L’Europa processa Varoufakis: un dilettante
All’Eurogruppo esplode il malumore nei confronti del ministro ellenico. La replica: ricette fallimentari Allarme liquidità: in Grecia i soldi bastano per due sole settimane. Draghi: il tempo sta finendo
«Incredibile!». Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha appena finito di parlare e uno dei ministri dell’Eurogruppo, riuniti a Riga proprio per fare il punto sullo stato dei negoziati per risolvere la crisi di Atene, sbotta. «È incredibile», dice riferendosi alle dichiarazioni caratterizzate da una buona dose di vaghezza, con cui Varoufakis ha glissato per l’ennesima volta la richiesta di esporre il programma di riforme del governo, promesso due mesi fa per sbloccare l’ultima tranche di 7,2 miliardi del piano di aiuti finanziari. Gli interventi che seguono degli altri ministri seduti al tavolo sono sullo stesso tono, esprimono insofferenza per l’ennesima dilazione e in qualche caso anche fastidio per la sensazione di essere presi in giro. Fuori dalla riunione ufficiale, quando Varoufakis è lontano, spuntano accuse più precise da parte dei ministri: «perditempo, principiante, giocatore d’azzardo», e via dicendo. «È tre mesi che Yanis ci sta prendendo in giro», si sfoga uno dei partecipanti al vertice.
Resta così la sensazione che la riunione dell’Eurogruppo, nell’assenza di proposte concrete da discutere, si sia trasformata in una sorta di processo al ministro greco, diventato, peraltro per la quasi totalità dei ministri riuniti a Riga, un interlocutore non più affidabile. Tanto che già ieri Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, ha comunicato l’esito della riunione direttamente al premier Alexis Tsipras. Resta però anche la conferma data dalle quattro istituzioni europee che stanno svolgendo i negoziati tecnici — Esm, Commissione, Bce e Fmi — che la Grecia ha nelle sue casse la liquidità necessaria per resistere solo due settimane. «Il tempo sta scadendo» e non ci potranno essere intese parziali o a tappe. «L’accordo dovrà essere globale, ampio e dettagliato» avverte Dijsselbloem, a cui fa eco il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici. «Bisogna agire velocemente, il tempo sta scadendo», insiste il presidente della Bce, Mario Draghi, il quale aumenta la pressione su Atene: «Continueremo ad assicurare la liquidità d’emergenza fintanto che le banche greche saranno solvibili ed i collaterali dati a garanzia, adeguati» dice. Il fatto è che i tassi dei bond ellenici continuano a salire e la volatilità dei prezzi distrugge i collaterali, spiega Draghi per cui la Bce, già nella prossima riunione del consiglio direttivo, «potrebbe tornare in- dietro e rivedere il taglio del valore di tali titoli collaterali».
Varoufakis sembra aver di colpo perso la baldanza e la sicurezza esibita nelle scorse settimane, ma continua a dirsi ottimista e rivela che nei negoziati sono emersi punti di convergenza, per esempio sulle privatizzazioni: «Non esistono opzioni diverse dall’accordo», ripete.
I punti di convergenza, però, sembra vederli solo lui. «Il fatto è che non c’è ancora quello che ci sarebbe dovuto essere secondo gli accordi presi due mesi fa» è la sintesi del ministro italiano Pier Carlo Padoan, che mette in luce le difficoltà per la Grecia a negoziare sulle riforme, in particolare quella sulle pensioni, e sugli obiettivi di crescita e saldo primario. «Le distanze sono ancora molto grandi», insiste Dijsselbloem. L’Eurogruppo si chiude così senza mettere in calendario una riunione straordinaria in previsione di una conclusione a breve del negoziato e dandosi appuntamento per l’11 maggio. L’impressione comunque è che — ma dovrà essere sempre l’Eurogruppo ad approvare — proseguano le trattative avviate a livello politico da Tsipras che giovedì ha incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel.