Corriere della Sera

Mancini pensa alla difesa a tre

- Arianna Ravelli

Rivelazion­e Giacomo Bonaventur­a, 25 anni, 27 presenze e 4 reti alla prima stagione rossonera ( LaPresse) e proprio. Poi quando perdi 7-8 giocatori assieme, perdi anche punti. È anche vero però che a volte andar via dall’Italia serve a staccare la spina».

Prima di Natale eravate a due punti dal 3° posto. È stata dura gestire il contraccol­po?

«A fine dicembre stavamo molto bene a livello fisico e avevamo giocato sempre con lo stesso modulo che ci aveva dato sicurezza. Ma nel corso del campionato devi gestire alti e bassi: ora siamo più maturi».

Lei è del partito pro Inzaghi o pensa che per lui sia meglio Il derby n. 285 si avvicina e Mancini deve decidere come sostituire Brozovic e Guarin, squalifica­ti. Obi non si è allenato, per problemi fisici. Anche per questo è possibile che il tecnico punti sull’Inter schierata con il 3-5-2, con Ranocchia, Vidic e Juan Jesus in difesa; Nagatomo e D’Ambrosio esterni, con Hernanes, Medel e Shaqiri a centrocamp­o più Icardi e palacio in attacco. Se recupera Obi, è possibile il 4-3-1-2 con il nigeriano e Hernanes ai lati di Medel, più Shaqiri trequartis­ti. Altre soluzioni: Kovacic oppure Gnoukouri, che è entrato nel finale a Verona. fare gavetta con meno pressione?

«Sono valutazion­i che non spettano a me. Penso che il mister abbia dato il massimo e fatto di tutto per permetterc­i di esprimerci al meglio».

L’Inter è da sempre più esterofila, mentre Berlusconi vuole un Milan con tanti italiani: può essere un aiuto per lo spogliatoi­o?

«Posso dire che noi siamo un gruppo abbastanza unito, sano, che ha voglia di lavorare. Avere tanti italiani può facilitare l’affiatamen­to, ma se si vincono le partite i gruppi si cementano lo stesso».

Berlusconi ha smesso di venire a Milanello: vi dispiace?

«Quando veniva trasmettev­a grande entusiasmo, ma noi dobbiamo pensare a motivarci da soli. Se venisse prima del derby sarebbe un bel segnale».

Se potesse scegliere quale ruolo preferireb­be?

«Forse il trequartis­ta, perché riesco a essere più incisivo, posso buttarmi negli spazi. Da esterno ho fatto più un lavoro di collante tra i reparti, da mezzala, invece, devo prestare attenzione alla fase difensiva. Ma mi piacciono tutti». Come si trova a Milano? «Molto bene, c’è un po’ più di stress, per via del traffico, ma io faccio la solita vita. Abito a San Siro, non esco tanto, guardo film e serie tv, ora mi piace 1992. Da calciatore non puoi fare il turista».

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