L’asse tra Morani e D’Alessandro, una coppia bipartisan per il divorzio breve
Nel perenne clima di conflitto e manrovesci della politica, si tratta qui di una collaborazione fra nemici presunti, già alla seconda tappa. La collaborazione dei deputati Alessia Morani, Partito democratico, e Luca D’Alessandro, Forza Italia. Lei, marchigiana di Sassocorvaro, renziana. Lui, romano, fedele di Denis Verdini. Tutti e due, come prima frase, dicono: «Non siamo il ritorno del Patto del Nazareno!» (quello che ci fu fra Renzi e Berlusconi, promotore Verdini). Sono stati, Morani e D’Alessandro, i relatori della legge sul divorzio breve (da tre anni a uno), appena approvata, e hanno rivelato di essere anche i firmatari di un progetto di legge sugli «accordi prematrimoniali», come quelli che firmano anche star americane (Douglas e Zeta Jones, Mark Zuckerberg e Priscilla Chan...), per stabilire — nel momento dell’armonia — Alessia Morani Luca D’Alessandro come si divideranno i beni in caso di fallimento.
Conoscenza casuale. La relatrice sul nuovo divorzio con D’Alessandro era Alessandra Moretti, ora candidata governatrice in Veneto. Al posto di Moretti è arrivata Morani. Lei si definisce «cattolica democratica e matura». Lui «laico, dopo un percorso complicato». Lei figlia di separati. Lui «conoscitore dei drammi dei padri separati». Lei avvocato matrimonialista, lui giornalista. Hanno cominciato a lavorare sul divorzio breve, un giorno lei ha parlato a lui del progetto che aveva sui patti prematrimoniali e lui ha detto: «Lo firmo». «Il divorzio breve — spiega Morani — serve a ridurre la conflittualità. E gli accordi prematrimoniali vanno nella stessa direzione: patti chiari, matrimonio felice». Il giornale dei vescovi Avvenire ha scritto: «Devastante china antifamiliare». D’Alessandro è sicuro che «se leggeranno il testo vedranno che tutela il coniuge più debole».
D’Alessandro, da signore, quando è stata approvata la legge sul nuovo divorzio, ha telefonato alla Moretti, per ricordare il suo contributo.