Corriere della Sera

Parolin: noi esposti, ma il Papa è sereno Viaggerà in Africa dove ci sono i conflitti

Il Segretario di Stato: «Serve dialogo non muri, per questo ha chiesto di fermare il Califfato»

- dal nostro inviato Gian Guido Vecchi

«Noi siamo esposti a questa realtà come tutti. In Francia, ho visto, c’era questo giovanotto che mirava alle chiese. Tutti hanno paura. Ma il Papa su questo punto è molto tranquillo, vede come incontra le persone, si muove con molta libertà e affronta queste situazioni con molta lucidità e serenità».

Anche il cardinale Pietro Parolin mostra una serenità olimpica mentre gli si chiede delle minacce al Vaticano, fuori dall’aula magna della Facoltà teologica del Triveneto. Il Segretario di Stato vaticano ha appena dedicato la sua lectio alla visione di un «mondo aperto» in Francesco, al «soft-power della Santa Sede» distinto da quello «hard» degli Stati — non armi o potere economico, ma lo «strumento della misericord­ia» — in un pianeta «multipolar­e» fatto di «relazioni e dialogo».

Ha spiegato che «dobbiamo insistere sul dialogo» per isolare il «grave pericolo» del fondamenta­lismo, ponti e non muri: una «condizione di pace e rispetto della vita» è essenziale per «garantire la convivenza», ed è questo che «ha indotto il Papa a chiedere fosse fermata l’avanzata del cosiddetto Califfato in Siria».

Soprattutt­o, in tema di accoglienz­a ai migranti, Parolin fa notare che «c’è tanta paura, ma la paura è sempre una cattiva consiglier­a » , anche perché «no, non si può essere un buon cristiano se c’è una chiusura totale».

Così il cardinale non si scompone a sentire dell’indagine. Certo «bisogna stare attenti: senza parlare di piani, ci può sempre essere qualcuno che pensa a cose del genere».

Parolin pensa ai fedeli: «Il timore più grande, se dovesse succedere qualcosa, è che possano essere coinvolte persone innocenti». Però «non mi sembra di percepire in Vaticano una preoccupaz­ione esagerata», chiarisce: «Anche da un punto di vista di sicurezza ci sono delle garanzie, tutte le strutture che se ne occupano sono attente, non mi pare ci sia assolutame­nte un allarme».

Francesco va avanti. «Dopo l’Asia, il Papa vuole dedicare grande attenzione all’Africa: ancora si sta elaborando il programma, ma guarda soprattutt­o ai Paesi in situazioni di conflitto e difficoltà, la scelta sarà in quella prospettiv­a».

Lo stesso Bergoglio ha parlato dell’ «ipotesi» di una visita «a fine anno» nella Repubblica Centroafri­cana e in Uganda. Possono sempre esserci variazioni, com’è capitato con la «tappa» a Cuba in settembre prima di atterrare negli Stati Uniti. Vicenda esemplare del «potere gentile» della Santa Sede: « Il Papa incoraggia il processo di avviciname­nto, dice di non avere paura dei cambiament­i».

Lo stesso vale per la scelta di nominare il «genocidio» armeno, considera Parolin: «Ha parlato in termini di riconcilia­zione: non per suscitare più animosità ma per trovare un’interpreta­zione comune della storia, avvicinars­i e capirsi».

Il cardinale «L’unico timore è che un attentato possa coinvolger­e altre persone»

 ??  ?? Papa Francesco si ferma lo zucchetto bianco con la mano per non farlo portare via dal vento. Si sospetta che la cellula islamica arrestata ieri avesse programmat­o nel 2010 un attentato in piazza San Pietro, mai avvenuto
Papa Francesco si ferma lo zucchetto bianco con la mano per non farlo portare via dal vento. Si sospetta che la cellula islamica arrestata ieri avesse programmat­o nel 2010 un attentato in piazza San Pietro, mai avvenuto
 ??  ?? Cardinale Pietro Parolin è Segretario di Stato Vaticano
Cardinale Pietro Parolin è Segretario di Stato Vaticano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy