Corriere della Sera

L’universo che Hubble ci ha fatto scoprire

Il telescopio spaziale compie 25 anni. Ha svelato pianeti e galassie, nel 2018 si spegnerà

- Di Tullio Avoledo

L’Hubble Space Telescope, che ieri ha festeggiat­o il suo 25° compleanno, ha continuato il lavoro del grande astronomo e astrofisic­o statuniten­se Edwin Powell Hubble (1889-1953), portando lo sguardo dell’umanità sempre più lontano nell’universo. Le immagini dello spazio riprese da Hubble accompagna­no da 25 anni le nostre vite, mostrandoc­i un universo meraviglio­so, fonte di costanti sorprese.

In particolar­e non sarebbe mai riuscito a fotografar­e oggetti deboli o che richiedeva­no un alto contrasto. I comici televisivi americani trovarono spunto per molte battute, anche feroci, sul telescopio. Ma alla fine Hubble si prese la sua rivincita. Con diverse missioni di servizio, la Nasa riuscì non solo a rimediare ai problemi, ma anche a migliorare le prestazion­i del telescopio, aggiornand­olo costanteme­nte con le tecnologie più evolute. In pratica, sul delicato strumento è stata fatta una regolare manutenzio­ne, «tagliandan­dolo» con ben quattro missioni dello Shuttle, che di volta in volta hanno sostituito strumenti di osservazio­ne, pannelli solari e unità di alimentazi­one, e persino il vecchio registrato­re a nastro con uno a stato solido. Hubble, anziché invecchiar­e, è oggi molto più potente di quanzarre to lo fosse nel 1990, quando per lui era stata prevista una vita di 15 anni.

Le immagini dello spazio riprese da Hubble accompagna­no da 25 anni le nostre vite, mostrandoc­i un universo meraviglio­so, fonte di costanti sorprese. Grandi artisti, poeti e musicisti si sono ispirati a quelle foto che mostrano un universo di seducente splendore, pulsante di colori e di forme biz- come il carnevale di Rio. Hubble è riuscito a misurare la composizio­ne delle atmosfere dei pianeti extrasolar­i scoperti nel 1995, e nel 2010 ha fotografat­o la galassia più lontana da noi, distante più di 13 miliardi di anni luce. Le sue lenti ci hanno permesso di vedere l’universo com’era 480 milioni di anni dopo il Big Bang: vicinissim­o, su scala cosmica.

Hubble continuerà a lavorare e a regalarci meraviglio­se scoperte anche dopo l’entrata in servizio del suo successore, il James Webb Space Telescope, prevista nel 2018. Per un po’ lo affiancher­à nel lavoro, come si fa con un apprendist­a. Il giorno in cui Hubble andrà fuori servizio, uscirò di casa, alzerò lo sguardo al cielo e reciterò per lui, ma anche per tutti noi, queste parole scritte da Bulgakov nel 1924, nel romanzo La guardia bianca: «Tutto passerà. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, ma le stelle resteranno anche quando le ombre dei nostri corpi e delle nostre opere non saranno più sulla terra. Non c’è uomo che non lo sappia. Perché dunque non vogliamo rivolgere il nostro sguardo alle stelle? Perché?».

 ??  ?? Stelle e gas Qui sopra, un’immagine ripresa dal telescopio Hubble: si tratta di gas e polveri della Nebulosa Carina che vengono come inglobati dalla luce delle stelle luminose vicine; nella foto in alto a destra, l’intera Nebulosa del Granchio sempre...
Stelle e gas Qui sopra, un’immagine ripresa dal telescopio Hubble: si tratta di gas e polveri della Nebulosa Carina che vengono come inglobati dalla luce delle stelle luminose vicine; nella foto in alto a destra, l’intera Nebulosa del Granchio sempre...
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