Corriere della Sera

Cento e mai più

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Omaggio Il capo della Chiesa armena Karekin II, il presidente Serzh Sargsyan con la moglie Rita, il leader russo Putin e il francese Hollande alla cerimonia di ieri a Erevan della Grande Guerra, causando tra l’altro la morte di decine di migliaia di turchi. Per cercare di offuscare il loro centenario ( tradiziona­lmente ogni 24 aprile ricordano l’inizio dei pogrom del 1915 con l’assassinio di circa 250 intellettu­ali armeni a Istanbul) il presidente turco ha persino anticipato a ieri le celebrazio­ni della vittoria ottomana a Gallipoli nella Prima Guerra Mondiale. «Un altro trucco per nascondere la verità», è così tornato a denunciare il presidente armeno Serzh Sargsyan. Ovvio dunque che Erevan abbia dato grande risalto alla presenza alle commemoraz­ioni di François Hollande e Vladimir Putin. Qui vengono definite «eroiche» le dichiarazi­oni papali contro il «genocidio».

Pure, la necessità dell’avviciname­nto con la Turchia resta pressante. «Passato il polverone dell’anniversar­io e per Erdogan l’appuntamen­to delle elezioni parlamenta­ri turche del 7 giugno, i toni delle polemiche si addolciran­no. Nel 2007-2008 Erevan ed Ankara avevano firmato due protocolli di intesa diplomatic­a. Lo stesso Erdogan aveva poi espresso un primo timido mea culpa per le vittime di 100 anni fa», spiega Richard Giragosian, del Regional Studies Center nella capitale armena.

A premere in questo senso è anche il desiderio occidental­e di avere la Turchia alleata nella lotta contro l’estremismo islamico. Ma su questa strada il «blocco» degli armeni resta pesante. Mai come ora infatti si proiettano nel mondo quale bastione della cristianit­à perseguita­ta. «Cento anni fa gli armeni vennero uccisi per il semplice fatto che non erano musulmani. E oggi Isis torna a massacrare i cristiani. È dalla caduta di Costantino­poli nel 1453 che noi cristiani d’Oriente siamo la vostra prima linea di fronte all’Islam», sostiene il 45enne Surpasan Abraham, vescovo della grande diocesi di Echmiadizi­n.

I simbolismi religiosi si sprecano. Sono stati dichiarati «santi martiri» i morti di cento anni fa. E in Armenia oggi si sono già rifugiati 13.000 fedeli dell’antica comunità di Aleppo, nella Siria minacciata dall’Isis. Il vescovo vorrebbe fare scappare tutti i 40.000 rimasti degli 80.000 che vi erano una volta.

Memoriale

Si è tenuta al memoriale poco fuori Erevan la cerimonia per il centenario del genocidio condotto dall’allora Impero Ottomano nell’attuale Turchia, in cui morirono circa 1,5 milioni di persone

Hanno partecipat­o numerosi presidenti e diplomatic­i, fra cui il leader russo Vladimir Putin e quello francese François Hollande. Presenti i discendent­i delle vittime e, tra gli altri, il cantante francese Charles Aznavour

A rappresent­are l’Italia i presidenti delle commission­i Esteri di Camera e Senato: Fabrizio Cicchitto e Pier Ferdinando Casini

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