistat­o Natalie Portman sul set»

- Laura Zangarini

Al top della sua carriera, Benjamin Millepied ha aperto un nuovo capitolo della sua vita. Dall’autunno dello scorso anno è direttore dell’Opéra di Parigi, dopo essere stato artista associato alla Maison de la Danse di Lione per tre anni e, prima ancora, «principal» per il NYCB (a cui ha dato l’addio nel 2011) oltre che coreografo e direttore della È stato nominato special Ambassador per l’Expo, il 30 aprile inaugura uno spazio promosso anche dal Comune e aperto ai giovani creativi, festeggia 40 anni d’attività: «A volte verrebbe voglia di andar via dall’Italia», confessa Giorgio Armani nell’intervista a Io donna, in edicola domani con il Corriere. «Ma sarebbe da egoisti. Bisogna rimanere e fare». In copertina c’è anche Robin Wright, elegante e cinica first lady in House of Cards, che spiega: «Le donne che interpreto vestirebbe­ro Armani. Il potere femminile è anche questione di stile». E su iodonna.it i 40 abiti che raccontano 40 anni di Armani. tions, del 2013, su musica di David Lang, un mix di linguaggio classico e contempora­neo, oltre a II Acts for the blind del giovane Roy Assaf e Murder Ballades di Justin Peck su musica di Bryce Dessner.

La danza, rivela Millepied, ha riempito il suo mondo sin dall’infanzia. «Mio padre — racconta — era un super sportivo e voleva che diventassi un atleta; mia madre amava invece la musica, oltre a insegnare Danza africana e contempora­nea. È stata lei a trasmetter­mi la passione per il ballo. Dall’Africa (a Dakar, in Senegal, ndr), dove ho trascorso i miei primi cinque anni, ho ereditato il senso del ritmo, l’amore per le percussion­i». Con semplicità, spiega cosa significhi per lui la danza: « Uso il corpo per esprimere la parte più profonda di me. Danzare mi ha sempre regalato un’intima gioia fisica». La passione per la coreografi­a, invece, «è nata dal bisogno, fortissimo e precoce, di fare “uscire” da me le cose».

Spesso, ricorda, ha tratto ispirazion­e dai film hollywoodi­ani degli anni Quaranta. «Mi piaceva guardarli in tv, ripren- Coppia La star Natalie Portman (33) con il marito, il danzatore e coreografo Benjamin Millepied: sono sposati dal 2012 Fred Astaire o Gene Kelly con la telecamera. Filmare è divertente perché permette di usare angolazion­i diverse rispetto all’esperienza solo frontale della scena».

Parla senza imbarazzi dell’incontro sul set di Il cigno nero di Darren Aronofsky con l’attrice Natalie Portman, premiata nel 2011 con l’Oscar come Migliore attrice protagonis­ta che Millepied ha sposato nel 2012. Insegnarle a danzare sul set è stato difficile? «No, affatto. Natalie è una grande profession­ista, molto attenta ai dettagli, allenarla è stato facile». Tra voi è stato amore a prima vista? Ride: «No, ci siamo innamorati frequentan­doci». Poi, più serio, aggiunge: «Natalie ha tutto quello che ammiro in una donna. È estremamen­te seducente e molto, molto intelligen­te». Tra i pregi della diva non cita la bellezza: non ha contato niente? «Diciamo che è stato un “plus” importante. Ma il punto di forza di Natalie è che possiede un’ideale combinazio­ne di bellezza, intelligen­za e integrità». Per la sua carriera di star di Hollywood il trasferime­nto in Europa è stato penalizzan­te? «No. Ormai, anche se i grandi studios sono a Los Angeles, l’industria del cinema è fatta sempre più da coproduzio­ni internazio­nali».

Pur essendo francese, Millepied non aveva mai vissuto a Parigi. «La sto scoprendo con Natalie. È la città ideale in cui fermarsi per veder crescere i nostri figli». Un difetto che si riconosce? «Per molto tempo sono stato un impulsivo. Ma con l’età sono migliorato». Dovendo citare un nome, a chi vorrebbe essere paragonato in rapporto al suo lavoro? «A Marius Petipa, personaggi­o straordina­rio, ballerino e coreografo del XIX secolo».

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