«Servono quote vincolanti Cameron sbaglia»
«Non basta, ma l’Europa ha compiuto un primo passo importante. Siamo in fase d’emergenza e i leader erano chiamati a sciogliere il nodo immediato del soccorso in mare. Ora cambiamo Dublino II e creiamo un vero meccanismo di solidarietà». Il tedesco Manfred Weber, capogruppo dei Popolari al Parlamento europeo, marca una svolta nell’approccio della «Fortezza Europa» alla crisi dei migranti. Il Consiglio straordinario di giovedì «ha riconosciuto che la sfida riguarda l’intera Unione. Si è deciso di potenziare fondi e mezzi per salvare vite umane, di condividere le informazioni tra apparati d’intelligence e polizia. Nelle prossime settimane dovremo concentrarci sulle domande che restano aperte». Si riferisce alle quote d’accoglienza? «Sì, al momento resta il principio della volontarietà dei governi ma è necessario un sistema di quote vincolanti. Non è accettabile che il peso dell’accoglienza ricada quasi esclusivamente su Italia, Germania, Francia, Ungheria, Svezia. Non può passare la linea del premier britannico David Cameron che si è detto pronto a impegnare navi ma non ad accogliere migranti».
Chiedete di cambiare Dublino II, il regolamento che determina lo Stato competente a esaminare le richieste d’asilo (di solito il Paese d’ingresso nella Ue).
«Stiamo per presentare la richiesta al presidente della Commissione e al commissario all’Immigrazione. Contiamo di discuterne al Consiglio europeo di giugno. Nessuno dei 28 Stati può sentirsi esonerato».
Il vertice ha previsto una cooperazione nelle procedure di identificazione e registrazione che è parsa una forma di commissariamento.
«Si tratta di misure d’emergenza. Occorre garantire che il sistema funzioni e protegga le persone in fuga dai conflitti civili. Bisogna però vigilare affinché non ci siano infiltrazioni e i migranti illegali siano rimandati nei loro Paesi». Come? «Nelle conclusioni del Consiglio si prefigurava un summit Ue-Africa per convincere i leader africani a prendersi carico dei migranti illegali che saranno rimandati indietro dall’Europa».
Spesso si tratta di Paesi lacerati da crisi politiche e istituzionali che rendono difficile trovare interlocutori.
«Bisogna lavorare sul lungo periodo, intervenire sulle cause dell’emigrazione di massa contribuendo allo sviluppo dei territori. Su questo fronte l’Europa è già il primo attore mondiale».
Chi è
Manfred Weber è capogruppo dei Popolari europei (Ppe). Ingegnere, è nato in Bavaria nel 1972. È stato eletto per la prima volta deputato europeo nel 2004