Corriere della Sera

«Alla Besana coprì le colonne con patchwork poi finiti in alcuni importanti musei»

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La pittrice ispiratric­e «La incontrai una volta a Parigi e conservo due suoi album di disegni trovati sulle bancarelle»

Derk, moglie del pittore Robert Delaunay. «L’ho incontrata una volta a Parigi e la considero una vera fortuna. Il dna di Missoni è sempre stato vicino al suo modo di concepire la pittura, studiare i colori, convertire arredament­o e abbigliame­nto all’astratto. Come lei abbiamo amato la sperimenta­zione: sugli accostamen­ti cromatici e sull’utilizzo alternativ­o di tessuti come tweed, rajon e certi filati degli Anni 30 per le frange degli scialli. Conservo due quaderni con suoi disegni trovati su bancarelle antiquarie».

Con quali artisti i Missoni hanno tessuto un’amicizia particolar­e? «Mi vengono in mente Roberto Crippa, Andrea Cascella e i fratelli Pomodoro che avevano lo studio in un palazzo milanese dei miei nonni in via Orti, con un cortile dove si affacc i a vano pure bot teghe d’argentiere, ciabattino, fioraio. Una Milano purtroppo persa».

La bella casa Missoni di Sumirago è una piccola antologia d’arte contempora­nea: presenti fra gli altri, Campigli, Severini, Tancredi, qualche Balla, una sirena di Savinio. Ma il concetto di arte e di colore si estende al lussureggi­ante giardino che regala fiori 365 giorni all’anno.

«Ottavio era un esperto giardinier­e: gli arrivavano bulbi da ovunque e lui li piantava, li coccolava. Se abbiamo resistito 60 anni insieme lo si deve anche a questa casa, collante della nostra unione. E a questo giardino: inutile dire quanto ci abbia ispirato nella scelta dei colori». A proposito, quali in assoluto i preferiti dalla coppia? Sprezzante di certe superstizi­oni teatrali, Ottavio era innamorato del viola. Rosita ha sempre amato le tonalità dell’arancio, delle bacche. Accostamen­to che ha avuto fortuna nella loro moda come nella loro vita.

La storia

1953 Nasce la Missoni a Gallarate, nell’anno del matrimonio dei fondatori, Ottavio e Rosita Jelmini

1958 Il successo dello spigliato abito «Milano Simpathy», presentato alla Rinascente

1968 La maison lancia il nude look (in realtà solo un gioco di veli) che ha una grande risonanza a Palazzo Pitti. Seguiranno i compliment­i di Diana Vreeland («Vogue») che contribuir­anno al grande successo

1969 Con i suoi zig zag colorati conquista l’America. Un successo che arriva ad oggi, anche con l’ingresso dei figli nell’azienda

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