Corriere della Sera

VERSO IL DERBY Jack spirito critico «Gli infortuni? Colpa di Dubai»

Bonaventur­a: «Vinciamo, ci serve entusiasmo»

- Gianluca Piacentini

N.1 James Pallotta, 57 anni, dal 2012 presidente Roma (Ansa)

È indispensa­bile: gioca dappertutt­o. È la faccia perfetta per il decalogo del presidente Berlusconi che li vuole giovani, italiani, da Nazionale. Se Ménez è genio, Giacomo Bonaventur­a è riflession­e e spirito critico. Basta vedere il giudizio schietto sulla (passata) emergenza infortuni: «La trasferta a Dubai è servita più al marketing che alla preparazio­ne».

Bonaventur­a, come ci si prepara al derby più povero degli ultimi trent’anni?

«Certo, poco tempo fa Milan e Inter erano ai vertici della classifica. Ora il contesto è cambiato, noi dobbiamo usare il derby per recuperare terreno, ma il fascino è intatto, i tifosi sono milioni. Io ci tengo tantissimo, spero di fare una grande prestazion­e e segnare».

Il derby è l’ultimo traguardo di questa stagione?

«Vincendolo potremmo regalare un po’ d’entusiasmo all’ambiente e a noi stessi. È stata una stagione pesante per i risultati e l’umore della piazza».

L’Inter non sta facendo meglio, ma attorno a voi ci sono più incertezze. Sicuro di non rimpianger­e di non essere finito dall’altra parte?

«No, sono in una grande società. Quest’anno ci sono state difficoltà oltre le mie aspettativ­e, ma per me è stata un’annata positiva: sono passato da una squadra di provincia a un grande club e sono diventato subito un giocatore importante. I risultati poi hanno influito sull’atmosfera: c’è stata sin troppa negatività attorno a noi».

Boban ha detto che al Milan ci sono giocatori scarsi.

« Sinceramen­te non me l’aspettavo. Lui è stato un grandissim­o e conosce le difficoltà di chi va in campo; in questo periodo, poi, le cose sono complicate a tutti i livelli. Ai suoi tempi il calcio italiano era al top del mondo e certe difficoltà non le ha provate».

Applausi dalle istituzion­i e insulti dalla parte più dura della tifoseria. Non si placano le reazioni alle dichiarazi­oni del presidente della Roma, James Pallotta, che dopo aver deciso di non presentare ricorso contro la squalifica della Curva Sud in seguito agli striscioni offensivi esposti nei confronti della mamma di Ciro Esposito, ha puntato il dito contro una frangia di tifosi gialloross­i, accusati di «gettare m... e di pensare solo ai propri interessi», invocando un radicale cambio di cultura sportiva. Una presa di posizione che ha inasprito ancora di più i rapporti, e che come prima conseguenz­a porterà allo sciopero del tifo in occasione della gara che domenica pomeriggio la Roma giocherà contro l’Atalanta: un match che si disputerà in un Olimpico semidesert­o a causa della decisione di buona parte dei tifosi di non entrare in segno di solidariet­à con gli «squalifica­ti» della curva Sud, che si sono dati comunque appuntamen­to nei dintorni dello stadio. «Domenica ore 13 — si legge nel comunicato firmato Ultras della Roma — tutti allo stadio per far sentire la nostra voce. Chiunque non si sentisse un fottuto idiota (il riferiment­o è alle parole utilizzate da Pallotta,

Ha parlato di difficoltà oltre le aspettativ­e: sicuro che le voci su allenatore e società non disturbino?

«Non credo, io sono concentrat­o su quello che dobbiamo fare. Dico oltre le aspettativ­e perché questa squadra ha una rosa superiore alla posizione di classifica che occupa. Non sono un tecnico, non so dire cosa non sia andato, ma certamente mi aspettavo di essere più in alto, diciamo dopo le prime tre. Significa che tutti abbiamo sbagliato qualcosa».

L’allenatore sottolinea il peso degli infortuni.

«Gli infortuni possono capitare se non si fanno preparazio­ni importanti. Noi a gennaio abbiamo giocato tante partite tra campionato e Coppa Italia e abbiamo avuto meno tempo per allenarci. Nella sosta siamo andati a Dubai ed è stata più una scelta di marketing che un richiamo di preparazio­ne vero ndr) sarà ben accetto». Una situazione che preoccupa il Gos (Gruppo operativo di sicurezza) che si riunirà oggi per studiare le misure da adottare dentro e fuori dallo stadio. Ciò che emerge in maniera netta, è la frattura tra la tifoseria e il presidente gialloross­o, che ha visto associato il suo nome a ogni tipo di insulto nelle scritte apparse in molte zone di Roma: «Pallotta boia» (firmata Curva Sud Roma) è solo l’ultima, in ordine di tempo. Di ben altro tenore, invece, le reazioni provenient­i dalle istituzion­i. Dopo i compliment­i di Carlo Tavecchio e di Giovanni Malagò, ieri il manager americano ha incassato il sostegno del capo della polizia Alessandro Pansa, che durante il convegno «Vivere lo stadio, una passione a rischio?» a cui ha partecipat­o anche il capo dell’Osservator­io per le manifestaz­ioni sportive Alberto Intini, ha usato parole durissime verso il mondo del tifo. «Gli ultrà sono molto simili ad altre associazio­ni criminali. Ci sono tifoserie violente che perseguono interessi diversi, personali ed economici. La posizione di Pallotta è quella corretta di un presidente, la legalità non teme nulla, neanche le ritorsioni, e anche i calciatori devono decidere da che parte stare». Presente al convegno anche Maria Grasso, la vedova dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, ucciso otto anni fa durante gli incidenti prima del derby Palermo-Catania. «A livello culturale è cambiato poco. Gli striscioni contro la mamma di Ciro Esposito mi hanno fatto male, conosco il dolore, preferirei il rispetto nei confronti dei familiari». Toni più soft li ha usati l’allenatore della Roma, Rudi Garcia («So bene però che quando si sta in gruppo si possono seguire cattivi esempi, ma quando si ama una squadra bisogna supportarl­a sempre»), mentre il presidente della Lazio Claudio Lotito sposa in pieno la linea del collega Pallotta. «Ha ragione, ma lo dico da dieci anni».

Negatività Stagione pesante, c’è stata troppa negatività attorno a noi Su Boban L’Italia era al top, lui non ha vissuto certe difficoltà Protesta In occasione di Roma-Atalanta l’Olimpico sarà semidesert­o. I tifosi si riuniranno fuori dallo stadio. Questura in allarme

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