La Chiesa sfida l’Europa: siete egoisti Il cardinale Vegliò contro la mancata accoglienza di profughi. Renzi: sul ricollocamento decide la Commissione
E altri 84 li ha salvati ieri la nave «Fiorillo» della Guardia Costiera. Sono sbarcati a Catania come i 220 del giorno prima. Bollettino tragico del mare: altri 80 sono scampati al naufragio nella baia di Zarzis, Tunisia. «Il mar Mediterraneo culla della nostra civiltà — ammonisce il capo dello Stato, Sergio Mattarella — rischia di trasformarsi in un cimitero». Il gip di Catania ieri ha convalidato i fermi del tunisino Malek e del siriano Mahmoud, ritenuti il capitano e il mozzo del barcone inabissatosi al largo della Libia. Della banda — si è saputo — facevano parte anche due somali con il ruolo infame di carcerieri: tenevano la gente chiusa a chiave giù nelle stive. Loro due però son morti nel naufragio, insieme alla moltitudine delle vittime.
Intanto, sulla terraferma, a una settimana dall’ecatombe, dopo il vertice Ue di giovedì, il dibattito si fa aspro. La Chiesa critica apertamente l’Unione Europea: «Non siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto», attacca il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti. Oltretevere non è piaciuto l’atteggiamento della Gran Bretagna, sfilatasi platealmente dai compiti dell’accoglienza: «Un atteggiamento molto egoistico — secondo il cardinale —. Tutti sono disposti a dare soldi, basta che non vengano a disturbare nel proprio Paese». E l’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, non a caso sulle misure Ue per l’emergenza ha titolato: «Avanti Divisi». Durissimo, Vegliò, nei confronti dell’idea di eliminare le imbarcazioni dei trafficanti, sotto l’egida dell’Onu, con azioni mirate: «Bombardare in un Paese straniero è un atto di guerra! E chi garantisce, poi, che quell’arma non uccida anche le persone vicine, oltre a distruggere i barconi?».
Il vertice di Bruxelles ha disposto un aumento di fondi per le operazioni (da 3 a 9 milioni di euro) e la portavoce della Commissione Ue per le politiche migratorie, Natasha Bertaud, ha rivelato che sarà estesa l’area d’intervento di Triton. Le navi impegnate nel controllo delle frontiere, cioè, potranno andare ben oltre le 30 miglia dalle coste dei Paesi Ue, con la conseguenza che in futuro si troverebbero più vicine alle zone a rischio — il mare davanti alla Libia — in caso di necessità.
Ma in Italia è polemica anche tra i partiti. La Lega ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, contro «le lettere al limite dell’intimidatorio inviate da certe prefetture ai sindaci per imporre l’accoglienza degli immigrati: perché il ministro, invece, non invia lettere ai prefetti spronandoli a darsi una mossa per l’accoglienza degli italiani in difficoltà?». «Lega ipocrita — la risposta di Alfano —. Noi non imponiamo l’accoglienza ai Comuni, la disponibilità di strutture è su base volontaria». Attaccano il governo pure Forza Italia e il Movimento 5 Stelle («Renzi esulta per un altro fallimento europeo»).
Il premier, però, che lunedì porterà il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sulla nave «San Giusto» della Marina «per fargli vedere cosa sta facendo l’Italia nel Mediterraneo»,
L’inchiesta Convalidato l’arresto dei due presunti scafisti. I loro due complici morti in mare
ribadisce la sua soddisfazione: «In Europa c’è stato un risultato importante. Si riconosce finalmente che le persone muoiono perché schiave di un racket». E sul meccanismo di redistribuzione delle quote d’accoglienza tra gli Stati è fiducioso: «Nei prossimi 2 mesi la commissione europea deciderà come riallocare i migranti». L’Italia, si spera, non resterà più sola.